Archivio della categoria: riflessioni

Contrariamente Giovani.

contrariamente giovani A

 

 

 

Settimana Santa, settimana di piccole privazioni per prepararci allo strafogamento Pasquale (Lino per gli amici) e soprattutto settimana di riflessioni. Il tempo ci e’ ostile ma noi contrariamente giovani appartenenti alla setta degli adepti sindromati peterpaneschi affiliati alla alla GASP (Gioventu’ Anziana Senza Pudori) non ce ne facciamo di problemi.  Agli effetti molti eterni delfini sembrano condividere il destino di Carlo d’Inghilterra, invecchiato in sala d’attesa, o quello di certi enfant prodige che col tempo smarriscono il prodige e si tengono solo l’enfant. Se pero’ oggi persino un settantenne puo’ sembrare un giovanotto arrembante e’ perche’ i contrariamente giovani non mollano assolutamente la presa… e pensare che non molti anni fa’ i quaranta-cinquantenni erano rottamati o riciclati in mestieri tipo nonno a tempo pieno con annesso nipote e/o cagnolino, giornale, con la prospettiva discussionale a base di colesterolo, trigliceridi esami vari clinici e iter pensionistico bloccato…
Il problema e’ che in Italia il narcisismo sta diventando una malattia senile non riconosciuta dalle esenzioni mutualistiche. Altrove e mi riferisco extra italy il capo di un partito (banca,ufficio, ospedale, universita’) si congeda dal palcoscenico e scivola con tutti gli onori dietro le quinte o nella buca del suggeritore. Qui invece il contrariamente giovane, rimane aggrappato al proscenio con le unghie e con i denti e se e’ il caso anche con la dentiera. Gli incarichi consultivi, prerogativa sacrosanta dei vecchi saggi, lo deprimono molto assai tantissimo. Lui il C.G vuole esserci, apparire, contare e in certi casi anche cantare. E cosi’ innesca l’effetto-tappo (ogni riferimento e’ puramente casuale) poiche’ si rifiuta di scendere dal palco del lavoro, chi gli sta dietro non riesce ad avanzare e quelli ancora piu’ dietro neppure a salire sul palco. Deve aver confuso il prolungamento della vita con quello della poltrona. Forse perche’ per lui solo la poltrona e’ vita. O pirla scendi da sto palco del cazzo e guardati allo specchio.. ormai sei quello che tu una volta definivi fossile matusa rimbambito, largo ai giovani cinquestelle e vai sulla tua panchina col giornale a leggerti le tue percentuali di colesterolo e trigliceridi e fai spingere il tuo mezzo di trasporto dalla badante transylvanica.

contrariamente giovani B

Rettorica.

Paradosso.jpg

 

In attesa degli esiti elettivi diamo uno sguardo ai Dizionari di Retorica (ho cambiato argomento per par condicio e tolto una t dall’oggetto):

Paradosso… (dal greco para “contro” e doxa “opionione”) figura retorica consistente in un’affermazione che appare contraria al buon senso, ma che in realta’ si dimostra valida a un’attenta analisi. Nell’ambito della letteratura, si chiama in questo modo un’opera che presenti situazioni assurde e incredibili, in contrasto con il buon senso e con le convenzioni culturali di una determinata epoca e faccio un esempio:

Un ingegnere fresco di laurea ha culo e trova posto di trabaco..va’ in ufficio al primo giorno e appena arrivato, un tizio gli consegna una scopa e lui dice.. ma io sono ingegnere.. ah cazzo scusami… risponde l’altro allora ti insegno come si usa.

L’importanza della virgola.

 

virgola

C’era una volta una virgola, con le palle piene dalla scarsa considerazione in cui tutti la tenevano. Persino i bambini delle elementari la prendevano per il culo.
Che minchia e’ sta virgola, dopo tutto?
Nei giornali nessuno la usava piu’, nelle chat non la cagavano, la buttavano giu’ alla membro di segugio o cazzodicane qualdirsivoglia.

Un bel giorno sta virgola disse ” basta “ durante una riunione dei G12, mi son rotta i pendenti.

Il Presidente Osbama, presa nota del travaso coglionesco della virgola, scrisse un breve appunto dopo una lunga chat su MSN col Presidente Sputin:
“Pace, impossibile lanciare i missili.”

e lo passo’ toutdesuite al Generale delle sforze armate.

Qui viene il bello…
In quel momento, la piccola, insignificante e trascurata virgola mise in atto il suo piano e si sposto’ (essendo bastarda).

Si sposto’ di una sola parola appena …  un solo saltino.Opp ..Opp..
Cio’ che lesse il Generale fu’:

“Pace impossibile, lanciare i missili”

….e scoppio’ la guerra mondiale.

Quindi succo del discorso tu devi fare attenzione alle piccole cose, sono il seme di quelle grandi e non mi riferisco  alla virgola che trovi sul muro dei cessi del motel dell’area di servizio quando manca la carta igienica.

Buon San Va..lentino.

14

 

San Valentino festa consumistica e’ alle porte assieme all’asteroide, mi sta sulle palle quanto la festa del papa’ della mamma, dei nonni, questa festa e’ gradita solo dal Fioraio della piazza e dai gestori telefonici e a proposito di telefoni se non avete idea quale SMS inviare eccovi alcune frasi prese da un vecchio post ma sempre attuali e chi sente la festa come sua potra’ servirsene a gradimento..
– “Eri fatta per me. Forse da qualcuno che voleva punirmi”.
– ”Le rose sono rosse . Le viole sono blu. Il nostro amore e’ morto, perche’ non muori anche tu?”
– Meglio 20 frustate oggi…che vedere una volta il tuo viso domani….
– Un bacio tira l’altro e ti ritrovi in sala parto.
– Sei utile come un culo senza il buco…
– I tuoi silenzi sono piu’ intelligenti delle tue parole.
– Sei come una soffice nuvola in un cielo azzurro se te levi dar cazzo esce una bella giornata.
– Sei come le mie mutande… sei sempre avanti alle palle..
Ma siete ancora senza idea.. e allora giu’ secchi..eccone altre:
– Sei cosi’ brutta che se madre natura ti vedesse direbbe “ecco dove e’ finita la carta igienica”
– Se esser scema fosse un mestiere tu avresti una ditta e molti dipendenti!!!
– Sei come il sole, non ti si puo’ guardare per piu’ di 30 secondi.
– Hai la faccia da turista con la diarrea, bloccata in un ingorgo stradale, di domenica pomeriggio con 40 gradi all’ombra!
– Sms? ” T.V.U.M.D.B. ” ” Ti Voglio Uccidere Mentre Dormi Bastarda ”
– Sei come un coltello svizzero… rompi i coglioni in 36 modi diversi.
– Non ti mollo una pizza solo perche’ la merda schizza..
– Stare assieme a te mi son reso conto che la vita e’ una tempesta ma prenderlo nel culo e’ un lampo…
Invece di arrabbiarti..pensa a vendicarti dai..via col tango..
buon San Va..lentino.

14b

 

Spinello.

 mb

 

 

Come puo’ un viaggiatore cavalcare i luoghi comuni senza esserne schiavo ma anzi, fortificarsi grazie alla consapevolezza degli stessi, succhiarne l’universalita’ per accedere, in una sublimazione estrema, ad una intima sensazione di unicita’?

Avete capito qualcosa dall’introduzione? Bene allora promettete di spiegarmelo, levategli la bottiglia, direbbe qualcuno ma io continuo e lascio la buta li al suo posto che sta bene, fa fine e non impegna.. dicevo che.. la distanza tra la fantasia ed il reale e’ tanta e cosi’ deve essere, le pieghe tra le quali si insinuano i momenti eccezionali,  appartengono alle tovaglie di anonime trattorie di provincia tipo il Port dij Gai con spettacolo cover di renato null, a pietre miliari usate come sedile durante una sosta forzata, si ritrovano nelle disavventure di un’attesa per sciopero, di un passaggio ponte ferroviario dopo aver scavalcato il recinto con scritto in grande, troppo in grande al punto di non vederlo NON SI PASSA, con treno incorpored della GTT.

Partire con la spesa fatta nel supermercato di Caselle alias Bennet, perche’ ci si trova di tutto in fatto di barrette energetiche e non si sa’ cosa si mangia ma si sa’ quanto si paga ovvero l’equivalente di un pasto consumato in una piola da tre stelle cometa compresa.

Comprare una bottiglietta d’acqua anzi di aranciata e’ meglio, per il viaggio casomai venisse sete, omettendosi che l’unica cosa sicura che ancora offrono nei bar sono le bibite rigorosamente grettate da travasare nella borraccia piazzata sulla canna traversa del mezzo di trasporto.

Comprare il biglietto il giorno prima e indignarsi che non si possa riservare il posto su un treno regionale.

Evitare di uscire la sera in quel di Torino perche’ dopo una certa ora tutte le citta’ diventano pericolose ed e’ meglio non sfidare la sorte di Portapila. La bici potrebbe avere la camera di scorta bucata o la bomboletta di gonfiaggio scaduta e fermarsi in mezzo ad un nulla cosi’ deserto che tornare indietro potrebbe diventare un’odissea.

Arrivo al sodo dell’oggetto in oggetto di cui sopra che ha scaturito il post.

Appunto e’ stata una spina del cazzo, una punta vegetale dura come il ferro e lunga almeno tre centimetri (quasi quanto il mio organo riproduttivo) che si e’ piantata nella ruota posteriore della mountain bike, ora a terra..doloreee perche’ occorre sporcarsi le mani con la catena.

Sensazione di disfatta, un attimo di ..e adesso che cazzo faccio, riparo o butto la bici nel fiume e vado a casa a piedi?.

Sissi’, fa impressione accorgersi che tutto intorno l’orizzonte si e’ oscurato e i gufi cominciano a gufare e i grilli a sgrillettare.

Un bAnale piccolo incidente di percorso e ti accorgi che non e’ cosi’ e ti fa rimpiangere la Spin che usi in camera mentre ti spari un film d’azione.

La trasmissione e’ vera, in carne ed ossa, il problema pure.

Mi trovo nel mezzo di una strada sterrata in un deserto cespuglioso del Chico Mendes, nessuna abitazione, nessuna luce tranne i fari accesi dell’aereo che sta atterrando in quel di Caselle e ti passa sopra a trenta metri facendoti sentire lo spostamento d’aria.

La massicciata sovrastante assomiglia ad un animale preistorico, la carne e’ quella degli insetti e degli animali del crepuscolo, a dir la verita’ poco invadenti, le ossa sono una fila di pali di cemento della ferrovia, bianchi ed appuntiti, allineati come le vertebre di un dinosauro coricato nel parco.

Impossibile notare questo mondo senza fermarsi un momento, difficile pero’ fermarsi per una causa di forza maggiore.

Con un rombo improvviso mi sfreccia sulla capa il treno che va nelle valli, due vetture con quattro pirla a bordo scalcagnati che lanciano bottiglie di birra rigorosamente di vetro dai finestrini proprio mentre sostituisco la ruota e gli possano inculare il gatto e pure il canarino mentre le mogli n’drocchie se la fanno col garzone del macellaio, poi la natura mi accarezza di nuovo..il pneus e’ sostituito quindi avvolgo la spina traditrice in un fazzolettino di carta per ricordo e me la ficco..non li’ tranquilli ma in tasca come souvenir e piu’ che spina e’ una presa..si..ma per il culo.

NO:

NO 1.jpg

 

Forse non vi ricordate come sono fatto vero?
Bene allora ve lo ripeto il mio NO e ci sta’ pure una canzone di Shakira.
No se puede vivir con tanto veneno,
La esperanza che me dio tu amor
No me la dio mas nadie,
Te lo juro, no miento,
No se puede dedicar el alma
a acumular intentos
pesa mas la rabia que el cemento.
Io sono nato cosi’ con questa genetica predisposizione al NO.
Non so’ perche’ ma al consenso preferisco il dissenso.
Il NO mi piace. anche il gesto che lo accompagna.
Scuotere la testa di qua e di la’, soprattutto quando esco dall’acqua di Casalcoso col polipo attaccato al braccio, mi da’ tanta soddisfazione e mi fa’ godere australmente come un selvaggio.
E poi mi piace pronunciarlo, il NO. Perche’ li’ in mezzo, tra le pieghe di quella sillaba nasale, ci sta’ dentro un sacco di roba e ti riempie la bocca.
Il rifiuto per esempio. Il nossignore. Il levatelo dalla testa. Che non e’ mica roba da buttare via. Perche’ il rifiuto e’ sempre differenziato.
C’e’ NO e NO, insomma. E la maggior parte del NO e’ riciclabile. Da una raccolta paziente di rifiuti possono nascere nuove cose. Insoliti modi di pensare, per esempio. Strade diverse da percorrere. Persone nuove da conoscere, capire, amare.
Il NO e’ anche dissenso. Pensiero difforme. Che spesso si fa’ conflitto. Ma anche dibattito costruttivo, almeno cosi’ la penso io e mi basta poi voi pensatela come volete.. chissenefutte, non mi scalfirete piu’ di tanto.
Mi fanno paura le coppie che non litigano mai. Bisticciare, credetemi, e’ sano senza venire alle mani naturalmente, usando forse il coltello, ma no.. Sono convinto che alzando la voce e caricando i toni si crei dell’energia propulsiva che fa’ andare avanti la coppia. e poi vuoi mettere il piacere di fare la pace? Chi non litiga non sa’ cosa si perde. C’e’ anche il NO purissimo della disobbedienza. Quello bello dei bambini. Che dicono no per puro spirito di contraddizione. E magari ci aggiungono pure un ..merda.. proprio quando i genitori vogliono far bella figura con gli amici.
Poi ci sono i NO che ti vengono fuori perche’ sei incazzato…Guarda, oggi ti dico di no perche’ c’e’ vento e sono con le palle in giostra. Ma se me lo chiedi domani puo’ essere che ti dica di si’. Soprattutto se c’e’ il sole….
E anche i NO della sincerita’. Quelli che si usano per dire le cose come stanno…Vengo anch’io?… NO tu NO. ..Vengo anch’io?.. NO tu NO… E perche’?.. Perche’ NO. Perche’ mi stai sul culo, guarda. Non ti reggo. Preferisco dirti le cose come stanno invece di fingere benevolenza. Vacci con chi cazzo vuoi a vedere le bestie feroci. Non con me, io mi basto.
E’ che il NO da’ liberta’. Non si puo’ morire dentro, aspettare di diventare tutti verdi come Hulk fino a farsi scoppiare i bottoni della camicia.
Con il NO, poi, iniziano tante parole importanti. Il NOnostante, per esempio. Che ti fa tirare avanti e chiudere un occhio. Il NOumeno, che e’ l’essenza delle cose. Il NOcciolato che leva le malinconie e fa crescere i brufoli e la pancia, la NOvita’ che da’ gusto alla vita, il NO profit che da’ senza pretendere, il NOn ti scordar di me della nostalgia e il NOn essere dell’essere.

Finita cosi’ con un bel NO. Punto. Stop.
Anzi sapete che faccio? Do’ retta alla stirpe del mio cognome e mi autocombustioNO.

NO 2.jpg

Ri..flessioni.

 

riflessioni_new

 

 

Ebbene si.. utilizzo il blog per riflessioni di carattere leggero o sociale, per condividere esperienze personali o per consigli tecnologici che ci passiamo sulla rete, cerco virus e me li sparo dentro, ci gioco mi incazzo quando sdereno il pc..m’incazzo con me stesso ma mi affascina lottare e davvero cerco a volte una strada, non per altri, ma per me stesso e del resto che alternativa ho..guardare la manfrinata in casa Santoro? O fare seggiole coi tappi dello champagne?. Fondamentalmente pero’ il godimento australe sarebbe quello di presentarmi come un miscuglio di pensiero ed azione perche’ considero che dall’immaginazione nasca la realta’ in quanto voluta e costruita in linea col seme della verita’, la mia verita’ ovviamente anche nel parlare in terza persona non disdegnando magari sacre scritture senza dissacrarle al di la’ del senso religioso e senza prendere posizioni ed offrire spunti interpretativi sorprendenti e per me altamente significativi  su come vivere, pensare ed agire nel mondo mediatico. Mi ricordo agli albori scolastici subito dopo il risorgimento, come i miei compagni recepivano discorsi di Socrate, Epicuro, Platone, Aristotele, Eraclito e dimentico altri ma non dovuto al doppio sette di lustri ma al non interesse sui ricordi, li rammento solo perche’ quando son sul cesso che faccio cruciverba vengono richiesti come definizioni, erano pesanti perche’ anacronistici ma ripeto solo per altri in quanto io li vivevo a modo mio, ho un modo di prendere le notizie alla mia maniera ed e’ per quello che nei miei discorsi salto di frasca in palo.. quante volte me l’hanno ripetuto sin dall’infanzia e visto col senno del poi pero’ devo dire che chi mi rimproverava non era proprio un perfetto docente e non voglio dire che non capiva un cazzo per non offendere l’organo riproduttivo, non lo era docentuoso ma seguiva solo un tracciato e quei “fuori tema” che mi appioppavano, per me erano il mio tema e non quello che gli altri mi volevano far fare ed e’ li che e’ nata la faccenda che non mi frega nulla di quello che gli altri pensano di me in quanto a me interessa solo quello che penso io degli altri e forse nemmeno quello e mi rammento il fatto di quello chiamato pazzo che attaccato al cancello chiedeva alla gente che passava… e voi li dentro come state?
Tanto per fare un esempio salto sulle recenti festivita’..il Natale..la notte di questo giorno ci ha invitato a superare qualche cosa.. considero questa festa  come festa di rassegnazione.. tutte quelle luci sull’albero, sono una sfida alla notte che regna sulla terra, il bambino nella culla rappresenta  la nostra speranza del tutto nuova. Il destino e’ vinto insomma.. ma per destino lo considero come una notte sui nostri pensieri, perche’ non e’ possibile che si pensi se si e’ convinti, che tutto e’ imposto e regolato dal consumismo, persino il nostro pensiero. Sarebbe meglio non pensare a nulla e mettersi solo a giocare alla tombola o a carte o fari ghirighiri al criceto. L’origine sociale antica cancellava il tempo.. i figli imitavano i gesti del papa’, sia democristiano o comunista, sia interista o milanista, era gia’ quello che sarebbe stato nel futuro…l’ereditarieta’ esisteva nella societa’ prima ancora di entrare nei nostri convincimenti. Ma sapere per ricominciare non necessita davvero sapere…Insomma il pensiero o e’ riformatore o si spegne nella massa, questo accade se noi agiamo meccanicamente senza la luce e la luce viene a disturbarci masturbando tutte le nostre idee illuminando le seghe mentali. Tutto quello che capitava nel sonno dell’umanita’ era preventivamente conosciuto..guerra, carestie ..pestilenze..Tutto questo era atteso ed e’ per quello che i bambini nascevano vecchi. L’oriente ci insegna che la salute spegne il pensiero e non ci insegna cio’ che fu’. Non sono pensieri distorti e non sto’ andando fuori riflessione perche’ l’apparenza ha un grande peso perche’ il figlio imita il padre o peggio ancora imita quello che vede in TV su Youtube, lui vuol fare il tronista, vuol fare il calciatore che si toglie la maglia o partecipare al grande fratello, lei idem,  vuol fare la velina e si reputa grassa e diventa anoressica, vuol fare la Belen di turno farfalla compresa, vuol emergere scrivendo sms con la k e corredandola di emoticon o faccine qualdirsivoglia..Secondo la buona creanza ogni pensiero e’ considerato scandaloso, e’ il vecchio che sa’.. puo’ fare di meglio?Boh.. Questa anche se non scritta e’ una legge potente. Cio’ che vi e’ di giovanile viene costantemente svalutato dagli antichi, dove si vede la giovinezza che dopo un sorprendente avvio, chiedere ben presto perdono agli Dei barbuti e calvi e farla diventare vecchia prima del tempo e non e’ il mio caso dovuto alla sindrome di Peterpan ed e’ qui che esco dalla massa degli insegnamenti imposti.

La notte di Natale passata da poco ci ha invitato ad adorare l’infanzia, l’infanzia in lei e l’infanzia in noi. Col negare ogni macchia, ogni segno, ogni predestinazione e in quel corpo nuovo intende farlo Dio al di sopra di ogni Deo. Che non sia facile a credere, lo ammetto e sono il primo a non credere ma se il Bambino credera’ il contrario imprimera’ su di se’ l’elemento ereditatorio come un tatuaggio. Ecco perche’ occorre e bisogna assolutamente appigliarsi all’altra idea, vale a dire ADORARLO senza intermediari, un filo diretto con Voi stessi e nel mio caso e’ cosi’  io sono il mio Dio perche’ parlo con me stesso che non sono io.
Abbiate fede o increduli e le prove verranno. Era ammesso come vero che non si poteva fare a meno degli schiavi, ma era la schiavitu’ stessa che ne forniva le prove. Anche la guerra e’ la sola prova contro la pace, l’ineguaglianza e’ l’ingiustizia prova di se stesse in quanto ci sono e le riscontro ogni giorno, e per questo si giustificano. Dacche’ la forza regna, risulta che bisogna difendersi, ma si ha un circolo chiuso di azioni malfatte, non esiste una spiegazione logica e quindi pensare e’ rifiutare, non nel senso sniffare diverse volte ma di respingere.
Cominceremo dunque da capo? (questo lo chiedeva Socrate il vecchio fanciullo).

Ma i vecchi pensavano come il loro berretto o secondo il loro berretto (testa) e i giovani si davano l’aria da vecchi per meritarsi il berretto.

La fede degli antichi distoglieva dal volere, la nuova fede invece comanda per prima cosa volere, quindi di sperare, perche’ l’una non va’ senza l’altra. E siccome il bello significa qualcosa, tale e’ il senso della bella immagine e adesso come disse lo specchio, basta riflettere apro un’altra bottiglia di grappa rigorosamente alla genziana e mi faccio i gargarismi, le riflessioni vengono meglio… uno due ..uno due.. basta riflessioni..Amen

riflessioni

 

Preghiera Propiziatoria.

preghiera

Come tutti gli anni, posto la mia preghiera propiziatoria.

Mi accingo a cospargere il capo di cenere mentre mi inginocchio su avanzi di noccioline, frutta secca e palle dell’albero rotte…

Caro Berlu ora che sei rinato donami la serenita’ di accettare le cose che non posso cambiare, dammi
il coraggio di cambiare le cose che non posso accettare e la saggezza di nascondere i corpi di coloro che ho dovuto sopprimere  perche’ mi hanno veramente rotto le palle.

Aiutami anche a stare attento ai piedi che pesto oggi, perche’ potrebbero essere collegati al culo che dovro’ baciare domani.

Aiutami a ricordare che ci vogliono 42 muscoli per aggrottare il viso e solo 4 per stendere il mio dito medio e mandarli a cagare!
Fammi essere come il missile che va dritto verso il cielo o come la piccola supposta che invece va dritto verso il …. e che quando e’ chiamata a compiere il suo dovere lo fa’ fino in fondo, senza mai guardare in faccia nessuno, si mette subito in cammino cercando umilmente la propria strada …. e se qualcuno mi si parera’ davanti dicendomi con presunzione ed arroganza: «Lei non sa chi sono io!» intimamente sa’ gia’ che non puo’ essere altro che uno stronzo! Amen.

Twothousandthirteen.

2013b

Fra poco il 2012 se ne andra’ lasciando posto al 2013 con tutte le sue incognite, dove ognuno scrivera’ un pezzo di se’. E’ inutile fare bilanci perche’ quando si fanno, i conti non tornano mai.. quello che comunque abbiamo fatto spesso non ci basta e l’avuto ci sembrera’ sempre troppo poco rispetto al dato. Ma se questo bilancio lo facessimo con il cuore, se ci guardassimo dentro e se guardassimo cio’ che ci circonda, l’avuto potrebbe trasformarsi in immenso e il dato apparire una nullita’. Mentre molti di noi brinderanno all’anno nuovo con il cuore colmo di gioia e di speranza, con nuovi progetti nel cassetto la penna pronta a scrivere il proprio poi… migliaia di vite si spegneranno, migliaia chiuderanno la loro storia senza avere piu’ nulla da scrivere… Molti ci lasceranno mentre le ore comporranno questo nuovo anno fra risate e calici pieni di spumante o champagne, c’e’ chi smettera’ di raccontare di se’… e… c’e’ chi iniziera’ a raccontare di se’. C’e’ chi vorrebbe potersene andare per smettere di soffrire, chi vorrebbe trattenersi ancora. Si’, nel mondo milioni smetteranno di scrivere e milioni si affacceranno a farlo. Questa e’ la vita…. Che possa quest’anno concludersi o il prossimo iniziare per tutti con la serenita’ nel cuore. Che il dolore del perduto possa dissolversi nel piu’ breve tempo possibile. Che la solitudine possa abbracciare nuovamente l’amore e per chi arriva e per chi resta possa essere un anno sereno colmo d’amore. BUON ANNO A chi e’ appena nato, a chi e’ a meta strada, a chi attende a chi non sa attendere a chi impaziente vive a chi vive sperando a chi non spera piu’ ai bambini, a chi bambino non e’ mai stato, agli anziani, a chi non ha avuto, a chi ha avuto molto, a chi troppe volte ha pianto a chi non sa piangere a chi troppo stanco sopravvive, a chi nella mia vita e’ passato anche per un solo attimo regalandomi un sorriso o una lacrima, a chi mi ha amato, a chi ho amato, a chi mi odia, a chi mi conosce, a chi non conosco… a chi semplicemente vive.. Auguro un anno fatto di sogni, desideri amori e fantasia un anno da Vivere serenamente con la visione del bicchiere meta’ pieno.(nel mio caso ..di grappa ..rigorosamente con genziana per la gioia del mio fegato..ammesso di averlo ancora, non potevo di certo chiudere il post nella maniera seria e spero..dico spero di continuare a vedere la vita cosi’ seguendo sempre i consigli del nonno che voi conoscete per la moltitudine di volte che ve l’ho esplicata quindi schiena al muro e non abbassatevi mai e se per caso ve lo mett.. finita con ve lo mett..

 

TANTI AUGURI.

2013