A proposito di Torri Gemelle..

Esistono perplessità per quanto accaduto l’11 settembre 2001 e quindi cercando incidenti simili ho trovato un aereo che ha colpito l’Empire State Building durante la seconda guerra mondiale e nella foto sotto dove ho cerchiato è il punto di impatto e non è un fake…

 

Si trattava di un B25, un bimotore. 

Nel corso della guerra ci si accorse che per la strategia di bombardamenti a tappeto praticata dagli USA funzionavano meglio i bombardieri molto grossi e capaci di volare altissimi, così il B25, piccoletto, veniva spesso destinato a fare cose per cui non era progettato, tipo mitragliamenti a bassa quota o trasporto di passeggeri. 

Il B25 in questione svolgeva proprio quest’ ultimo servizio, e nel luglio 1945 mentre effettuava un trasferimento, chiese di atterrare all’aeroporto civile di New York

Oltre a pilota e copilota a bordo c’ era solo un meccanico dell’ aviazione, che ne aveva approfittato per avere uno strappo per New York.

Erano partiti di mattina presto da una base militare del Massachussets, uno staterello costiero vicino a New York (questi aerei non avevano neanche lontanamente la stessa autonomia di quelli odierni), e dopo esser stati respinti per scarsa visibilità dalla torre di controllo del “La Guardia” il pilota chiese se potevano atterrare in un altro aereoporto, nel New Jersey, un pò più a Sud. 

Tutti e tre gli aereoporti si trovavano presso la costa, e quella mattina un banco di nebbia enorme e fittissimo copriva tutta quella zona e per tutta risposta gli fù detto che anche lì la visibilità era zero.

Il problema è che un aereoplano non può star fermo a mezz’ aria mentre aspetta istruzioni, quindi il pilota non potè fare altro che mettersi a girare a vuoto sulla città, pilotando a vista, come era frequeste a quei tempi e nel dubbio di atterraggio forzato il pilota scaricò le bombe che aveva in carico in mare e proseguì il volo a vista sino a quando andò a sbattere contro l’Empire che era stato costruito una 15na di anni addietro.

L’impatto ovviamente non è paragonabile all’attentato della Torri Gemelle in quanto  gli aereoplani della seconda guerra mondiale, nonostante l’aspetto massiccio, dovevano per volare essere molto leggeri, quindi erano macchine molto più “vuote” e delicate di quanto sembrassero, fatti sopratutto di lamiera e l’unica cosa massiccia erano i motori a pistoni.

Ci entro’ dentro e ci cadde di traverso, finchè non venne fermato dall’ ascensore qualche piano sotto. 

Il palazzo arrestò di brutto l’ aereoplanino, che si sbriciolò contro, limitandosi a fare un buco di 5 o 6 metri di diametro e devastando tre stanze.

La robusta struttura del palazzo quasi non ebbe un graffio.

Dell’ aereo solo i motori non vennero ridotti in pezzetti, e schizzarono via come proiettili: uno trapassò spettacolarmente l’ edificio e cadde per quasi 300 metri…

Il motore in caduta libera finì il suo volo andando a sfondare il tetto di un palazzo sotto..

ma non fece vittime, mentre l’ altro motore urtò il pozzo dell’ ascensore e fece danni..

in quanto dentro c’era l’impiegata che come lavoro chiedeva alla gente a che piano volessero andare, premeva i tasti e li accompagnava. 

La ragazza rimase gravemente ustionata, i soccorritori la trassero fuori e per farla arrivare al piano terra la caricarono, da sola, sull’ ascensore a fianco… che aveva il cavo spezzato, così la disgraziata cadde per centinaia di metri… poi però, data la velocità, l’ aria nel pozzo dell’ ascensore non fece in tempo a sfiatare, venne compressa e ammortizzò un poco la caduta della cabina. 

La ragazza venne trovata, oltre che ustionata, con le gambe e la colonna vertebrale spezzate in più punti.

Tutto ciò mentre i pompieri combattevano l’ incendio che si era sviluppato a causa del carburante dell’ aereo.

Questo avvenimento ci riporta alle Torri Gemelle (vedi foto sotto). 

La ragione per cui quelle sono cadute (misteriosamente in piedi) è che (si dice) il calore dell’ incendio ha stemperato l’ acciaio della struttura portante trasformandolo in ferro, molto meno resistente. 

Il metallo oltretutto dilatandosi ha spaccato il cemento, e a quel punto non c’ era più nulla che reggesse il peso dei piani superiori, che quando son venuti giù hanno travolto il resto dell’ edificio (e vabbe’)..

   L’incendio dell’ Empire State Building invece venne spento in in una trentina      di minuti e ancora oggi è l’incendio spento a maggiore altezza dal suolo.

Tirando le somme, nello schianto del B25 morirono undici occupanti dell’ edificio e i tre aviatori e l’edificio venne riparato e continua ad esistere. 

Soccorso in corso

Sulla terrazza panoramica, evidenziato in rosso nella foto sopra, c’ erano al momento dello schianto 50 o 60 turisti, che stavano probabilmente bestemmiando perchè a causa della nebbia di panorama non ne vedevano una mazza… finchè non furono ripagati del prezzo del biglietto dallo spettacolo di un aereo bombardiere che esplodeva a pochi metri sotto il loro naso. Non una cosa da tutti i giorni…

Avevano stimato qualche vittima di troppo, a quanto pare

Per concludere, una nota positiva su tutta questa vicenda: La signorina dell’ ascensore, chiamata Betty Lou Oliver, sopravisse e si riprese da entrambi gli incidenti.

Eccola quì all’ uscita dall’ ospedale, malconcia ma viva e sorridente. Detiene tutt’ oggi il (non invidiabile) record mondiale di sopravvivenza alla caduta di un ascensore. Il secondo record di quella giornata. L’edificio ripeto che è tuttora in piedi e non ha fatto la fine delle torri gemelle..bah..fine del post. Ci sarebbe anche la storia dell’aereo che ha sbattuto contro il Pirellone a MI il 18 aprile 2002 e anche qui un piccolo aereo da turismo pilotato maldestramente (così è stata definito dall’inchiesta mentre voci di corridoio dicono che sulla pista 33R c’era la finanza ad aspettarlo e quindi il pilota aveva deciso il rientro in suisse ed essendo controsole…) andò a sbattere nel 26mo piano del grattacielo Pirelli causando 3 morti (pilota e due persone che erano nell’ufficio) 60 feriti e lavoro di ristrutturazione di locali della regione lombardia per danni stimati in 33 milioni di euro..


Visite Mediche Private.

 

 

Considerato che ho l’età dei datteri e che teoricamente sarebbe ora di fare visite mediche, oggi schivo l’informatica e mi concentro sulla ricerca sanitaria nazionale.

Well, vedo liste di attesa inaccettabili e vedo soprattutto l’accantonamento dell’utilizzo del Sistema Nazionale Sanitario a pro del privato che vi garantisce visite con tempi accettabili.

Ora, non tutti possono permettersi questa via in quanto o si fanno visitare o pagano a fine mese le spese condominiali e qui comincio coi consigli trovati nel web.

Punto Primo Il medico deve certificare l’urgenza.

Questo vale sia per il medico di famiglia, la guardia medica, ilpediatra che devono applicare un codice di priorita’ sulle ricette dove

U significa Urgente e quindi la prestazione deve essere fatta entro 3 giorni (72 ore)

B significa Breve ovvero entro 10 giorni.

D significa Differibile ovvero entro 30 giorni per le visite e 60 per gli esami diagnostici.

P significa Programmabile ovvero 120 giorni.

Ora se la lista di attesa non soddisfa le lettere di cui sopra, voi potrete andare nel privato e farvi rimborsare la prestazione compilando questo modulo da inviare all’Azienda Sanitaria di appartenenza allegando la ricetta medica e la prescrizione del cup.

 

Tutto questo è in base al decreto legge n.124 del 1998

 

 

e quindi rimarra’ solo a vs carico solo il Ticket e se avete l’esenzione, manco quello.

Quindi fatevi dare la PEC del direttore sanitario della asl di competenza e inviate quanto indicato.

Occhio che la asl cercherà di bloccare le liste di attesa per non farvi entrare nell’anno in corso contravvenendo ai suoi doveri nei vostri confronti e a questo punto cercate qualche associazione e io ho trovato questa

https://www.periplofamiliare.it/blog/la-lista-dattesa-troppo-lunga-ce-il-diritto-alla-visita-privata

Apple sotto attacco.

 

 

Per la serie “attaccare gli utenti Apple” fate attenzione che in questi giorni sono stati segnalati molti attacchi pishing ribatezzati Push bombing che sfruttano la procedura normale di reimpostazione password.

Parth Patel, un imprenditore nel campo dell’intelligenza artificiale generativa, ha documentato su Twitter/X una recente campagna di phishing contro di lui.

Patel ha raccontato di come i suoi dispositivi Apple siano stati letteralmente invasi da notifiche di richiesta di reimpostazione password, rendendo impossibile l’utilizzo normale dei suoi dispositivi.

 

Dopo aver rifiutato ripetutamente le richieste, Patel ha ricevuto una chiamata fake dal presunto supporto Apple, che tentava di convincerlo a fornire un codice monouso OTP (con il quale l’attaccante avrebbe preso il controllo dell’account Apple).

Occhio che non è stato l’unico.

Anche Chris, proprietario di un hedge fund di criptovalute, ha subito un attacco simile.

Dopo aver rifiutato le richieste di reimpostazione password, ha ricevuto una chiamata fraudolenta che sembrava provenire dal supporto Apple.

Fortunatamente, Chris ha agito con prudenza, rifiutando di fornire ulteriori informazioni e cambiando le sue password.

Come funziona l’attacco Push bombing?

Kishan Bagaria, un ricercatore di sicurezza, sospetta che Apple potrebbe essere vulnerabile a un exploit che consente agli aggressori di “bombardare” i dispositivi degli utenti con richieste di reimpostazione password.

Bagaria ha precedentemente segnalato un problema simile ad Apple già nel 2019, ma sembra che il problema persista e non abbia ancora trovato soluzione.

Arrivo al dunque del post e consiglio di prepararvi al probabile rischio…

Questi attacchi sottolineano l’importanza di essere vigili e consapevoli delle pratiche di sicurezza online.

È fondamentale prestare attenzione alle richieste di reimpostazione password e alle chiamate sospette, evitando assolutamente di fornire informazioni personali a chiunque contatti in modo non richiesto.

Apple non ha ancora commentato pubblicamente su questi ultimi attacchi di phishing, ma è chiaro che sia necessario un maggiore impegno per proteggere noi utenti da tali minacce.

Concludo esortandovi ad aumentare la sicurezza del vostro account mantenendo aggiornati i vostri dispositivi e soprattutto ad utilizzare l’autenticazione a più fattori ovvero mail+consenso col cellulare.

 

Bagni Pubblici..

 


Quattro mura, una tazza, qualcosa di cui sbarazzarsi.

Pochi ingredienti per una delle abitudini piu’ diffuse: fare la cacca.

Per la serie “Cessi” e’ giocoforza fare un post di sopravvivenza per quando siete fuori casa e dovete sbarazzarvi di quello ingurcitato e ricordo che tutto quello che e’ entrato occorre farlo uscire altrimenti son peni amari. (alias azzi acidi).

Non ho mai incontrato nessuno (ma proprio mai) che dicesse di sedersi sulla tazza di un bagno pubblico cosi’ come fa su quella di casa sua.

Dal mio canto ho qualche problema in quanto se non ci sono condizioni ideali io rimando al mio ritorno e il record e’ stato a Les Deux Alpes (due settimane bianche continuate per evitare riunioni familiari di fine anno), nonostante l’hotel a miriade di stelle e tutti i vari tipi di purganti francesi io ho resistito sino al ritorno e arrivato nel box di casa non ho fatto in tempo a risalire nell’alloggio e per fortuna avevo dei sacchetti di plastica.. il mio vicino di box (famoso equilibrista nel senso che mi stava proprio sulle palle) si domanda ancora oggi per quale motivo una comitiva di persone abbia lasciato sto sacchetto escrementoso attaccato alla sua maniglia e da la colpa al “Follia, pizzeria di via Italia con 200 posti e solo 4 cessi”.

Ad ogni modo evito il fuori tema e illustro le tre posizioni principali, di chi purtroppo e’ obbligato sedersi sul cesso non suo…

Nota importante per i bambini fino ai 24 mesi che stanno leggendo:

BAMBINI, NON FATE QUELLO CHE LEGGETE IN QUESTO POST… POTRESTE FARVI MALE E LASCIATELO FARE A CHI E’ DI MESTIERE..



1) LA SOSPENSIONE:


E’ una delle tecniche piu’ diffuse.

E’ anche l’unico momento della vita in cui potete fare ginnastica mentre siete fuori casa.

Come vedete, consiste nel rimanere col fondoschiena sospeso in aria. 

Difficoltà principali: mantenere l’equilibrio, fare in fretta, centrare la tazza. Attenzione a non TREMARE.

2) LA RANA:


Consiste nell’usare una tazza normale come se fosse quella di un bagno turco (come se si facesse la cacca a terra).

Si sale con entrambi i piedi sui bordi e ci si rannicchia.

Solo per veri esperti.

Vediamo che l’uomo nella gif riesce a mantenere un buon equilibrio mettendo le mani sotto il mento.

Se avete qualcosa nelle tasche dei pantaloni preparatevi a infilare la mano nella tazza.

Anche se sembra figa la posa e’ sconsigliata vivamente perche’ assai pericolosa soprattutto se siete negativi con la dieta in quanto se il vaso cede o scivolate a causa dei liquami (bleah!) potreste farvi male sul serio e poi a chi di noi piacerebbe essere soccorso coi pantaloni abbassati nel bagno di un autogrill? 

Be’, meglio non pensarci dai.

 

3) LA MUMMIA:

 

Come vedete, chi usa la tecnica della mummia e’ sempre molto rilassato.

In molti casi aiuta il deflusso leggendo un quotidiano che vi aggiorna seulle apparizioni a Tremignano.

Come riesca a rimanere tranquillo mentre e’ seduto sulla Beverly Hills dei batteri non e’ dato saperlo.

Non metto in dubbio che non siano brave persone, ma se vi offrono la mano non stringetela.

Se non si dovesse capire dal filmato, la tecnica consiste nel mummificare con la carta igienica il bordo del water.

Purtroppo la usano le stesse persone che rivendicano la foresta amazzonica.. bastardi.

Finito i tre modi di evacuazione, termino il post indicando un altro aspetto molto importante e spesso sottovalutato e cioe’..

Ha una forte componente educativa ed e’ lì a ricordarti che prima o poi devi fare i conti con le tue azioni.

Il BIDET ISTANTANEO che e’ quello schizzo d’acqua (e non solo), detto anche impropriamente rinculo, che ti colpisce il fondoschiena quando lasci cadere nella tazza il pranzo di qualche giorno prima.

(non succede ai Tedeschi/Olandesi/Austriaci, che usano il water a vista ovvero col foro in avanti e se non avete cliccato sul link “cessi” di inizio post ve lo ripropongo riclickando qui)..

Con la sospensione 2 “la rana“,  e’ quasi una sicurezza.

Se non lo trovate rinfrescante e volete eliminarlo il consiglio e’ quello di mettere un pezzo di carta igienica al centro del bersaglio prima di usarlo…

In questo modo avrete anche effetti collaterali interessanti. 

Ad esempio annullerete il “PLOCK” e nei bagni pubblici e’ una gran cosa visto che spesso sono aperti da tutti i lati (non vale per gli americalatini che non possono assolutamente buttare carta nel cesso).

Un altro effetto e’ quello di eliminare la sgommata ma non credo che in questa circostanza ve ne freghi molto.

Se poi, oltre al “PLOCK”, volete eliminare TUTTI i rumori e minimizzare la puzza tirate lo sciacquone DURANTE il caghisterio.

Ad es. gli arabi anche nel deserto mentre defecano battono due pietre per tutta l’esecuzione e adesso capite perche’ molto spesso hanno le unghie bleu se non riescono a ritraggerle in tempo.

UN’ULTIMA NOTA

Se non vi siete portati un pacchetto di fazzoletti di carta e’ probabile che vi troviate a combattere con ricevute fiscali o che improvvisiate un bidet nel lavandino.

Dio ci liberi da questa immagine.

Se invece doveste trovare inspiegabilmente un bel rotolo di carta igienica e avete intenzione di afferrarlo mettendo le dita all’interno, tanto vale che uscendo diate una leccata alla maniglia.

Il rotolino di cartone viene toccato da tutti DOPO aver fatto i propri bisogni e PRIMA di lavarsi le mani e qui Mr.Covid19 gioca in casa.

Detto rotolino ha analogie con altri tipi di buco.

Dovrete prenderlo dalla parte esterna senza stringerlo troppo e farlo scorrere mentre tirate la carta con l’altra mano.

Cosi’:

Di cose da dire ce ne sarebbero tante altre e mi scuso se ho illustrato qualche banalita’ ma se anche una sola di queste servira’ a qualcuno per uscire dal tunnel dei cessi pubblici il mio post avra’ avuto senso.

Un saluto di cuore a tutti. Adesso pero’ andate a cagare.

 

Sim Swapping.

 

 

 

 

 

 

E così eccoci arrivati alla settimana prima di Pasqua e cerco di chiarire come mai i fornitori che abbiamo in rete riescono a bypassare la sicurezza dei due fattori che abbiamo utilizzato per i pagamenti online.

A voi non è mai capitato che il vostro ordine fatto ai cinesini di turno di AliExpress e anche da Amazon o Temu, siano stati accettati senza il classico sms della vostra Banca che autorizzi l’operazione?

Si chiama SIM swapping ed è una pratica castigatoria con cui si ottiene illegalmente il controllo dell’utenza mobile altrui.

Questo Swap stava diventando una norma di base per evitare attese e anche perdita di operazione per cui anche da noi in Italia sono entrate in vigore nuove regole per la portabilità del numero e il cambio di SIM.

Continuo il post pensando (faccio male)? Fatta la Legge..trovato l’inganno…

Quel che mi sta sulle palle è che da povero pirla uno si fida della sua Banca e poi invece ci sta il bastardo che si cucca soldini per passare informazioni a chi ci pulirà il conto e a conferma di questo vedi il caso del Jonathan Katz , direttore bancario che ad ogni numero di cliente passato a Sim Swapping si intascava 1.000 dollari e ovviamente la notizia la leggiamo solo noi del mestiere e non viene divulgata ai media..

a noi basta solo sapere della santona di tremignano o della foto truccata dai reali inglesi.

Ora speriamo che questi tipi di attacchi, che poggiano su basi di ingegneria sociale possano davvero interrompersi col controllo serrato nei confronti del personale che offre assistenza clienti (lato provider mobili) e su dipendenti infedeli delle aziende di telefonia mobile e bancaria.

Il bello è che mentre scrivo il post ho fatto un ordine (non faccio nomi) ad Amazon ed è stato accettato senza il controllo SMS da parte del SanPaolo… certo è che non mi sono rotto le palle a dare conferme ma alla vista dell’omino che ride e ha dato il consenso al posto mio mi fa bruciare un poco il cuxo.

Azzo..

 

Umarell.

 

 

 

Ebbene si.. i pensionati 3.0 sono Umarells tecnologici (volgarmente chiamati Omarini) e c’e’ chi da una mano per consentir loro al ritrovo di cantieri e conoscere l’ubicazione esatta dei lavori in corso per poterli visitare e predispone l’habitat ideale.

 

 

A suo tempo c’era un app da scaricare sullo smartphone dal nome accattivante di Umarell (in emiliano significa appunto ometto o pensionato) e pure su facebook si trova un sito dedicato agli Umarell ed anche aziende di design che si sono interessate creando “anziani digitali” ovvero statuette di plastica in 3D alte 14 cm con le mani rigorosamente dietro la schiena da piazzare davanti allo schermo del computer.

 

 

Anche gli addetti alla sicurezza hanno il loro umarell sul ripiano della scrivania


Pure aziende tessili stanno tuttora vendendo magliette reclamizzanti gli Umarell e sono pure di ottima fattura nel senso che il costo medio viaggia sui 20 eurini..

 

Wikipedia ha dedicato una pagina all’Umarell.

 

 

L’Umarell ama seguire l’evolversi dei lavori nei cantieri e ne segue le fasi al parlamento


inoltre passa ore ad osservare gli operai al lavoro dispensando consiglia destra e a manca a costo zero.

 

Cosa spinge un signore senza piu’ obblighi di timbratura del cartellino a guardare per ore un cantiere? Anche in assenza di operai lui non molla la posizione

 

 

L’effetto e’ simile a quello che la luce ha per le falene, queste quando la luce arriva da una lampadina, continuano a volare in tondo e, a volte si bruciano facendo il tipico rumore.. crushhh.

Un po’ la metafora della vita di chi e’ attratto da un cantiere, attrazione occupazionale di un tempo che non si saprebbe altrimenti come spendere finisce per “bruciare” il tempo di un non diversamente vissuto.

Sono tanti i pensionati che scelgono di praticare con sorprendente assiduita’ a questo passatempo quotidiano e persino al mare non perdono l’occasione di osservazione a qualsiasi livello.

Ed è orgoglioso del nipotino che ogni tanto gli affidano

 

anche se a volte l’assenza del nonno fa preoccupare i parenti

 

 

 

La pratica non ha costi, serve imparare ad assumere una adeguata postura, mani dietro la schiena e uno sguardo fermo e attento.

 

 

Capace di vedere ogni minimo dettaglio per valutare come procedono i lavori, anche se magari per tutta la vita s’e’ fatto d’altro e non vedeva l’ora di continuare ad alzarsi alle 6 per mettere in mostra di essere un sapone (uno che sa molto). 

E per i più aggiornati tecnologici si può lavorare anche da remoto in smartworking ed è adatto a chi momentaneamente ha qualche patologia

E ci va che ogni tanto qualcuno ci lascia le penne ma è subito sostituito da altri (vedi il caso del Giovanni)

 

 

 

Per chi sa andare oltre un superficiale e sprezzante giudizio e si ferma ad osservarli finisce per assistere a uno spettacolo straordinario.

Ci si puo’ trovare di fronte a grandi lezioni di ingegneria o architettura.

I docenti sono loro, anziani signori che preferiscono spegnere la tv e stare all’aria aperta a vedere come si trasforma la citta’ e a illudersi che la loro presenza da vigili sentinelle sia una garanzia di buona realizzazione.

Per loro non e’ una perdita di tempo, anche l’uso eccessivo dei telefonini che portano a vivere una vita virtuale non li convince e difatti l’app di Umarell non sembra aver avuto lunga vita mentre ne e’ rimasta la traccia su Facebook con 20.000 iscritti.

Per gli Umarells, seguire l’avanzamento dei lavori e’ essere parte attiva di un cambiamento e come stare in una sala parto e seguire piano piano il venire alla luce di una creatura.

Anche se non tutti se la sentono di diventare Umarell e hanno ancora qualche stimolo nonostante la prostata ingrossata..

 

 

A fronte di quanto detto, sara’ dovuto all’avanzare dell’eta’ o al desiderio di fuggire dalla programmazione come Insider Microsoft lockdown, devo ammettere che quel cantiere aperto in via Italia davanti al Municipio comincia ad essere interessante veh.

 

 

 

Alcuni fatti REALI relativi all’Umarell…

 

Nel 2015, la citta’ di Riccione ha stanziato un budget di € 11.000 per pagare uno stipendio a umarells per la supervisione dei cantieri in citta’, contando il numero di camion in entrata e in uscita per garantire la consegna dei materiali / rimosso in base alle ricevute e guardia contro il furto quando il sito era altrimenti incustodito.

La città di San Lazzaro di Savena (BO), ha assegnato il premio “Umarell dell’anno” a un residente locale, Franco Bonini.

Nel 2016, l’associazione culturale locale “Succede solo a Bologna” ha rilasciato la “Carta Umarèl” come raccolta fondi per il restauro continuo della chiesa di San Petronio.

Separatamente, e’ stata rilasciata un’app per smartphone chiamata Umarells che ha tracciato la posizione dei lavori stradali e dei cantieri in corso.

La catena di fast food Burger King ha anche “assunto” diversi umarell come parte di una campagna di social media marketing per promuovere la sua maggiore presenza nel paese.

Nel luglio 2017 la “Commissione consultiva per la denominazione della strada” del Comune di Bologna ha approvato la denominazione di una piazza pubblica ad Est del centro cittadino nel quartiere Cirenaica Piazzetta degli Umarells in riconoscimento della fama locale del concetto e del nome – notando con consapevole ironia che la piazza era in costruzione all’epoca.

 

 

Nell’aprile 2018 la piazza e’ stata inaugurata dal consigliere comunale Matteo Lepore, dal presidente del distretto Simone Borsari, dal “signore degli umarell” Franco Bonini, dal cabarettista Maurizio Pagliari aka Duilio Pizzocchi e dallo scrittore Danilo Masotti. Nell’ottobre 2019 e’ stato rubato il cartello stradale per la piazza.

Nell’aprile 2020 la rivista di fumetti Topolino ha dedicato una puntata all’umarell Gerindo Persichetti.


A Milano
(noi siamo avanguardisti) hanno messo il trenino che porta gli umarellini in giro per i nuovi cantieri..

I bastardi rubasoldi hanno trovato il sistema di alleggerirti la pensione applicando tariffe regionali

 

 

 

 

L’Omarino ad ogni modo, non si ferma davanti ad ostacoli ed e’ attrezzato per superarli.

Anche i Carrelli hanno un anima.

 

 

 

Basta parlare di intellideficienza artificiale e arriviamo a postare cose serie..tipo acquisti all’Aldi di Borgaro (ci vado a prendere la grappa per fare l’infuso erbe svedesi..è compito mio provvedere alle bevande)..

Arrivo, parcheggio e cucco il carrello dopo aver inserito nello sgancio, la forcina trovata a terra..

 

 

Vi e’ mai capitato? Parlare con un oggetto o cercare di capire che anche lui ha un’anima?
Parliamo appunto del classico carrello della spesa quello che all’ipermercato lo vedi implaccato nel culo dell’altro carrello e devi infilarci una moneta per staccarlo dalla sua posa e ora mi domando perche’ la gente abbandona i carrelli della spesa in giro dove cazzo vuole?

Gliene frega della monetina che sta all’interno della gettoniera anche perchè infilano i gettoni di plastica, gliene frega se tu gli sbatti dentro con la tua macchina ventennale tenuta maniacalmente in box coperta con la prepunta fatta a mano da nonna Marietta.
Sembrerebbe una faccenda da niente, in fondo.

Accidia metropolitana. Piccole meschinita’ urbane.

Eppure, ogni volta che vedo un carrello abbandonato a se stesso il dubbio mi assale e un po’ mi rode il pallisterio.

Al cospetto di queste gabbie scoperchiate con le rotelle non posso fare a meno di lasciarmi coinvolgere dalle possibili ipotesi sul loro destino deragliato oltre che dalla pericolosita’ di investirlo.

Per quanto banali possano essere, è come se ne avvertissi la pena.

Io quei carrelli li compatisco, ma li odio, anche.

Specie quando me li ritrovo tra i coglioni.

Senza contare che la spesa “carrello tricolore


dove vado io non è valida per la grappa.

 


 

Se e’ vero che il coraggio non e’ altro che uno strano miscuglio di prudenza e di abbandono, chi ha avuto il coraggio di trascinarti fino a qui povero carrello?

Chi è quel bastardo figlio e’n’trocchia che ha avuto animo di svuotarti e buttarti via?

Chi si e’ concesso il lusso di non recuperare il suo euro di riscatto cavandolo da quella tua minuscola serratura, che una volta liberata ti unisce ai tuoi simili e ti permette di incularli e farti inculare tutti in fila appassionatamente uniti?

E, a proposito, a chi appartieni adesso che non fai piu’ parte di quelle inerti cordate che accolgono i clienti all’ingresso dell’ipermercato, prima di essere assalito dalla solita ondata d’aria, gelida d’estate e bollente d’inverno?

Troppe domande vero per un ammasso di ferraglia con ruote, e per cosi’ poco.

Infinite risposte possibili.

Meglio quelle impossibili e vediamo se riesci a rispondermi..

MIRACOLO.. SENTO LA TUA RISPOSTA…

Sono un carrello dell’Aldi quello piu’ vicino a casa tua.

Tu mi prendesti per caricare la grappa senza contare che la Lella ti fece il biglietto per prendere alcune cose.

Che bastardo sei.. I normali invece mi hanno caricato pasta, carne, scatole pesanti, acqua, bottiglie e buste di frutta.

Spingevano a fatica, ma il peso, cazzo lo portavo io.

 

 

Lui l’uomo dalla faccia di culo, sempre camicia e cravatta, quello che lavorava in ferrovia ed era amico di tuo cognato, zoppicava e tirava moccoli in barese.

Lei quella del quinto piano, gridava con voce da far bloccare le ruote anteriori.
Sembravano gente per bene con abiti eleganti presi all’ EuroSpin, macchina grossa, sai quei Suv fatti apposta per rovinare le altre macchine nei posteggi, specialmente quando aprono le portiere e piantano la legnata alla macchina vicina.

Perche’ minchia mi hanno lasciato da solo, abbandonato con la mia monetina dentro? E non tutti mettono la moneta, ci sono i furbi con la rondella di plastica che corrono grandi rischi col marocchino di turno arrivato fresco da Lampedusa..

 

 

Ogni mattina mi sganciavano per primo ed ero contento di fare il giro all’ipermercato.

Le mie ruote slittavano bene, le monete entravano giuste.

Portavo i bambini sul mio seggiolino.

Sterzavo perfettamente e non tiravo verso destra come il tuo uccello.

Senza contare le corse fatte con l’apertura di nuove casse e tu ne sai qualcosa…


La campana per la raccolta del vetro, qui a due passi, vengono a svuotarla sempre ma di me non nessuno mi caga.

 

I cani mi annusano e poi mi pisciano addosso.

Dov’e’ finita la mia dignita’?

Non posso andare avanti cosi’.

Ma il peggio e’ che non posso nemmeno tornare indietro..dai prendimi e saro’ tuo, saro’ il carrello della tua vita, non lasciarmi qui e riportami ad inculare il mio fratello e prenditi la moneta..te la sei meritata caro Carlo e soprattutto continua ad acquistare grappa e a scrivere cazzate..e ricordati che “scherza coi santi ma lascia stare i fanti”.

 

Il mistero del down di LinkedIn.

 

 

 

Giro poco sul X e oggi aprendolo ho trovato un tweet del portavoce di Linkedin che commenta il down della serata del 6 marzo scorso “Non sei tu, siamo noi. Potresti riscontrare problemi quando provi a visitare LinkedIn. I nostri team stanno lavorando per risolvere questo problema e puoi controllare gli aggiornamenti sulla nostra pagina di stato: https://linkedin-status.com“.

Sono sceso nel dettaglio della caduta rete occorsa il 6 marzo 24 dalle ore 21,40 sino alle 24 circa e controllando Linkedin non vedo alcuna dichiarazione chiara in merito a quanto è successo e quindi le teorie su questo down potrebbero essere diverse e spaziano dalle più logiche alle più improbabili.

Un down occasionale non è di certo il più grande problema che la piattaforma sta affrontando in questo periodo.

Se ben ricordo alla fine della scorsa estate, per esempio, LinkedIn è stata accusata di rastrellare le e-mail degli utenti per fini di marketing con comportamenti decisamente invadenti.

LinkedIn aveva respinto tutte le accuse come assolutamente false aggiungendo che nessun account di posta viene consultato senza l’esplicita autorizzazione dell’utente. 

Inoltre, il social network non invierebbe alcun invito ad iscriversi facendo le veci dell’utente a meno che questi non l’abbia espressamente permesso.

Del resto qualche ora prima anche i social di Meta erano irraggiungibili (Facebook, Instagram e Threads) in quanto non si riusciva ad aprirli e il risultato erano pagine bianche o schermate di login che restituivano un messaggio di errore sia dal browser web che da app per smartphone e tablet.

Anche Meta non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali quindi non è chiaro cosa abbia causato l’interruzione dei social.

Consultando Downdetector, la piattaforma che raccoglie le segnalazioni dei problemi riguardanti servizi e piattaforme si osserva che numerosissimi utenti sono stati colpiti.

Prendiamo atto e ci mettiamo con la schiena alla parete ringraziando l’AI in attesa che dalla sede di Sunnyvale dicano qualcosa in merito.

Che cos’e’ un hacker?

 

La definizione cercatevela in Wikipedia, questo post è dedicato a Kevin Mitnickal alias “Condor” il più famoso smanettatore informatico celebre per le sue cyber-attività che purtroppo è passato a miglior vita il 16 luglio 2023 all’età di 59 anni..

Il 16 luglio per me è una ricorrenza che mi ricorda un male bestia dovuto ad un calcolo renale che ha rovinato la giornata marina all’Enrico che mi porto’ al pronto soccorso di Vasto in quanto la Lella non vuole guidare la mia auto..e vabbe’..

Tornando al Kevin, le sue imprese le ha compiute quando era ancora minorenne ed è stato perseguitato dalle istituzione al punto da renderlo latitante per poi imprigionarlo mettendolo in isolamento perchè poteva far scoppiare una guerra nucleare solamente fischiettando da un telefono pubblico.

Il Kevin è stato un vero precursore ma anche innovatore, capace di inventare tecniche impensate fino a quel momento, come l’Ip Spofing, e di cementare nell’immaginario collettivo la figura del giovane pirata che, dalla sua cameretta, viola computer e siti considerati inespugnabili (un poco come nel film “Wargames” del 1983.

Mitnick era nato a Van Nuys, in California, nel 1963.

Ha iniziato a hackerare da adolescente, ed è diventato presto uno dei più noti «pirati» al mondo.

Nel 1995, Mitnick è stato arrestato per aver violato i sistemi informatici di varie aziende e agenzie governative.

È stato condannato a cinque anni di prigione e a cinque anni di libertà vigilata per furto di informazioni e frode informatica.

Dopo il suo rilascio, Mitnick ha scritto un libro di memorie, «Ghost in the Wires», che è diventato un bestseller.

Il libro racconta la sua storia di hacker e la sua esperienza in prigione.

Mitnick ha poi fondato una società di consulenza sulla sicurezza informatica, Mitnick Security Consulting .. il suo lavoro nell’ambito della cyber-security ha contribuito a sensibilizzare gli addetti ai lavori e il pubblico sulla vulnerabilità dei sistemi informatici e ha contribuito a migliorare la sicurezza digitale.

Tornando al titolo del post “ Che cos’e’ un Hacker” nella sua biografia, Mitnick scrive: «Alcuni hacker distruggono i file delle persone o interi dischi rigidi: si chiamano cracker o vandali.

Alcuni hacker alle prime armi non si preoccupano di imparare la tecnologia, ma semplicemente scaricano strumenti da hacker per entrare nei sistemi informatici: si chiamano “script kiddies”.

Gli hacker più esperti con competenze di programmazione sviluppano programmi hacker e li pubblicano sul Web.

E poi ci sono individui che non hanno alcun interesse per la tecnologia, ma usano il computer semplicemente come strumento per rubare denaro, beni o servizi.

Nonostante il mito di Kevin Mitnick creato dai media, non sono un hacker malintenzionato.

Quello che ho fatto non era nemmeno contro la legge quando ho iniziato, ma è diventato un crimine dopo che è stata approvata una nuova legislazione.

Ho continuato comunque, e sono stato catturato.
Il mio trattamento da parte del governo federale non era basato sui reati ma sul fare di me un esempio.

Non meritavo di essere trattato come un terrorista o un criminale violento».

La leggenda di Kevin Mitnick nasce già nell’adolescenza.

Anzi, ancora prima.

A 12 anni trova un modo di «hackerare» il sistema dei trasporti pubblici di Los Angeles e di viaggiare gratis su qualunque bus.

Un hacking analogico ma che indica già come Mitnick, fin da bambino, fosse (oltre che attirato dalla sovversione delle regole) un acuto osservatore della realtà: con occhi e immaginazione sapeva trovare le falle del sistema e il modo di sfruttarle.

Un giorno, mentre viaggiava sul bus, si rese conto che gli autisti usavano uno speciale punzone per validare i biglietti di trasferimento da una tratta all’altra: usando quella che oggi chiamiamo «ingegneria sociale» riuscì a farsi dire da un guidatore dove acquistare quel punzone e, recuperando le schede di trasferimento che venivano gettate nel cestini delle fermate ancora mezzi inutilizzati, ottenne una sorta di pass illimitato.

A 16 anni Mitnick, che aveva scelto il nickname Condor dopo aver visto il film «I tre giorni del Condor», realizzò il suo primo accesso non autorizzato a una rete di computer: era il 1979 e si introdusse nella rete di computer della DEC per poi copiare il software dell’azienda, un reato per il quale fu accusato e condannato nel 1988 (12 mesi di carcere seguiti da tre anni di libertà vigilata). Mentre era in libertà vigilata, violò i computer della Pacific Bell per la posta vocale: a quel punto divenne un latitante, sfuggendo alla giustizia americana per due anni e mezzo, un periodo in cui, secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, hackerò decine di computer e di reti, e copiò il software proprietario di alcune delle più grandi società di telefonia cellulare e di computer del Paese.

Nel 1994, usando l’IP spoofing (una tecnica che permette di rendere non rintracciabile il computer da cui si sta lavorando) attaccò la rete a San Diego dell’esperto di sicurezza informatica Tsutomu Shimomura, il quale poi collaborò con l’Fbi per trovare «Condor» insieme al giornalista John Markoff. Una vicenda raccontata nel libro «Takedown», poi divenuto film nel 2000, ricostruzione che Mitnick ha sempre rigettato, definendola piena di calunnie.

Il 5 febbraio 1995 venne arrestato a Raleigh, nella Carolina del Nord e accusato di reati come frode informatica e telematica.

La polizia lo trovò in possesso di telefoni cellulari clonati, più di 100 codici di telefoni cellulari clonati, documenti di identificazione falsificati.

Nel 1999 si dichiarò colpevole di quattro capi di imputazione per frode telematica, due capi di imputazione per frode informatica e uno per intercettazione illegale di comunicazioni via cavo.

Dei cinque anni di prigione, 8 mesi li trascorre in isolamento perché secondo i giudici sarebbe stato in grado di «iniziare una guerra nucleare fischiettando in un telefono pubblico» . L’idea, grandemente esagerata ma indicativa della reputazione leggendaria che aveva Mitnick, era che «Condor» poteva in qualche modo collegarsi al modem del NORAD (North American Aerospacial Defense Command) tramite un telefono pubblico dalla prigione e comunicare con il modem fischiando per lanciare missili nucleari (i primi hacker furono i «phone phreakers» che riuscirono a “comandare” le linee telefoniche sfruttando combinazioni di suoni veicolate da fischietti; tra loro anche Steve Wozniak e Steve Jobs, i fondatori di Apple).

Mitnick è stato rilasciato il 21 gennaio 2000, ma fino al 2003 gli è stato proibito l’uso di qualsiasi tecnologia di comunicazione diversa da un telefono fisso, di trarre profitto da film o libri basati sulla sua attività criminale per sette anni.

In questi anni Mitnick è stato consulente di aziende sui temi della sicurezza informatica, speaker e autore, oltre che, come detto, fondatore della Mitnick Security Consulting, società di consulenza sulla sicurezza informatica.

Addio Kewin R.I.P.

Alluce maledetto.

 

dita dei piedi.jpg
 
Essere amati o amare fa piacere
ma a volte un dubbio ti assale…
e ti rovina la vita;
inutile allora chiedere a lei se ti ama
perche’ si rischia di di rovinare un rapporto.
Meglio allora torturare la natura.
Ma  non prendertela con le margherite,
sai che sono meglio i trifogli.
Di solito la risposta e’ positiva
Se sei furbo e parti col “ SI”.
Se pero’ l’ultimo petalo dice NO,
vuol dire che era un quadrifoglio
e le cose non vanno poi cosi’ tanto male!
A proposito di male.. un male pazzesco
Alle dita dei piedi, sono handicappato coi nomi
Becco il motore e parto con
1° dito o ditone e’ l’alluce e va bene
2° dito melluce o illice
3° dito Trillice 
4° dito pondulo o pondolo
5° dito mellino, minulo o ditino..
Ebbene faccio fatica a camminare un male
Piu’ o meno del melluce o illice..
Deduco che forse e’ colpa della botta cuccata
battendo il piede contro la sponda del letto..
Proprio un male bestia, quasi non riesco camminare
Prendo della pomata dall’armadietto medicinali
Tolgo la scarpa, ecco che cade un dado da 13 mm
Che era caduto nella scarpa e quindi torno alla strofa
Che sta su in alto e mi ritengo fortunato
Prima cosa il male e’ passato di colpo
Secondo ho ritrovato il dado che serviva
Per lo scaffale degli attrezzi nel ripostiglio.