Archivio della categoria: Dissertazioni

Compagnìa dei Defunti.

Ci ho pensato spesso, in questi ultimi settantasei anni.
E se dovessi descrivere il funerale ideale, lo sognerei senza dolore e senza addolorati, addolorandi e senza funerale.
Odio andare ai funerale specialmodo il mio.
Converrebbe ad onor del falso, aver lasciato di se una traccia di allegria cosi’ potente da controbilanciare l’assenza nel caso si sentisse.
Un segno di leggerezza da consumare anche postumo.
Il funerale deserto andrebbe proprio bene.
Non sono fra quelli che piagnucolano per la serie ricordati di me. Dimenticati di me, piuttosto, ma, soprattutto non soffrire.
Mi farebbe piu’ male del morire.
Ma come cazzo si fa?
O muori cosi’ vecchio, ma cosi’ vecchio che le persone che ami o dovresti
amare si sentirebbero iperstufate dal vederti ancora li’ stipendiato dall’INPS ex INPDAP.
Insomma, ne avrebbero avuto piu’ che a sufficienza dal trovarti sempre
tra le palle.
Oppure, sempre nel desiderio di non lasciare dolore dietro di
se’, tramutarsi, se non lo si e’ gia’, in un essere detestabile e malvagio e
iperscassacazzi, cosi’ perfido da far tirare un sospiro di sollievo a chi resta.
E poi ho poca voglia che l’uomo continui a concedere alla morte la di
lei capricciosa, ostinata supremazia…e’ piu’ dolorosa l’attesa dell’arrivo
E che magnifichi se stessa in consessi preficanti dall’organizzazione
paramilitaresca.
Se proprio fosse necessario, lascerei sfilare dietro il feretro i volontari
dell’addio a tutti i costi.
Il ricordo del beneamato dovrebbe essere sparpagliato il piu’ possibile e
senza le dimensioni strette e obbligatorie di una cerimonia con corteo semiordinato.
Incrocio di sguardi interrogativi e rumorino di suole che strascicano ghiaietta e pensieri a caso.
Ma la convenzione vuole che alla morte si debba rispetto e al morto onore e saluti.
Cosi’, oggi, appare molto sconveniente una preghiera funebre univocale
del celebrante.
Si e’ stabilito che sia sempre preferibile un rito con ondulazione corale,
abbastanza nera.
Un rito composto, religioso comunque.
La parola deve essere multipla.
Le strampalate regole tramandate della pietas sembrano avvertirci che il de cuius, solo dopo la morte, non debba essere solo per la serie..tutti insieme a salutare il rompiballe che si e’ levato di mezzo e ci permettera’ di fare le ferie senza complessi di colpa dell’abbandono o peggio ancora senza interrompere le ferie per tornare a salutare il vecchio pirla rimbambito che pur di stracciarci i pendenti ha deciso di andarsene mentre eravamo a Ibiza.
Strana pietas.
Da morto, dicevo, qualcuno deve pure piangerlo.
Vanno bene legionari smaniosi di macabri eroismi cosi’ come prezzolati
professionisti del piagnisteo o le famose piagnimuerto nordafricane.
Ora arrivo al titolo del post dicendo che Don Marcello Colcelli,
della parrocchia di Sant’Egidio dell’Orciolaia, si e’ stancato dei funerali deserti e ha deciso di varare la ..compagnia dei defunti…
Questa compagnia (accento sulla i) invita uomini e donne alla supplenza nel caso non ci fosse nessuno a soffrire attorno ad una bara.
Il vantaggio della solitudine non deve essere concesso mai e cosi’ e’ stato superato l’enpasse di non esser soli nell’ultimo viaggio con la modica cifra d’iscrizione di un paio di euro e l’incombenza di partecipazione a qualche funeralata.
E non dimenticate che juventus, ventus ma che comunque improba vita mors optabilior.

I Promessi Sporci.

In quel ramo del lago di Como
c’e’ un freddo che gela ogni uomo:
tra promontori, boscaglie e torrenti
ti treman le palle e ti sbattono i denti,
addirittura nel borgo di Lecco
la Sammontana ci fa il Maxistecco.
Un freddo mattino, Abbondio il curato,
camminava pianino perche’ anchilosato,
si procacciava il suo poco salario
con un monte di seghe e poco breviario;
ma nonostante cappello, sciarpa e guanti
rimase diacciato con i Bravi davanti.

E il Bravo: “Fermati, che di culo hai la faccia,
apri le orecchie a questa minaccia!
C’e’ Don Rodrigo il nostro signore
che ha voglia di scopare ogni due ore
ed ha deciso che vuole un pompino
dalla ragazza di Tramaglino…
quindi pretaccio… non al matrimonio
senno’ scateniamo un pandemonio!”
Abbondio rispose con poche parole:
“Dite a Rodrigo che faro’ quel che vuole “.
Il curato entro in casa e scanso’ le vivande
perche’ piene di merda avea le mutande,
racconto’ alla serva ubbidiente
la cattiveria di quel prepotente ;
fu la Perpetua a dir: “Che crudele!”
mentre solerte gli puliva le mele.

Il prete l’indomani parlando latino
prendeva in giro il pover Tramaglino,
che irato sbotto’: “Ti infilo nel frigo!”
Abbondio s’arrese: “Lo vuole Rodrigo!
Non lo posso fare il matrimonio…
senno’ e mi mettano in pinzimonio!”
Renzo usci’ furente sbattendo la porta
e ando’ al negozio a disdire la torta ;
poi racconto’ tutto alla demente Lucia
che consiglio’ tutti di pregare Maria.
Le speranze non eran che rimasugli…
poteva qualcosa Azzeccagarbugli?
Ma questi disse a Renzo: “Io… un vo’ beghe!
Dai retta figliolo, fatti tre seghe”.

Ma la coppia promessa non s’era arresa
ed architetto’ delle nozze a sorpresa,
un’azione di forza per gente decisa:
niente rinfresco, prima notte ad Incisa.
Entrarono in chiesa e nel buio assoluto
volaron pestoni, gambette ed uno sputo ;
atterrito Abbondio cerco’ di scappare
e Renzo si scaglio’ dritto sull’altare,
sbaglio’ però presa e agguantò Gesu’Cristo,
il prete fuggendo: “Un ti sposo… hai visto!”
Successe un putiferio in tutto il paese
e fu la Lucia a farne le spese:
spalla lussata, versamento a un ginocchio
ed un disgustoso catarro in un occhio.
Si recarono quindi dal Padre Cappuccino
che organizzo’ la fuga per evitar casino:
si mimetizzarono come camaleonti
e con varie bestemmie salutarono i monti.
Che notte per Renzo: ne’ figa ne’ ano ,
Lucia parti’ per Monza e lui per Milano.

La sposa promessa tra il freddo ed il vento
giunse stremata fino ad un convento,
dove comandava una tale Gertrude,
la porcona-monaca con vulva che prude
che godeva a Monza, il Manzoni accenna,
facendosela scicanare da Prost e da Senna.

Appena Rodrigo udi’ dell’accaduto
mollo’ na scoreggia e tiro’ un grosso sputo,
urlo’ agli scagnozzi: “Voglio Lucia!
Cercatemela e portatemela, ovunque sia!”

Nel frattempo a Milano giungeva lo sposo
poco contento e abbastanza furioso,
ragionava tra se’: “Ma mondo stoppino…
non trombo Lucia e qui fo’ il cretino!”.
Ma giunta era l’ora di far colazione
ed agognando Renzo un bel bombolone
si reco’ presso il Forno alle Grucce….
Tiro’Briosce per aria come cartucce:
peggio della guerra di’ quindici-diciotto
volavan panini, schiacciate e un biscotto ;
la gente mirava davvero a far male:
sette contusi per un filone integrale.
Dopo un paio d’ore arrivarono i celerini
che sedarono il tutto tirando crostini.
Renzo si rifugio’ in un’osteria
e si sbronzo’ alla facciaccia di Lucia.

Avrete gia’ inteso che allora a Milano
c’era la crisi della farina e del grano
ma il pover Renzo sapeva n’accidenti
che li’ scarseggiavano questi frumenti.
Passeggiava pel centro con un sacco gigante
quando fu controllato da una volante,
fu perquisito e di poi arrestato:
detenzione e spaccio di cantucci di Prato.
Ma non finisce qui l’avvincente romanzo,
Renzo scappo’ verso l’ora di pranzo:
“Quasi quasi vo’ a Bergamo, si’ la città l’e’ brutta,
speriamo almeno un’ si tirin la frutta!
Proprio di mele c’ho dietro du’ torte…
se mi piglian stavolta c’e’ la pena di morte!”
Don Rodrigo in tachicardia
senza il pompino della Lucia,
esclamo’: “Perche’ non c’ho pensato?
Basta che avverta l’Innominato!”.
Parti’ al galoppo, valicava ogni valle
una mano alle briglie ed una alle palle
e appena il cavallo casco’ sulla ghiaia
apparve il cartello “Villa Calcinaia”.
Rodrigo all’Innominato: “Mio amicone,
con speranza ti chiedo ’sta commissione .
Rapiscimi Lucia, tranquillo e con calma
se non la trovo mi verra’ il cardiopalma!”
L’Innominato con cinque teppisti
entrò nel convento senza esser visti:
da tutte le suore Lucia era appartata
il Grifo la vide e le diede una bastonata,
la colpi’ con forza, un po’ sotto il collo,
lei si squaglio’ come il pane in ammollo.
Per piu’ di sei giorni la pora Lucia
rimase sdraiata per l’anestesia ;
la poveretta piangeva, piangeva e pregava:
“Madonna… fo’ un voto… nessuno mi chiava,
rinuncio ad ogni uomo, niente bambini
da qui finche’ non muoio saran ditalini!”.

Cosi’ lei giuro’ sperduta nel Chianti
quando le apparve l’Innominato davanti:
“Pora Lucia, ti vedo un po’ pesta,
che hai fatto alla spalla e li sulla testa?
Davvero mi vergogno e ti chiedo scusa…
non chiamo Rodrigo e ti mando a Ragusa!”.

Ma lei torno’ al paesello natale
e nel borgo scoppio’ un gran carnevale:
baci ed abbracci, strappi di camicia…
nemmeno in curva quando c’era Derticia,
ma si blocco’ di colpo la citta’
quando seppe del voto di castita’.
Lucia grido’: “Che Renzo si metta in pace…
il suo uccello lo piglio solo alla brace!”.
Milano intanto senza che si sapesse
fu colpita da una forma di aiddiesse:
i rotoli di carta furon presto esauriti
e la gente si puliva il culo coi diti.
Il contagio avveniva stringendosi le mani
e cosi’ fu moria tra i popolani.
Rodrigo fu colpito da una forma violenta
salutando uno zio che cacava polenta:
vane le cure con aspirina e chinino…
e mori’ senza ricevere quel beato pompino.

Ed ecco proprio che da questo momento
riapparve Renzo dall’isolamento:
da Bergamo a Lecco in un battibaleno,
superando le carrozze nientedimeno,
arrivo’ da Lucia che tutta emozionata
gli disse che lui non l’avrebbe trombata.
E Renzo rispose, di rabbia assai empio:
“Lucia te c’hai il VOTO… ed io lo riempio!”.
Questo e’ il finale: ma quale provvidenza…
i mugolii echeggiarono ben oltre Vicenza.

Il mio romanzo e’ terminato,
ripongo la penna e vo’ a bere un Moscato
perche’ io soprattutto di questo Manzoni
mi son veramente scassato i coglioni!

e come ogni domenica ecco il Marketing di Salvini secondo lo Ste.

Il Mondo di Sergio Marchionne.

E’ stata pubblicata di recente, una lettera del Chietino Sergio Marchionne, di benvenuto, destinata a tutti i Neodipendenti FCA, redatta al momento del suo ricovero nella clinica Svizzera dove e’ poi spirato.

Questo e’ il testo della lettera..

 

Scendiamo con i piedi per terra e vediamo che dice lo Ste con le sue strisce sull’evoluzione positiva del linguaggio economico-politico a livello Cippa..

Pluriball cercasi.

Si parla dell’assoluzione della sindaca, dell’estinzione delle giraffe e degli elefanti e poco si dice sul fatto che dal 2015 hanno variato il sistema di produzione del Pluriball… dolore immenso nel non potersi piu’ divertire con i pallini sottovuoto che ti fanno godere selvaggiamente mentre li fai scoppiare tra pollice e indice..

I pallini della nuova versione come si evince dalla foto non sono sigillati ma comunicanti in una lunga e unica striscia e per questo se si prova a schiacciare la singola bolla, l’aria all’interno si sposta in quella accanto e se si insiste si sposta ancora.

Insomma e’ una emerita stronzata in quanto dall’antistress si passa cosi’ allo stress per il meccanismo che si presenta snervante per gli amanti del vecchio modello.

E’ proprio vero che se ci sta una cosa buona la eliminano subito e secondo me dovrebbero dare il Nobel ai due ing. che l’hanno brevettata a suo tempo e pensare che inizialmente e’ stata un fallimento in quanto i due ing stavano progettando una carta da parati in plastica senza successo e quando il fattorino incaricato alla sua distruzione ha pensato bene di utilizzarla per proteggere la statuina che stava fregando e’ nato il classico imballaggio che ha fatto arricchire sia il fattorino che i due ing. progettisti mancati di carta da parati plastificata.

E pensare che il vecchio Pluriball e’ multifunzioni e non ultimo serve anche come economizzatore di energia termica dispersa dai vetri delle abitazioni.. applicando sti fogli di bollicine ai vetri del finestrame si recupera un buon 20% di calore che altrimenti andrebbe disperso e per applicarlo basta solo bagnare il vetro, appoggiarci sopra il foglio bollicinato e il gioco e’ fatto.

Vabbuo’.. cari Facebuckisti nostalgici iscrivetevi nel gruppo “Popping Bubble Wrap” e poi se non avete doppi vetri in casa..provate ad applicare il Pluriball e riscontrerete che la vostra bolletta riscaldatoria diminuira’ del 20% sopraccitato salvando cosi’ il vostro portafoglio ed anche il pianeta dal riscaldamento globale bucatorio dell’ozono … altro che abbassare a 18° la temperatura del riscaldamento e ridurre la velocita’ dell’auto a 30 Kmh…la soluzione sta nella differenziata dove dovrebbe esser vietato buttare il Pluriball e per fortuna dei nostalgici in amazon si puo’ trovare in rotoli da 10mt x1mt a soli 4 eurini +5.50 di spedizione oppure se siete nelle vicinanze dell’aeroporto di torino a tuttieri il ferramenta di Caselle ne ha un centinaio di rotoli a magazzino e nn dico il nome per evitare pubblicita’ occulta.

E sempre da Amazon come ultima notizia prima di passare alla vignetta dello Ste pare che… 

Il mio Condom..inio.

Mi sovviene un detto che non c’e’ essere piu’ infelice di un misantropo che vive in un condominio, Voi che vivete nella vostra villetta di campagna e che vi considerati sfortunati causa rapine, dovreste vivere per qualche tempo in area condominiale per capire quanto culo avete… ad es. nell’evitare le riunioni Condominiali e lotta per il caldo invernale pseudoteleriscaldato con relativi contabilizzatori di calore intermosifonizzati e mo’ vi illustro che succede nei conclavi, forte dal fatto che pure il mondo e’ un condominio tra malvagita’ e pazzia, la prima regna e la seconda comanda (e i terzi pecorizzano).
Schopenhauer docit e mo’ vi educo (accento sulla U).
Da che mondo e’ mondo si e’ sempre andati avanti cosi’ tra leggi regolate dal Codice Civile articoli dal 1117 e 1139 piu’ aggiunte di leggi speciali piu’ or meno inventate all’uopo da biscari disfattisti.
In queste riunioni vige la fratellanza incestuosa..
A quelli del piano terra non interessa una mazza se l’ascensore e’ rotto, tanto loro vanno a piedi.
A quelli del settimo piano invece non frega un cazzo dei bidoni della differenziata sotto le finestre o la porta sbatte, tanto la puzza non arriva sino al tetto e la porta non la sentono ma piangono se il castigatore entra con la porta aperta.
A quelli dei piani centrali che tengono i termosifoni freddi forti dal fatto che sono gli altri pistola a riscaldarli e farli godere dei furti di calore.
Ecco fatto, e poi ipocritamente parliamo di solidarieta’ sociale.
Ma se non siamo neanche in grado di occuparci del nostro dirimpettaio cosa vuoi che ce ne fotta di uno che tira le cuoia nel terzo mondo o sulla barchetta nel tentativo di raggiungere lo pseudo albergo 5 stelle italico.
Non stemo e torno a ste assemblee di condom..inio.
Ad onor del falso, io le adoravo, piuttosto mi perdevo la traviata al Regio ma il summit condominiale non me lo lasciavo scappare.. sino al giorno in cui mi sono scassato veramente il pallificio e sono svicolato tutto a mancina lasciando le capre addormentate a raccontarsi frignacce invalidanti l’operato di chi metteva tempo e rottura di marronisterio per il bene comunitario.
A ste riunioni e’ come assistere ad una seduta di psicanalisi collettiva dove ciascuno tira fuori il peggio di se’, il mister Hyde che alberga nelle sue mutande anziche’ nella zona dove mette la coppola .
Una prerogativa e’ che tutti arrivano gia’ incazzati.
Uno odia l’altro a prescindere.
E tutti assieme odiano l’amministratore ..il ladro per antonomasia detto alla schiena ma col sorriso quando si e’ di fronte.
Il nostro e’ come un vescovo senza mitria, dato che e’ obbligato ad ascoltare le confessioni di tutti. Fa’ sempre di si con la testa e poi ti da’ la benedizione, che consiste in un Ok e vai in pace che sistemo tutto io.
Tutto rimane come prima, il confessando si e’ sfogato e sempre sia lodato.
Le tipologie di inquilino invece sono svariate.
C’e’ il sordido e non faccio nomi perche’ non merita citazioni anche se negative.
C’e’ l’inquilino stronzino in maglioncino Zalando di finto terital, brachette rosso granata anche se parteggia Juve e scarpe Hogan sneakers cipria in pelle color tortora o cacca di neonato con pedalino abbinato ed e’ quello che viene alle riunioni con il preciso intento di istigare il dubbio che i conti siano manomessi.
Il classico disonesto che dubita degli onesti sotto l’insegna della serie del chi e’ in sospetto e’ in difetto.. esso passa le ore a smanettare con la sua calcolatrice da fustino paghi due prendi quattro recuperato all’ipermercato dei poveri con davanti la copia della Stampa cronaca dei cittadini incazzati.. come se le vite fossero fatte di millesimi…il bello e’ che il pirla ultimamente viene con la moglie..la pirla e nella corsa all’idiozia sono come i classici due piloti scuderia Ferrari dove il primo tira la volata ma al momento giusto si fa’ da parte e fa’ vincere l’altro che quanto a cretinaggine e’ sempre sul podio degli scassacazzi.
Poi c’e’ il furioso, il clone di Sgarbi ma col cimurro e niente dialettica.
Schiuma rabbia dall’inizio alla fine, ma avendo una vocina da coro delle voci bianche non da’ consistenza alle sue teorie che analizzando bene non sono da buttare..peccato per quella vocina. Una volta o l’altra gli partira’ la mitralica e vai la’ che vai bene.
Ed infine ci sta’ il signor menesbatto i coglioni che non viene alle assemblee e fa’ come cazzo gli pare e a tuttoggi sono entrato nella categoria e non si sta male forte del fatto o del detto che se te lo pongono nel di dietro e’ meglio non muoversi per non aggiungere godimento allo spintore. Rimangono le giulivissime oche come la signora di sopra quella che ti suona perche’ le sono cascate le mutandine stese e si sono infilate tra la vetrata e il balcone e tu rischi la vita per riprenderle, per lei tutto va bene.. ma si rifacciamo la facciata, tinteggiamo le scale, lucidiamo i pianerottoli, restauriamo le finestre, applichiamo termovalvole e contabilizzatori di calore, togliamo tende e copritermo modificando l’aspetto dell’appartamento, mettiamo il cappotto termico, asfaltiamo il cortile e rifacciamo i marciapiedi.
L’importante e’ non chiedersi mai quanto costa.
Si arriva cosi’ alle varie ed eventuali parlando del colore della buca delle lettere, delle gabbie dei polli contenitori di monnezza differenziata e dei fiori finti dell’androne,dei piccioni che scagazzano, delle cicche accese lanciate dai balconi, del cane che irriga le colonne d’ingresso e abbaia in continuazione quando e’ lasciato solo.
Quello si che e’ importante, una goduria stratosferica svegliarsi al mattino non al canto del gallo ma al latrato lamentoso del vecchio cagnino.
E a proposito delle eventuali…a questo punto, meta’ dei condomini si e’ gia’ eclissata in quanto ad un certo orario tutto passa in secondo piano e la vita continua con i finti saluti del volemose bene.
The show must go on.
 Questa e’ di Ste in memoria del dj Fabo  RIP

Goophone X a meno di 200 euro.

Stanno dilagando sui social delle offerte che lasciano pensare..tipo MB elettriche a 90 euro oppure Iphone X a un centinaio di dollari e a proposito di quest’ultimo offerto dalla Goophone (che nel frattempo ha aumentato i prezzi ma sempre sotto i 200 $) sono andato a fondo alla ricerca di commenti di chi l’ha acquistato.. ovviamente fa parte della serie “vorrei ma non posso” e stranamente non ho trovato osservazioni negative ma e’ stata chiarificativa la ricerca fatta da Andrea Zanettin redattore di Everyeye e per chi e’ intenzionato ad acquistare sti prodotti propongo lo studio fatto da esperti che ovviamente non e’ molto positivo anche se molto economico assai..

Sarà capitato anche a voi, magari a qualche fiera dell’usato o simili o per strada, di vedere qualcuno che vende degli iPhone a prezzi molto vantaggiosi. Spesso si tratta di prodotti contraffatti, che assomigliano agli originali. Ma di quali componenti fanno uso? Un team di esperti di sicurezza ha analizzato un “iPhone X tarocco” da 100 euro.

 

In particolare, l’analisi è stata svolta dai ricercatori di cyber-sicurezza di Trail of Bits, su richiesta dei colleghi di Motherboard. Innanzitutto, esso monta una versione di Android e un launcher che cerca di ricalcare in tutto e per tutto iOS. Inoltre, il codice sorgente è stato appositamente modificato per provare a imitare il caricamento delle app del sistema operativo di Apple.

A una prima vista, sembrano esserci pure tutte le applicazioni proprietarie della società di Cupertino, persino Siri. Tuttavia, stando sempre agli esperti di sicurezza, provando a utilizzare quest’ultima, si viene reindirizzati a una libreria cinese di comandi vocali chiamata iFlyTek. Le richieste meteo vengono invece fatte ai server di Baidu. Ovviamente, anche le altre app, come Bussola e Orologio, sono finte e richiedono pure permessi invasivi, come l’accesso agli SMS. Pensate che iCloud invia i dati d’accesso a un database a cui hanno accesso tutte le applicazioni. C’è persino l’App Store, che però quando crasha fa apparire la scritta “Google Play Store”.

Come se non bastasse, sono state rilevate parecchie backdoor. Stando agli esperti di sicurezza, Safari ne contiene una che permette ai malintenzionati di utilizzare lo smartphone da remoto. Presente anche ADUPS, che nel 2016 fece allarmare i possessori di 700 milioni di dispositivi Android. Oltre a questo, l’iPhone X contraffatto dispone sorprendentemente di un IMEI valido, rubato a chissà chi in giro per il mondo.

Aprendo il dispositivo, si scopre che anche le viti pentagonali sono finte, visto che si tratta solamente di due bulloni. Alcuni componenti interni sembrano essere riciclati da vecchi smartphone e in linea generale l’assemblaggio sembra essere stato fatto da persone poco esperte. Ovviamente, il display non è OLED e i vari chip non sono minimamente comparabili a quelli dell’iPhone X originale. Ad esempio, il processore è un quad-core MediaTek MT680 operante alla frequenza massima di 1,3 GHz. La cosa incredibile, però, è che questo smartphone dispone di una porta Lightning ed è in grado di caricarsi e connettersi correttamente ai dispositivi originali Apple.

In definitiva, ovviamente il responso degli esperti di sicurezza è negativo e l’iPhone X tarocco può essere particolarmente pericoloso per gli utenti.

Vabbuo’ passate una bella domenica e vi lascio con Ste col gioco della manina che fa il tre carte e i fatti governativi quotidiani, in attesa della classica patrimoniale che dara’ una limata ai sudati risparmi.

Mezze stagioni?

Non male questo inizio autunnale ego sto Casalbordinando ancora per qualche decinaia di giorni alla faccia di chi mi vuol bene.

A questo punto si puo’ con tutta sicurezza affermare che non ci sono piu’ le mezze stagioni e neanche le stagioni intere e nemmeno le tre quarti.

Se dopodomani Mercalli quello della scala.. verra’ a dirci che a Natale usciremo in trikini per il gran caldo non possiamo neanche dargli del pistola perche’ magari potrebbe succedere che anziche’ mettere le catene continueremo a farci dei grandi bagni.

Non ci sono piu’ primavera estate autunno e inverno, c’e’ un’unica gigantesca stagione, un’unica poltiglia di pioggia, vento, sole, gelo, trombe d’aria, nebbia e svirgolate di grandine.

Questo clima e’ una tragedia anche per gli stilisti amici di Lella con MaxMara in testa in quanto dovremo scordarci le sfilate autunno-inverno, primavera-estate.

Assisteremo ad un’unica collezione.

La collezione monostagione in cui le modelle son tutte vestite come pasta sfoglia.

Una roba sull’altra.

Con il prendisole che sbrindella da sotto il maglione e gli short sopra i fuseaux di lana cotta.

Pensa Vivaldi dovesse nascere adesso.

Altro che stare li’ a scrivere le quattro stagioni una per una.

Faceva un’unica strombazzata con fischi e pernacchi e la chiamava ..Tempo di merda.. ed ecco fatto.

Anche i giornali si stanno adeguando.

Niente piu’ articoli sul soprabito e le diete purificanti di primavera, ma si arriva subito al “Torna di moda il costume intero”.

Che poi sono balle.

Basta vedere le foto.

Quelli non sono veri costumi interi.

I costumi interi son quelli di una volta, scafandri compatti da cui sbucavano a stento le cosce, strizzate come due salamelle da sugo.

Delle armature di nylon blu suora che appiattivano le tette come sottilette, con delle spalline atte a segare a ics tutte e due le scapole.

I costumi che vanno di moda adesso sono i bikini venduti dal marocchino che espone sul bagnasciuga del Solaris sul suo triciclo gommato.

E’ tutto un cordino, uno sfilaccio, un giunto cardanico, una catena e un collare.

Giusto per coprire le parti fondamentali della donna esclusa la farfallina della Belen, che sono poi 3.. tette culo e portale YAHOO.

Appendono fra le due parti del bikini qualsiasi cosa.

Corde, medaglie, ritagli, frattaglie, stoppa, cornetti cacciasfiga ed ecco fatto il costume intero alla moda.

Dei ponticelli di perline e Svarosky che se non sei piu’ che brava a nuotare appena entri in acqua dal peso affondi per la gioia dell’accoppiata Gino- Dominik.

Senza contare che finisce che ti abbronzi a spruzzo come il condimento in salatifero degli amici partenopei.

Tante sono le cose che si fanno a spruzzo, soprattutto se si abusa di bifidus attivo come faceva la Marcuzzi, ma l’abbronzatura no.

Costumi cosi’ non li puoi tenere piu’ di un’ora addosso altrimenti finisci come i festoni delle tortiere.

Io direi una cosa.

Per levarsi dall’impiccio.

A questo punto esageriamo.

Brevettiamo un costume che fa i tatuaggi.

Tipo stencil che lo puoi comprare al Brico Center del Megalo’.

Un costume che da dietro c’ha un traforato che ti stampa una catenella di quadrifogli lungo tutta la spina dorsale.

O una ghirlanda di cozze sotto le tette o addirittura una scritta a caratteri cubitali sopra la camera del lavoro.

Se interessati telefonare al 64.63.61 (strz) massima serieta’ e vai la che vai bene.. azz. che rumore di silenzio ci sta fuori e che rumore del menga fa questo teleriscaldamento che spara a palla alla faccia del risparmio energetico anche se le giornate viaggiano a 23 gradi e io son a finestre aperte e siamo verso la fine di ottobre, quindi stacco, mi butto sui pedali verso la Reggia Venariale e per i post tecnici vi aggiornero’ al ritorno della sudata.

Mariaelisabettaalberticasellativiendalmare.

La legge e’ uguale per tutti..naaaaaa prendiamo ad es. la mariaelisabettaalberticasellativiendalmare, essa e’ presidente del senato della Repubblica Italica e pare abbia ottenuto dagli organi di giustizia interna del Palazzo Madama il vitalizio per il periodo trascorso nel Csm, ovviamente dopo l’accorato appello della stessa mariaelisabettaalberticasellativiendalmare.

Tutto cio’ nonostante la situazione di incompatibilita’ col mandato parlamentare, secondo quanto stabilito dalla costituzione ovvero nel non diritto a ricevere detto vitalizio.

Gli atti dell’elargimento vitalizioso fatto da sti organi di giustizia interna non sono pubblici a tutela dell’interessata e stride con la non tutela data a noi poveri cristi e che non possiamo conoscere cosa fanno coi nostri soldi.

Staremo a vedere cosa decideranno a breve, delle pensioni degli ex senatori col ricalcolo su base retributiva e logicamente il Consiglio di Presidenza sara’ guidato dalla mariaelisabettaalberticasellativiendalmare.

Pensare che mi era simpatica sia per l’anno di nascita pari a quello della Lella sia per il fatto che come Avvocato Matrimonialista laureata in Giurisprudenza e Diritto Canonico alla Pontificia Universita’Lateranense aveva attinenza con la Maria, decisamente piu’ giovane e molto piu’carina assai, che pero’ nelle cause matrimoniali oltre a difendere i piu’ deboli ci rimetteva di tasca propria nelle spese giudiziali.

  Ovvio che non tutti siamo d’indole uguale ed appunto questa richiesta di vitalizio mi ha fatto cambiare opinione sulla mariaelisabettaalberticasellativiendalmare ed oggi anziche’ le vignette dello Ste inserisco quello che scrive di lei un rinomato scrittore-giornalista che mi ha tolto le parole di bocca descrivendola in maniera piu’ forbita ed elegante, come solo le persone di classe sanno fare 

 

Ricorrenza decuiussativa.

 

Avviso per i naviganti …Chi va di solito al vespro delle cinque o e’ minorenne o bigotto/a, non deve continuare la lettura del post, mi sarebbe dispiaciuto non pubblicare la farneticazione di cui sotto (cui e non qui), ma che ci volete fare, non tutti riescono ad esprimere il loro stato d’animo e di certo questo di Marshall al secolo Enrico che ha postato quando era con noi in questa valle di lacrime non e’ da educanda in quanto e’ piu’ indicato alla classiche vulvivendole che operano nei chiavisteri e fanno straordinari sulla tangenziale ovest, cmq e’ fortemente espressivo al punto che il suo esternarsi fa quasi tenerezza, la classica tenerezza di chi pesta la merda nascosta dalle foglie autunnali lasciata dal cane di turno sul marciapiede, tanto si dice che porta fortuna no? E la fortuna e’ quella di non trovare il proprietario dello stesso cane legato all’altro capo del guinzaglio..fortuna per il proprietario ovvio, cosi’ puo’ evitare di farsi dare due punti dove ci si infilano le supposte e a volte anche agli attrezzi riproduttivi. Opps mi ero proposto di non pubblicare piu’ gli scritti del balengo dopo la sua decuiussata.. ma oggi alla vigilia dell’equinozio autunnale che nel 2018 casca al 23 settembre, siamo alla ricorrenza del decimo anno, mi rimangio il proposito e posto una delle epistolate di Marshall che ho conservato nella pendrive non solo per la fine del protagonista ma per la coerenza che ha avuto nel concretizzare quanto aveva scritto.. leggete con un occhio solo..i riferimenti a fatti o cose, sono puramente oggettivi del fuori di melone…

 

R.I.P caro Marshall.

 

 

Una vita non basta e non ti basterà mai…
Oggi cambia tutto.

 

Perché non mi basta.

 

Perché questo delirio non è quello che voglio.

 

Perché la tua puzza di merda mi ha stufato.
Vaffanculo e rinasci.
Sono fragile.

 

Sono un cazzo di gigante di vetro che non aspetta altro che una piccola crepa per porre fine a tutto questo bailamme.
Cin cin col barbi.
Mi affogo.

 

Affogo voi, te togotuentinain di emme, il mio mondo, il mondo che mi vorresti vendere.
Una vita non basta.
Tutto brucia e io brucio con lui.

 

Fondamentalmente ingenuo.

 

Inconsapevole.

 

Impaurito.

 

Incazzato e con uno sguardo a quello che ho lasciato per strada.
Ho perso tanto nel corso del tempo. Ho perso tante speranze, ho fallito tante prove.

 

La vita mi sfida e io crollo sulle ginocchia.

 

Lentamente mi lascio scivolare nella mia tana scavata nella sabbia.
E cambiano i ritmi.

 

La musica si fa isterica, poi nevrotica, poi armoniosa.

 

Poi si spegne.

 

Si abbassa il sipario.

 

Io non capisco.

 

Ma si abbassa.

 

Un delirio.

 

La fine del mondo concessa solamente a chi è pronto a spingersi fino al più degradante livello di se stesso.

 

In quello strato lontano e oscuro in cui fanno le tane i topi, in cui restano a marcire i rifiuti.
È una guerra ma io sono un kamikaze.

 

Figlio di puttana.
Tutti hanno un dramma.

 

Tutti hanno una storia da raccontare.

 

Tutti hanno qualcosa per cui vale la pena ascoltarli.

 

Tutti hanno un senso.

 

Io non ho nemmeno un’idea originale.

 

Non ho un singolo racconto che non sia già stato narrato.
Provo a dormire.

 

Non ci riesco.

 

Provo a mettermi davanti ad un foglio e a disegnar l’infinito.

 

Non ci riesco.

 

Provo a disegnare il mio volto.

 

Non ci riesco.
Prendo fiato.

 

Stacco la spina.
Buio.

 

Silenzio sopra tutti i mobili dell’arredamento.
Infine esplodo.

 

Frasi pensieri lacrime bestemmie grida sperma rabbia occhi sgranati vene occhi gelidi.

 

Amore.
La vita come un palco.

 

Io incapace di ricordare le battute del mio copione.

 

Io che improvviso.
Vado a braccio.
Un altro bicchiere di vino.

 

La grappa alla genziana è amara, bevitela tu.
Senza paura ma solo con certezze semplicemente inventate.
E se non ti piace.. non leggere.

 

E se mi disprezzi vaffanculo.

 

E se ti credi meglio di me evidentemente avrai ragione.

 

Io sono\sarò\voglio essere\spero di essere\sono una semplice candela che brucia lentamente.

 

Dall’alto verso il basso.

 

Noiosamente.

 

Dall’alto verso il basso.
Una goccia alla volta.
Cera.
C’era.
Non lo so se il mondo è perfetto.
Un altro bicchiere di vino.

 

Ormai è caldo.
Non lo so se il mondo è perfetto.

 

Forse sì.

 

La colpa non è del mondo ma mia.

 

Pace.

 

Pazienza.

 

Che delirio.

 

Che cazzo di parole in fila come una bianca striscia di cocaina.
Eppoi su per il naso dritto nel cervello poi attorno ad esso fino a quando non si attacca alla parte più delicata, più morbida, più gustosa da distruggere, del tuo cervello.

 

 

Ti spinge ti violenta.

 

Ti spreme l’anima, ti comprime l’osso del collo eppoi ti lascia in terra con la sensazione, credetemi sgradevole, di aver appena consumato il tuo ultimo tasto.

 

Umiliato.

 

Ogni schiaffo dato ne esige cento ricevuti.
In un cinema.

 

Da solo.

 

Lo schermo non ha vita questa volta.

 

È tutto nero.

 

In mezzo allo schermo c’è un taglio.

 

Una figa?

 

No.

 

Forse un sorriso deforme.

 

Com’è che vorrei tutto meno quello che ho?

 

Com’è che mi taglio le vene? Come?

 

Come se.

 

Scivola corre come un’autostrada.

 

Poi arrivi al casello.

 

Timbri, paghi il dazio: delusioni, sofferenze, la tua migliore amica che ti accoltella, l’amore che finisce, gli amici che ti abbandonano.

 

La sbarra si alza.
Sei morto.

Ottimista il buon Enrico vero? 
Torniamo ai tempi attuali vignettati dallo Stefano..


Vacanze.

Bene, siamo ai saluti estivi, e faccio respirare il blog per due o tre mesi e sotto la forca caudina dello sconforto di Lella che non ama eccessivamente il trasferimento nella casa marina in quanto legata a shoppingate che per qualche tempo non potra’ effettuare.

Ora la considerazione sta nelle sette barra sette e mezzo ore di viaggio dove la povera vettura deve dare tutta se stessa alla faccia del tutor se esiste ancora e del navigatore coi suoi bipbip masturbaorecchie.

In queste sette e passa ore il cervello fa un sacco di considerazioni mentre passa sotto cavalcavia che ti possono crollare addosso o su viadotti obsoleti alti qualche decinaia di metri tenuti su con lo sputo e con lo zio turiddo annegato nei piloni e se optate per gli sport estremi non c’e’ bisogno di fare i vari bungee jumping, streetluge o zorbing perche’ e sufficiente buttarsi in un viaggio sulle Italiche autostrade.. l’emozione sara’ la stessa per i vari pirlotipi che incontrerete … tipo quelli che si ficcano sulla corsia di sorpasso ai 130 Kmorari previsti dal codice e se ne fottono delle otto luci che gli sparate addosso tipo lampo fotonico sperando che la corsia si trasformi in una personale galleria del vento, mentre quelli al culo a loro volta usano lo stesso sistema con voi che ritardate ad incenerire il trottapiano ..ma cazzo o beduino imperiale non vedi che le altre corsie sono libere quindi togliti dalle palle..nada.. quei tipi li sono amanti della sinistra ergo odiano 5stelle e seganord e quindi non stanno sulla destra nemmeno per disgrazia ricevuta o forse pensano che stando li il clima e’ migliore … lo specchietto retrovisore lo usano solo per strapparsi i peli dal naso e se ne fottono se dietro si sta formando il trenino di scalpitatori che vogliono scaricare il carburatore a settemila giri.. alla fine, quando i pendenti si sono ben smarronati ovviamente si opta per il classico sorpasso a destra con finto colpo di coda finale a stringere verso il guardrail per far capire come funzionano le cose…ora voi penserete male dello scrivente soprattutto se siete di quei tipi che adorano il zigzag tipo sciatore sulla neve del Mortarillo..insomma quelli che saettano destra sinistra e che non hanno tempo da perdere e il bello e’ che il genere indicato zigzagoso arriva a casa (sempreche’ arrivi) con 4 minuti e 22 secondi di anticipo rispetto ai normali, non alcuno che aspetta il loro rientro focoso se non un geco giustamente depresso e quindi il fatto li fa sentire soli e pertanto rientrano in autostrada per rifare quel zigzag che piace tanto.

La maggioranza dei normali si puo’ definire codista, ovvero quelli che amano le code e non appena vedono un rallentamento accendono le quattro luci, godono come falchi e spengono il motore per improvvisare una conversazione col vicino o per fare un banchetto sul tetto delle auto nel caso fortunato (per loro) di sosta forzata e godimento nel godimento nel caso di autostrada bloccata.. gridano al miracolo e si abbracciano tra loro e mangiano felici mentre gli altri smoccolano in attesa di ripartire.

A pensare bene forse non hanno tutti i torti, hanno ragione loro perche’ dalla vita hanno capito tutto e non si fanno cattivo sangue.

Certo che le mie settecirca ore sono nulla rispetto alle 13 fatte da amici che hanno avuto la sventura di fare la stessa tratta in periodi diversi..

La mia seccatura del viaggio e’ che dopo tre o quattrocento km la Lella esterna il desiderio di andare in bagno perche’ dice che se beve deve fare sta sosta e quindi ecco che la mia media va a pallino ma perlomeno mi mette in pace col tutor.. e quindi accosto e dato che ci sono rabbocco la broda e qui scatta il fattore imbranaggio del’automobilista tipo che concepisce le aree di servizio come box indesiderato e ferma la macchina oltre la portata del tubo della pompa di un metro poi capendo che e’ troppo avanti ingrana la retromarcia e arriva a un millimetro dal vostro muso grazie alla trombata tritonale che gli avete fatto.. poi resta in attesa del benzinaio non capendo di esser nel selfservice e quindi dopo averlo minacciato di sterminio della famiglia compreso il canarino nella gabbia sul lunotto, si toglie dalle palle lasciandovi l’incombenza del pieno.. qui stendo un velo pietoso in quanto non tutti i selfservice sono istess..evito la descrizione delle disavventure tipo quella che devi inserire il bocchettone dopo aver inserito la moneta e non prima altrimenti son cazzi..tipo quella dello sbuffo che ti sputa la benza sin sulle orecchie etc etc..

Fatto il pieno dell’auto e il vuoto di Lella si riparte in mezzo a smartphonisti che parlano.

Scrivono. Postano. Cinguettano. Whatsappano. Instagrammano. che, tra una pausa e l’altra, guidano: controvoglia, pero’.

E guai a disturbarli senza contare che per uscire dall’area di servizio vengono assaliti da dubbi atroci e vivono i bivi di uscita come crocicchi esistenziali e per questo, ponderano con attenzione ogni decisione.. ci pensano bene.

Prassi che li porta ad alzare il piede dall’acceleratore e sostare nello spiazzo di fronte ai cartelli con le varie frecce di uscita e quindi ficcano anche le loro 4 frecce in attesa della decisione..

Vabbuo’..li si scarta e con una buona sgommata con fischio incorporato si rientra nel serpentone verso la meta col rischio di incappare nel solito controllista, quello che doterebbe qualsiasi mezzo, anche un triciclo, del “cruise control”, il dispositivo che permette di non superare mai

una determinata velocita’.

Sti biscari settano la loro auto a 127 km/h e non la cambiano piu’ e sono parenti di quello di cui sopra non capendo la controindicazione in caso di strada libera e quindi fungono da tappo e se c’e’ una coda dopo curva tamponano tutti, l’importante e’ non superare i limiti.

Ora il problema e’ solo nell’uscita e considerato che uso la macchina due volte all’anno non ho il telepass e non accetto che a Casalcosino non esista casellante e di fronte al pedaggio automatizzato sono smarrito e so’ gia’ che la macchinetta mi aspetta..le scritte saranno tutte tolte e i verniciatori di contrabbando avranno disegnato la Monroe in posizione che chi va a messa delle cinque e’ meglio che non veda..quindi eccomi pronto come nel mezzogiorno di fuoco..mangera’ banconota e cartellino autostradale e di fronte a calci e botte una voce dall’alto chiedera’ se ci sono problemi… quindi dopo il vaffanculo te e la macchinetta scattera’ la foto e la sbarra si alzera’..il pedaggio arrivera’ per posta e il mio viaggio e’ terminato.

Buone ferie e ci si vede (se Dio vorra’) a settembre, e fate i bravi neh.