Archivio mensile:Novembre 2009

Spyoneeeeee..

Spyoneeeeeeeeeeeee….

Per la serie fatti i cazzi tuoi, vuoi sapere il compagno o la compagna, parenti e colleghi visitano siti porno ma non te la senti di spiare nella cronologia del browser? Giustissimo, giustissimo non devi farlo ma sappi che esiste un metodo che funziona perfettamente senza dare nell’occhio.
Tutto quello che tu devi fare e’ inserire il tuo indirizzo email ed in pochi secondi riceverai un link personalizzato da inviare ai tuoi.. diciamo amici oppure da pubblicare su Facebook or Twitter.

Quando la vittima clicca sul link si attiva un sistema di controllo che inviera’ al tuo indirizzo un report completo di tutti i siti pornografici visitati rintracciati sul computer.

Did you watch porn, questo e’ il nome del sito bastardo (altro che coniglietto) che sta riscuotendo il suo meritato successo in rete e non e’ difficile capire perche’ vero pirlastro/a… ehmmm devo averlo inviato pure a te che leggi ora che ci penso..sti catz.. poi controllo bene l’elenco neh..

Lavoretti Casalinghi

OPERA DEGRADATA – NESSUN DIRITTO

Come da Consulente Legale Informatico dell’Avv. Valentina Freudiani

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato a discrezione di togo29 e comunque non sistematicamente.
Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale, ai sensi della legge 62 del 7/3/2001. Alcune immagini sono frutto di una ricerca attraverso la rete e/o prelevate da siti all’apparenza di pubblico dominio,ma se il loro uso violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvedera’ alla loro pronta rimozione.

Non so i vostri, ma il mio hombre e’ un grande esperto in lavoretti di manovalanza artigianale. Se hai una serratura che ogni tanto si inchioda lui non se lo fa dire due volte. Si mette lì, col cacciavitino, e pian piano te la spacca. La guasta definitivamente e chissevisto s’e’ visto. Cosi’ non hai piu’ dubbi. Funzionera’ o non funzionera’? Non funzionera’. Risposta esatta.Allegriaaa! Se il rubinetto perde, ma neanche tanto, ed e’ un tic tic sopportabilissimo per un sano di mente, ci pensa lui. Per una buona mezz’ora ravana a pancia all’aria come fanno i gatti col gomitolo, poi quando la cucina si eì ridotta ad una palude di Comacchio e ti ritrovi le rane nei risvolti dei jeans e i lombrichi sul golf allora ha la brillantissima idea di chiamare un idraulico. Se la vasca dello sciacquone tutte le volte per ricaricarsi fischia l’inno alla gioia di Beethoven, interviene lui. Prima appronta un gioco di galleggianti, boe e carrucole di sostegno fissandole al portaspazzolino del lavabo e poi quando tutto crolla miseramente precipitando nel water ti rassicura che gli sciacquoni hanno quel carattere li’. Sono allegri e ogni tanto fischiano ma prima o poi

smettono da soli. Basta sperare e chi vive sperando, muore cantando. Andiamo ora alle origini e si sa
che l’uomo e’ cacciatore. E allora. Non ti chiedo di catturare un’antilope o di partire per una battuta di caccia alla volpe. Pero’ se e’ entrato dal balconcino uno scarafaggio per cortesia almeno schiaccialo tu. No. Mi fa schifo. Certo, perche’ a me fa piacere ballare il tip tap sulla schiena di una schifezza scarafata. Ho fatto un corso apposta. Anzi. Combinazione faccio il saggio proprio questa sera, se vuoi ti do un biglietto omaggio. Appurato il fatto che su di lui non possiamo assolutamente contare rimane ancora una questione da risolvere. La vecchia diatriba delle tapparelle. Lui la notte le vuole completamente giu’ e noi leggermente su. Lui pretende di dormire nel buio assoluto, in una selva oscura, avvolto nella carta carbone con le finestre blindate. Noi no. Noi abbiamo bisogno di un filo di luce come le falene. Ci basta anche solo una riga di tapparella. Meglio se due. Il massimo sarebbe tre. Cosi’ se di notte ci scappa la pipi’ non siamo costrette a distruggerci i malleoli contro gli spigoli del cassettone, inciampando nelle sue stramaledette scarpe da ginnastica che lascia in giro per la stanza. Che tra l’altro son grosse come motoscafi della Guardia di Finanza. E poi noi di notte abbiamo freddo e loro hanno caldo. E te credo. Il mio boy viene a letto vestito come un alpino. Foderato di felpa dalla testa ai piedi. Gli mancano solo la borraccia e il cappello con la piuma e sulla picozza stendiamo un velo pietoso.

Ti Unfrendo perche’ mi sessaggi.

Eravate abituati al Togolano (ano per gli amici) ma esistono neologismi che pure il dizionario inserisce ad es..

Il verbo da Facebook “unfriend” arriva nei dizionari di lingua inglese e diventa parola dell’anno. D’altronde la lingua e’ una questione sociale, e questi sono social network: appunto..ecco
Leggo un inserto…Roma – Negli ultimi anni il linguaggio della Rete ha ricevuto sempre piu’ la consacrazione dei vocabolari, e della lingua ufficiale che cambia e si piega alle esigenze e ai tempi dei nuovi mezzi: cosi’ gia’ erano entrati nel linguaggio comune Twitter, Facebook e blog (anche come verbi twittare, facebookare e bloggare). E, anche quest’anno, il social network in blu e’ protagonista dell’evoluzione degli idiomi.

E’ancora Facebook l’origine della parola che meglio rappresenta il 2009 Unfriend (verbo), che secondo l’Oxford Dictionary significa “rimuovere qualcuno come amico da un social network come Facebook”.

Oltre a questo neologismo nato dal web 2.0, nel 2010 saranno riconosciuti altri termini sorti dall’ICT. Solo per fare alcuni esempi, Twitter contribuisce con hashtag, il cellulare con intexticated (distratto perche’ occupato a messaggiare sul telefonino mentre impegnato alla guida di un veicolo) e sexting (inviare immagini o messaggi con i cellulare dal contenuto sessuale esplicito).
Quindi non meravigliatevi se troverete le nuove parole del tipo Vulvivendola e definita come persona che lavora nei chiavisteri!

I Promessi Sporci

In quel ramo del lago di Como
c’è un freddo che gela ogni uomo:
tra promontori, boscaglie e torrenti
ti treman le palle e ti sbattono i denti,
addirittura nel borgo di Lecco
la Sammontana ci fa il Maxistecco.
Un freddo mattino, Abbondio il curato,
camminava pianino perche’ anchilosato,
si procacciava il suo poco salario
con un monte di seghe e poco breviario;
ma nonostante cappello, sciarpa e guanti
rimase diacciato con i Bravi davanti.

E il Bravo : “Fermati, o culo di faccia,
apri le orecchie a questa minaccia!
C’è Don Rodrigo il nostro signore
che ha voglia di sesso ogni due ore
ed ha deciso che vuole un bambino
dalla ragazza di Tramaglino…
quindi pretaccio… no al matrimonio
senno’ scateniamo un pandemonio!”

Abbondio rispose con poche parole:
“Dite a Rodrigo che faro’ quel che vuole”.
Il curato entro in casa e scanso’ le vivande
perché piene di merda avea le mutande,
racconto’ alla serva ubbidiente
la cattiveria di quel prepotente;
fu la Perpetua a dir : “Che crudele!”
mentre solerte gli puliva le mele.

Il prete l’indomani parlando latino
prendeva in giro il povro Tramaglino,
che irato sbotto’ : “Ti infilo nel frigo!”
Abbondio s’arrese : “Lo vuole Rodrigo!
Non lo posso fare il matrimonio…
senno’ e mi mettano in pinzimonio!”
Renzo usci’ furente sbattendo la porta
e andò al negozio a disdire la torta
poi racconto’ tutto alla demente Lucia
che consiglio’ tutti di pregare Maria.
Le speranze non eran che rimasugli…
poteva qualcosa Azzeccagarbugli?
Ma questi disse a Renzo : “Io… un vo’ beghe !
Dai retta figliolo, fatti tre seghe”.

Ma la coppia promessa non s’era arresa
ed architettò delle nozze a sorpresa,
un’azione di forza per gente decisa :
niente rinfresco, prima notte ad Incisa.
Entrarono in chiesa e nel buio assoluto
volaron pestoni, gambette ed uno sputo;
atterrito Abbondio cerco’ di scappare
e Renzo si scaglio’ dritto sull’altare,
sbaglio’ pero’ presa e agguanto’ Gesù Cristo,
il prete fuggendo: “Un ti sposo… hai visto!”

Successe un putiferio in tutto il paese
e fu la Lucia a farne le spese:
spalla lussata, versamento a un ginocchio
ed un disgustoso catarro in un occhio.
Si recarono quindi dal Padre Cappuccino
che organizzo’ la fuga evitando casino:
si mimetizzarono come camaleonti
e con varie bestemmie salutarono i monti.
Che notte per Renzo : ne’ figa ne’ ano,
Lucia partì per Monza e lui per Milano.

La sposa promessa tra il freddo ed il vento
giunse stremata fino ad un convento,
dove comandava una tale Gertrude,
la porcona-monaca con vulva che prude
che godeva a Monza, il Manzoni accenna,
facendosela chicanare da Prost e da Senna.

Appena Rodrigo udì dell’accaduto
mollo’ una scoreggia e tiro’ un grosso sputo,
urlo’ agli scagnozzi : “Voglio Lucia
Cercatemela e portatemela, ovunque sia!”

Nel frattempo a Milano giungeva lo sposo
poco contento e abbastanza furioso,
ragionava tra se’ : “Ma mondo stoppino…
non trombo Lucia e qui fo’ il cretino!”.
Ma giunta era l’ora di far colazione
ed agognando Renzo un bel bombolone
si reco’ presso il Forno alle Grucce….
volaron brioches come cartucce
peggio della guerra di’ quindici-diciotto
volavan panini, schiacciate e un biscotto;
la gente mirava davvero a far male
sette contusi per un filone integrale.
Dopo un paio d’ore arrivarono i celerini
che sedarono il tutto tirando crostini.
Renzo si rifugio’ in un’osteria
e si sbronzo’ alla facciaccia di Lucia.

Avrete gia’ inteso che allora a Milano
c’era la crisi della farina e del grano
ma il poero Renzo sapeva un’accidenti
che li’ scarseggiavano questi frumenti.
Passeggiava pe’ i’ centro con un sacco gigante
quando fu controllato da una volante,
fu perquisito e di poi arrestato :
detenzione e spaccio di cantucci di Prato.
Ma non finisce qui l’avvincente romanzo,
Renzo scappò verso l’ora di pranzo:
“Quasi quasi vo’ a Bergamo, si’ la città l’è brutta,
speriamo almeno un’ si tirin la frutta!
Proprio di mele c’ho dietro du’ torte…
se mi piglian stavolta c’e’ la pena di morte!”

Don Rodrigo in tachicardia
senza il bambino della Lucia,
esclamò : “Perché non c’ho’ pensato?
Basta che avverta l’Innominato!”.
Parti’ al galoppo, valicava ogni valle
una mano alle briglie ed una alle palle
e appena il cavallo casco’ sulla ghiaia
apparve il cartello “Villa Calcinaia”.
Rodrigo all’Innominato : “Mio amicone,
con speranza ti chiedo ‘sta commissione
Rapiscimi Lucia, tranquillo e con calma
se non la trovo mi verrà il cardiopalma!”
L’Innominato con cinque teppisti
entro’ nel convento senza esser visti :
da tutte le suore Lucia era appartata
il Grifo la vide e le diede una bastonata,
la colpi’ con forza, un po’ sotto il collo,
lei si squagliò come il pane in ammollo.
Per più di sei giorni la poera Lucia
rimase sdraiata per l’anestesia;
la poveretta piangeva, piangeva e pregava:
“Madonna… fo’ un voto… nessuno mi tocca,
rinuncio ad ogni uomo, niente buonismo
da qui finche’ non muoio solo onanismo!”.

Cosi’ lei giuro’ sperduta nel Chianti
quando le apparve l’Innominato davanti:
“Poera Lucia, ti vedo un po’ pesta,
che hai fatto alla spalla e li sulla testa
Davvero mi vergogno e ti chiedo scusa…
non chiamo Rodrigo e ti mando a Ragusa!”.

Ma lei torno’ al paesello natale
e nel borgo scoppio’ un gran carnevale:
baci ed abbracci, strappi di camicia…
nemmeno in curva quando c’era Derticia,
ma si blocco’ di colpo la città
quando seppe del voto di castità.

Lucia grido’ : “Che Renzo si metta in pace…
il suo augello lo piglio solo alla brace!”.
Milano intanto senza che si sapesse
fu colpita da una forma di aiddiesse:
i rotoli di carta furon presto esauriti
e la gente si puliva il culo coi diti.
Il contagio avveniva stringendosi le mani
e cosi’ fu moria tra i popolani.
Rodrigo fu colpito da una forma violenta
salutando uno zio che cacava polenta:
vane le cure con aspirina e chinino…
e mori’ senza ricevere quel beato bambino.

Ed ecco proprio che da questo momento
riapparve Renzo dall’isolamento:
da Bergamo a Lecco in un battibaleno,
superando le carrozze nientedimeno,
arrivo’ da Lucia che tutta emozionata
gli disse che lui non l’avrebbe trombata.
E Renzo rispose, di rabbia assai empio:
“Lucia te c’hai il VOTO… ed io lo riempio!”.
Questo e’ il finale : ma quale provvidenza..
i mugolii echeggiarono ben oltre Vicenza.

Il mio romanzo e’ terminato,

ripongo la penna e vo’ a bere un Moscato

perche’ io soprattutto di questo Manzoni,

mi sono veramente riempito i coglioni!

OPERA DEGRADATA – NESSUN DIRITTO

Come da Consulente Legale Informatico dell’Avv. Valentina Freudiani

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato a discrezione di togo29 e comunque non sistematicamente.
Non può quindi essere considerato un prodotto editoriale, ai sensi della legge 62 del 7/3/2001. Alcune immagini sono frutto di una ricerca attraverso la rete e/o prelevate da siti all’apparenza di pubblico dominio,ma se il loro uso violasse diritti d’autore, lo si comunichi all’autore del blog che provvedera’ alla loro pronta rimozione.

Finalmente una bella notizia. Tra l’altro e’ un’anticipazione. Un’esclusiva. Bruno Vespa ha scritto un libro. Che gioia. Mi viene da fare i salti mortali, le stirubacule. Compriamolo, vi prego, subito tutti perche’ se no quello li’ ci frolla come la cacciagione. Ci fa due balle come quelle dei tori da corrida. Due melanzane viola da caponata. Compriamolo, vi scongiuro, che se no poi ce lo ritroviamo a far la promozione anche da Tonio Cartonio alla Melevisione. Lo troviamo che ce lo spiega vestito da farfalla al posto del logo Rai o su un documentario del National Geographic che ne parla con un fermento lattico. Appello.. Bruno sta sereno. Lo compriamo tutti. Non andare a Uno-mattina, dormi. Quello capace che fa la promozione su autostrade per l’Italia punto it in mezzo alla Milano- Roma sventolando il libro tra i Tir.

No, son quelle notizie che non ci dormi la notte. Tipo quell’altra che ho letto su un giornale dalla parrucchiera. La notizia e’ la seguente: ANCHE CARMELA HA TROVATO L’AMORE. E voi mi chiederete: Carmela chi? Quale Carmela? Di quale Carmela si sta fottutamente cianciando? Bene. Anch’io me lo sono chiesta. E allora sono andata avanti a leggere l’articolo e ho scoperto che si tratta di Carmela, la ex moglie di Gigi D’Alessio, che si e’ fidanzata con un tronista di Maria De Filippi. Ve ne frega? Vi scuce qualche piega?… Siete gia’ li’ che fremete di sapere o ve ne impippate regalmente come me? Perfetto. E invece a qualcuno importa. Qualcuno spende dei soldi per comperare un giornale che ti informa che Carmela ha trovato l’amore. Roba da non crederci. Perche’ adesso e’ partita ’sta moda qua. Di farci sapere gli affaracci degli altri. E non solo dei personaggi famosi. Anche dei parenti dei personaggi famosi, purtroppo. A parte il fatto che mi piacerebbe sapere quanti diavolo, quanti cavolo, quanti minchia e straminchia sono i tronisti di Maria De Filippi. Ci sono piu’ tronisti di Maria che tulipani in Olanda. Piu’ tronisti della Defilippa che gente che fa pipi’ all’Oktoberfest. Secondo me sono sempre gli stessi tre o quattro tronchi di pino col sopracciglio tagliato e il pantalone pieno. Tre o quattro falabrac con la faccia che un po’ sembra feroce e un po’ scolpita nel budino. Mezzi angeli e mezzi pirla. Magari mi sbaglio. Forse invece sono decine e si moltiplicano per talea. Chissa’. Ma tornando a Carmela. No, dico, a noi fa piacere se ha trovato l’amore, ci mancherebbe, ma NON VOGLIAMO SAPERLO. Rendetevi conto che se cominciate anche ad informarci degli amori dei parenti dei personaggi famosi, non ne usciamo vivi…Chi.. dovra’ pubblicare numeri di 700 pagine, come ..Elle.. e ..Marie Claire… La sorella di Jo di Tonno, la cugina di seconda di Margherita Hack, lo zio calabrese di Del Piero… E allora a ’sto punto facciamo dei ..Chi.. di quartiere… No, scusa. Se mi interessa sapere che Carmela ha trovato l’amore, allora mi interessa pure sapere che Concetta ha perso le chiavi, Gaetana ha la psoriasi e Gilberto il portinaio di via Di Nanni ha il cagotto da 6 giorni e non gli passa.

Giovanna ha finalmente deciso di smettere i fumogeni. Due sedute di ipnosi, un paio di graffette ai lobi delle orecchie come per i vitelli e ce l’ha fatta. Ora non fuma piu’. La vedo molto piu’ serena, pero’ le e’ presa la mania del cellulare, anzi l’ossessione. Invece di accendersi una Camel fa una telefonata a caso. Ha un bailamme di cellulari che tutti insieme non fanno un chilo, e ciascuno miagola in modo differente. Per adeguarsi al nuovo trend il suo arcifidanzato, che non ha testa ma testicoli, in un empito di furore amoroso, l’altra notte le ha sussurrato… Sei una grandissima Gnokia…. Lei ha mollato gli ormeggi e lui le e’ planato addosso piegandola come un origamo facendole vedere i sorci verdi.

Al contrario Stefy da anni detiene un telefonino solo, d’epoca, lungo come il Po e pesante come una fetta di gorgonzola coi vermi. Ma lei e’ affezionata. Lo usa sempre.. Anche da scarico, come fermaporte o sollevamento pesi. Un telefonino efficientissimo con qualche problema di ricezione nelle gallerie. Infatti se ti capita di telefonare alla Stefy mentre e’ infilata in un tunnel, la sentirai latrare dall’altra parte… Parla piu’ forte che sono in una grotta… Stefy ha una propria lessicale primitiva. Lunedi’ il suo beniamino si e’ guastato. Irrimediabilmente. Una malattia fulminante e impietosa. Con l’anima spezzata in due lei si e’ fatta coraggio e l’ha portato dal prano. Davvero lei ha portato il il telefonino dal pranoterapeuta che con la sua energia l’ha ricaricato. E da allora anche Stefy emana calore tipo foca monaca in fase riproduttiva.

La nonna di Luisa l’altro giorno telefona alla nipote. Pronto? Lo sai che ogni volta che ti chiamo pago 16 centesimi di scatto alla risposta?.. Ovviamente Luisa risponde– Beh, si’, ma che ci posso fare io? Ma l’antenata incalza.. Come cosa ci puoi fare? Quando chiamo scatta! Scatta velocemente da quel divano cosi’ paghiamo di meno! La nonnetta pensava che lo scatto alla risposta corrispondesse allo sprint con cui ci si butta sulla cornetta, beata ignoranza all’evoluzione tecnologica.

Io dei telefonini non reggo le suonerie. Sambe, barriti, trombe del giudizio universale, sinfonie intere che ti vien voglia di interrompere a meta’. Ma perche’ non tentare una rivoluzione? Dai..il telefonino che puzza. Puzza invece di suonare. Un fetore improvviso, panico tra gli astanti e il responsabile che ammette… si scusate, c’e’ una chiamate per me. Presto fatto. Basta anche un ventaglio ridotto di odori.. letame, gorgonzola, piede di marito e scorreggia di cane stitico. E voglio vedere se qualcuno ha il coraggio di tenere acceso il cellulare al ristorante o in coda agli sportelli.

Controllare un pc da distanza..

Lavorando molto, e’ importante ottimizzare il proprio tempo. Qualcuno diceva il tempo e’ denaro! Non vale per me ^_^, ma e’ comunque importante risparmiare piu’ tempo possibile. Quando perdiamo del tempo inutilmente? Ad esempio immaginiamo di essere in ufficio, in viaggio, all’universita’ o in qualsiasi altro luogo, ma abbiamo la necessità di accedere al pc per controllare un file senza il quale non possiamo continuare il lavoro. Come facciamo! Un nostro familiare non riesce a fare una cosa con il PC e ci chiede di tornare a casa ad aiutarlo. O magari un nostro amico ci ha chiamato disperato implorando di raggiungerlo a casa per sistemargli il PC infetto, proprio quella sera che state caricando! Con IremotePC possiamo evitare di disperarci, perdere tempo inutilmente e goderci ila nostra carica perché ci consente di entrare nel PC desiderato, anche senza essere fisicamente davanti! IremotePC è il programma per eccellenza dei software di controllo remoto (a distanza). Questo programma ci consente di ottenere i massimi risultati sprecando il meno tempo possibile. Da qualsiasi computer, con una semplice connessione a Internet, sara’ possibile accedere al PC desiderato proprio come se ci si trovasse fisicamente davanti a questo. È la soluzione di accesso remoto più rapida, semplice e affidabile disponibile sul mercato in quanto stiamo parlando di un software totalmente gratuito e dalle funzionalita’ professionali.

Caratteristiche principali

* Accesso remoto: controllo remoto professionale da qualsiasi postazione.
* Trasferimento file: consente di spostare rapidamente file tra il PC del controllore e il PC controllato.
* Gestione Avanzate: il pc sara’ controllabile in ogni singolo aspetto!
* Condivisione file: consente di condividere in modo semplice file di grandi dimensioni senza la necessità di effettuare upload.
* Invito ospiti: permette di condividere il desktop per la collaborazione in remoto.
* Sincronizzazione file: consente di sincronizzare file e cartelle in pochi secondi.
* Protezione: la crittografia SSL 128bit-256bit garantisce un’efficace protezione.

Come posso controllare a distanza il pc desiderato pur essendo a 10000 Km di distanza?

* Scarica e installa iRemotePC nel PC che desideri controllare, o fallo scaricare nel PC che vuoi controllare.
* Collegati al sito www.iRemotePC.com ed effettua il login.
* Una volta effettuato il login non avrai bisogno di nulla e avrai il pieno controllo del PC sul quale e’ installato il software
* La sicurezza della tua connessione sara’ garantita dal protocollo di crittografia SSL 128bit-256bit.

 

Programmi Bloccati.

Vi si bloccano dei programmi?. L’unica soluzione in questo caso e’ secondo Voi e’ quella di entrare nel Task Manager e “terminare” l’applicazione.

Rottura di palle vero?. Quindi lasciatelo fare in automatico dal sistema no?. Come?

Devo dirVi sempre tutto..ma cambiando semplicemente un valore nel registro e lasciare svolgere a Windows questa procedura in maniera del tutto automatica.

Ecco come fare:

1=andate in Start > Esegui e digitate regedit seguito da invio.
2=portarsi nella chiave HKEY_USER\.DEFAULT\CONTROL PANEL\DESKTOP
3=nella finestra a destra cliccate due volte sulla stringa AutoEndTask
4=nel campo ‘dati valore’ digitate 1
5=cliccate su OK e uscite dal registro

Per ripristinare il comportamento di default ovviamente nel campo dati valore bastera’ digitare lo 0.

Vivere

Vivere. Altrove. Da molto. Da poco. Per pochi mesi. Per qualche anno soltanto. Per sempre. La vita altrove costringe chi l’ha scelta, o chi l’ha subita, a fare il punto piu’ spesso di quanto non accada agli altri. Dove sono capitato, cosa sto facendo qui, perche’ ci sono arrivata e come. Qual e’ il senso dell’andare, quale il senso del restare. Vale la pena. O no. Varra’ la pena. Quando? Avevo un’alternativa? Ma chi me l’ha fatto fare?

La vita altrove e’ una pioggia gelata, ma a volte potrebbe essere anche una coperta calda. Dipende dai giorni e dalle stagioni dall’inserimento. Perche’ vivere altrove significa cancellarsi un poco alla volta e reinventarsi, di continuo. Significa scegliere di perdere l’equilibrio e navigare a vista, quando non del tutto alla cieca. Finche’ non si siano individuati, nella nebbia di un mare sconosciuto, nuovi punti fermi. Nuove certezze cui ancorarsi. Perche’, comunque la si voglia girare, noi siamo piante con le radici che hanno bisogno di terra. ..Devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…, cantava un poeta. Quasi ad incoraggiare il viaggio di noialtri pur essendo ciechi nella nebbia.

Ma. Vivere altrove significa convivere con la nostalgia, parola che l’emigrante rispetta, teme e impara, a sue spese, a non deridere e ad usare con cautela. Significa rincorrere il ricordo una mattina e imporsi di dimenticarlo la mattina dopo, perche’ fa male. Significa accettare di adattarsi, di piegarsi, di contaminarsi, di compromettersi, sapendo che non sara’ mai abbastanza soprattutto se qualcuno ti ha illusa di trovare un posto sostitutivo alla tua vita in maniera migliore. Siamo quel che siamo e, inevitabilmente, siamo anche il posto da cui veniamo. Anche se impariamo ad accettare di non esserci quasi mai, in quel posto. Di perdere compleanni, battesimi, grigliate,oratori, cene con le compagne di scuola, aperitivi, nascite, incidenti, operazioni, aperitivi e nuovi tagli di capelli di chi e’ restato. La vita altrove forse regalera’, col tempo, altrettante occasioni. Ovvio. La vita e’ generosa con chiunque abbia il coraggio di prenderla in mano ma e’ anche cattiva con chi crede o gli hanno fatto credere di trovare il paradiso ed invece avrebbe forse trovato l’inferno. Per fortuna o sfortuna esistono persone che si fanno i fatti degli altri e vedendo sia una parte che Altrove puo’ a volte fermare questo lanciarsi nel vuoto. Per vivere bisogna convincersi che le nostre radici se estirpate possono far morire ma se trapiantate con criterio di chi conosce l’uso ti fara’ vedere il sole anche nei giorni di pioggia.