Archivio della categoria: Dissertazioni

Ricorrenza decuiussativa.

 

Avviso per i naviganti …Chi va di solito al vespro delle cinque o e’ minorenne o bigotto/a, non deve continuare la lettura del post, mi sarebbe dispiaciuto non pubblicare la farneticazione di cui sotto (cui e non qui), ma che ci volete fare, non tutti riescono ad esprimere il loro stato d’animo e di certo questo di Marshall al secolo Enrico che ha postato quando era con noi in questa valle di lacrime non e’ da educanda in quanto e’ piu’ indicato alla classiche vulvivendole che operano nei chiavisteri e fanno straordinari sulla tangenziale ovest, cmq e’ fortemente espressivo al punto che il suo esternarsi fa quasi tenerezza, la classica tenerezza di chi pesta la merda nascosta dalle foglie autunnali lasciata dal cane di turno sul marciapiede, tanto si dice che porta fortuna no? E la fortuna e’ quella di non trovare il proprietario dello stesso cane legato all’altro capo del guinzaglio..fortuna per il proprietario ovvio, cosi’ puo’ evitare di farsi dare due punti dove ci si infilano le supposte e a volte anche agli attrezzi riproduttivi. Opps mi ero proposto di non pubblicare piu’ gli scritti del balengo dopo la sua decuiussata.. ma oggi alla vigilia dell’equinozio autunnale che nel 2018 casca al 23 settembre, siamo alla ricorrenza del decimo anno, mi rimangio il proposito e posto una delle epistolate di Marshall che ho conservato nella pendrive non solo per la fine del protagonista ma per la coerenza che ha avuto nel concretizzare quanto aveva scritto.. leggete con un occhio solo..i riferimenti a fatti o cose, sono puramente oggettivi del fuori di melone…

 

R.I.P caro Marshall.

 

 

Una vita non basta e non ti basterà mai…
Oggi cambia tutto.

 

Perché non mi basta.

 

Perché questo delirio non è quello che voglio.

 

Perché la tua puzza di merda mi ha stufato.
Vaffanculo e rinasci.
Sono fragile.

 

Sono un cazzo di gigante di vetro che non aspetta altro che una piccola crepa per porre fine a tutto questo bailamme.
Cin cin col barbi.
Mi affogo.

 

Affogo voi, te togotuentinain di emme, il mio mondo, il mondo che mi vorresti vendere.
Una vita non basta.
Tutto brucia e io brucio con lui.

 

Fondamentalmente ingenuo.

 

Inconsapevole.

 

Impaurito.

 

Incazzato e con uno sguardo a quello che ho lasciato per strada.
Ho perso tanto nel corso del tempo. Ho perso tante speranze, ho fallito tante prove.

 

La vita mi sfida e io crollo sulle ginocchia.

 

Lentamente mi lascio scivolare nella mia tana scavata nella sabbia.
E cambiano i ritmi.

 

La musica si fa isterica, poi nevrotica, poi armoniosa.

 

Poi si spegne.

 

Si abbassa il sipario.

 

Io non capisco.

 

Ma si abbassa.

 

Un delirio.

 

La fine del mondo concessa solamente a chi è pronto a spingersi fino al più degradante livello di se stesso.

 

In quello strato lontano e oscuro in cui fanno le tane i topi, in cui restano a marcire i rifiuti.
È una guerra ma io sono un kamikaze.

 

Figlio di puttana.
Tutti hanno un dramma.

 

Tutti hanno una storia da raccontare.

 

Tutti hanno qualcosa per cui vale la pena ascoltarli.

 

Tutti hanno un senso.

 

Io non ho nemmeno un’idea originale.

 

Non ho un singolo racconto che non sia già stato narrato.
Provo a dormire.

 

Non ci riesco.

 

Provo a mettermi davanti ad un foglio e a disegnar l’infinito.

 

Non ci riesco.

 

Provo a disegnare il mio volto.

 

Non ci riesco.
Prendo fiato.

 

Stacco la spina.
Buio.

 

Silenzio sopra tutti i mobili dell’arredamento.
Infine esplodo.

 

Frasi pensieri lacrime bestemmie grida sperma rabbia occhi sgranati vene occhi gelidi.

 

Amore.
La vita come un palco.

 

Io incapace di ricordare le battute del mio copione.

 

Io che improvviso.
Vado a braccio.
Un altro bicchiere di vino.

 

La grappa alla genziana è amara, bevitela tu.
Senza paura ma solo con certezze semplicemente inventate.
E se non ti piace.. non leggere.

 

E se mi disprezzi vaffanculo.

 

E se ti credi meglio di me evidentemente avrai ragione.

 

Io sono\sarò\voglio essere\spero di essere\sono una semplice candela che brucia lentamente.

 

Dall’alto verso il basso.

 

Noiosamente.

 

Dall’alto verso il basso.
Una goccia alla volta.
Cera.
C’era.
Non lo so se il mondo è perfetto.
Un altro bicchiere di vino.

 

Ormai è caldo.
Non lo so se il mondo è perfetto.

 

Forse sì.

 

La colpa non è del mondo ma mia.

 

Pace.

 

Pazienza.

 

Che delirio.

 

Che cazzo di parole in fila come una bianca striscia di cocaina.
Eppoi su per il naso dritto nel cervello poi attorno ad esso fino a quando non si attacca alla parte più delicata, più morbida, più gustosa da distruggere, del tuo cervello.

 

 

Ti spinge ti violenta.

 

Ti spreme l’anima, ti comprime l’osso del collo eppoi ti lascia in terra con la sensazione, credetemi sgradevole, di aver appena consumato il tuo ultimo tasto.

 

Umiliato.

 

Ogni schiaffo dato ne esige cento ricevuti.
In un cinema.

 

Da solo.

 

Lo schermo non ha vita questa volta.

 

È tutto nero.

 

In mezzo allo schermo c’è un taglio.

 

Una figa?

 

No.

 

Forse un sorriso deforme.

 

Com’è che vorrei tutto meno quello che ho?

 

Com’è che mi taglio le vene? Come?

 

Come se.

 

Scivola corre come un’autostrada.

 

Poi arrivi al casello.

 

Timbri, paghi il dazio: delusioni, sofferenze, la tua migliore amica che ti accoltella, l’amore che finisce, gli amici che ti abbandonano.

 

La sbarra si alza.
Sei morto.

Ottimista il buon Enrico vero? 
Torniamo ai tempi attuali vignettati dallo Stefano..


Vacanze.

Bene, siamo ai saluti estivi, e faccio respirare il blog per due o tre mesi e sotto la forca caudina dello sconforto di Lella che non ama eccessivamente il trasferimento nella casa marina in quanto legata a shoppingate che per qualche tempo non potra’ effettuare.

Ora la considerazione sta nelle sette barra sette e mezzo ore di viaggio dove la povera vettura deve dare tutta se stessa alla faccia del tutor se esiste ancora e del navigatore coi suoi bipbip masturbaorecchie.

In queste sette e passa ore il cervello fa un sacco di considerazioni mentre passa sotto cavalcavia che ti possono crollare addosso o su viadotti obsoleti alti qualche decinaia di metri tenuti su con lo sputo e con lo zio turiddo annegato nei piloni e se optate per gli sport estremi non c’e’ bisogno di fare i vari bungee jumping, streetluge o zorbing perche’ e sufficiente buttarsi in un viaggio sulle Italiche autostrade.. l’emozione sara’ la stessa per i vari pirlotipi che incontrerete … tipo quelli che si ficcano sulla corsia di sorpasso ai 130 Kmorari previsti dal codice e se ne fottono delle otto luci che gli sparate addosso tipo lampo fotonico sperando che la corsia si trasformi in una personale galleria del vento, mentre quelli al culo a loro volta usano lo stesso sistema con voi che ritardate ad incenerire il trottapiano ..ma cazzo o beduino imperiale non vedi che le altre corsie sono libere quindi togliti dalle palle..nada.. quei tipi li sono amanti della sinistra ergo odiano 5stelle e seganord e quindi non stanno sulla destra nemmeno per disgrazia ricevuta o forse pensano che stando li il clima e’ migliore … lo specchietto retrovisore lo usano solo per strapparsi i peli dal naso e se ne fottono se dietro si sta formando il trenino di scalpitatori che vogliono scaricare il carburatore a settemila giri.. alla fine, quando i pendenti si sono ben smarronati ovviamente si opta per il classico sorpasso a destra con finto colpo di coda finale a stringere verso il guardrail per far capire come funzionano le cose…ora voi penserete male dello scrivente soprattutto se siete di quei tipi che adorano il zigzag tipo sciatore sulla neve del Mortarillo..insomma quelli che saettano destra sinistra e che non hanno tempo da perdere e il bello e’ che il genere indicato zigzagoso arriva a casa (sempreche’ arrivi) con 4 minuti e 22 secondi di anticipo rispetto ai normali, non alcuno che aspetta il loro rientro focoso se non un geco giustamente depresso e quindi il fatto li fa sentire soli e pertanto rientrano in autostrada per rifare quel zigzag che piace tanto.

La maggioranza dei normali si puo’ definire codista, ovvero quelli che amano le code e non appena vedono un rallentamento accendono le quattro luci, godono come falchi e spengono il motore per improvvisare una conversazione col vicino o per fare un banchetto sul tetto delle auto nel caso fortunato (per loro) di sosta forzata e godimento nel godimento nel caso di autostrada bloccata.. gridano al miracolo e si abbracciano tra loro e mangiano felici mentre gli altri smoccolano in attesa di ripartire.

A pensare bene forse non hanno tutti i torti, hanno ragione loro perche’ dalla vita hanno capito tutto e non si fanno cattivo sangue.

Certo che le mie settecirca ore sono nulla rispetto alle 13 fatte da amici che hanno avuto la sventura di fare la stessa tratta in periodi diversi..

La mia seccatura del viaggio e’ che dopo tre o quattrocento km la Lella esterna il desiderio di andare in bagno perche’ dice che se beve deve fare sta sosta e quindi ecco che la mia media va a pallino ma perlomeno mi mette in pace col tutor.. e quindi accosto e dato che ci sono rabbocco la broda e qui scatta il fattore imbranaggio del’automobilista tipo che concepisce le aree di servizio come box indesiderato e ferma la macchina oltre la portata del tubo della pompa di un metro poi capendo che e’ troppo avanti ingrana la retromarcia e arriva a un millimetro dal vostro muso grazie alla trombata tritonale che gli avete fatto.. poi resta in attesa del benzinaio non capendo di esser nel selfservice e quindi dopo averlo minacciato di sterminio della famiglia compreso il canarino nella gabbia sul lunotto, si toglie dalle palle lasciandovi l’incombenza del pieno.. qui stendo un velo pietoso in quanto non tutti i selfservice sono istess..evito la descrizione delle disavventure tipo quella che devi inserire il bocchettone dopo aver inserito la moneta e non prima altrimenti son cazzi..tipo quella dello sbuffo che ti sputa la benza sin sulle orecchie etc etc..

Fatto il pieno dell’auto e il vuoto di Lella si riparte in mezzo a smartphonisti che parlano.

Scrivono. Postano. Cinguettano. Whatsappano. Instagrammano. che, tra una pausa e l’altra, guidano: controvoglia, pero’.

E guai a disturbarli senza contare che per uscire dall’area di servizio vengono assaliti da dubbi atroci e vivono i bivi di uscita come crocicchi esistenziali e per questo, ponderano con attenzione ogni decisione.. ci pensano bene.

Prassi che li porta ad alzare il piede dall’acceleratore e sostare nello spiazzo di fronte ai cartelli con le varie frecce di uscita e quindi ficcano anche le loro 4 frecce in attesa della decisione..

Vabbuo’..li si scarta e con una buona sgommata con fischio incorporato si rientra nel serpentone verso la meta col rischio di incappare nel solito controllista, quello che doterebbe qualsiasi mezzo, anche un triciclo, del “cruise control”, il dispositivo che permette di non superare mai

una determinata velocita’.

Sti biscari settano la loro auto a 127 km/h e non la cambiano piu’ e sono parenti di quello di cui sopra non capendo la controindicazione in caso di strada libera e quindi fungono da tappo e se c’e’ una coda dopo curva tamponano tutti, l’importante e’ non superare i limiti.

Ora il problema e’ solo nell’uscita e considerato che uso la macchina due volte all’anno non ho il telepass e non accetto che a Casalcosino non esista casellante e di fronte al pedaggio automatizzato sono smarrito e so’ gia’ che la macchinetta mi aspetta..le scritte saranno tutte tolte e i verniciatori di contrabbando avranno disegnato la Monroe in posizione che chi va a messa delle cinque e’ meglio che non veda..quindi eccomi pronto come nel mezzogiorno di fuoco..mangera’ banconota e cartellino autostradale e di fronte a calci e botte una voce dall’alto chiedera’ se ci sono problemi… quindi dopo il vaffanculo te e la macchinetta scattera’ la foto e la sbarra si alzera’..il pedaggio arrivera’ per posta e il mio viaggio e’ terminato.

Buone ferie e ci si vede (se Dio vorra’) a settembre, e fate i bravi neh.

Hashtag.

Ehi Altervistiani, vi ricordate il vecchio telefono della SIP?

I piu’ nostalgici, come me, ce l’hanno ancora in cantina e lo trovano sempre bello e nn hanno la forza di differenziarlo.
Dopo di lui e’ arrivato un abominio di design chiamato Sirio, gia’ il nome ricorda Furio, il noto personaggio di Carlo Verdone, sapete, il medico che rispondeva al telefono col suo famoso “no, non mi disturba affatto” anche mentre consumava la sua prima notte di nozze.
Beh gia’ a quell’epoca avevamo un tasto a dir poco inutile, lo guardavamo con sospetto e ci chiedevamo a che minchia servisse, taluni hanno anche osato premerlo per scoprire che non succedeva assolutamente niente.
Che tasto?
Beh il cancelletto (ad onor del falso anche l’asterisco non era un campione di utilita’).
Passarono gli anni, sostituimmo quei fantastici dispositivi con i cordless, anch’essi dotati di cancelletto, la cui utilita’ rimase immutata, probabilmente per non rendere troppo traumatico il passaggio a quelle generazioni meno avvezze all’assenza di cavi.
Oggi non solo abbiamo i cordless, ma abbiamo un altro strumento deleterio e mi riferisco allo smartphone, un dispositivo invasivo e lesivo della privacy che fa qualsiasi cosa grazie ad un sacco di applicazioni con grafiche fighissime e colori nitidissimi, non servono nemmeno i tasti.
Well.
Con la rivoluzione degli smartphones e delle social App e’ stato finalmente dato un senso al cancelletto, adesso basta aprire facebook, instagram o twitter per trovare una valangata di cancellettate che vengono giornalmente vomitate in rete da giovani adolescenti vogliosissimi e da “diversamente adolescenti” (e’ un termine rispettoso nei confronti di tutti gli ultra ventenni che ragionano ancora come se fossero al liceo e il cui unico scopo nella vita e’ apparire fighi per procurarsi un po’ di sesso occasionale) che usano e abusano del # facendolo seguire da frasi di un’idiozia disarmante anche per gli autori dei cinepanettoni della Boldi/Desica riunita.
Facciamo qualche esempio per dare un’idea piu’ chiara… aprite instagram, andate nella pagina “esplora” e scegliete a caso qualche foto, apritela e leggete.
Io lo sto facendo in questo momento: #ilmioamorepiccolo #instago #instame #instalove #tagsforlike #instalike #instaday, una ragazzina, direi molto giovane, scrive #grazie#aspirina#orastobene#tiamo.
Ora capite a che serve il cancelletto?
Qualche super cervellone pagato dalle super potenze ha creato questo sistema di coercizione mentale che risucchia le menti labili in un vortice di demenza e hanno avuto il colpo di genio di mimetizzarlo con un nome che, essendo inglese, fa molto figo: HASHTAG…
Oggettivamente nessuno puo’ resistere ad un fenomeno che ha un nome che sembra quello di un profumo: “#Hashtag#, le nouveau parfum de Crétin” (ovviamente la pubblicita’ presentera’ anche #hashtag #profumo #crétin #nonpuzzopiu’ #nonservefarsiladocciabastausarehashtagduevoltealgiorno e altre cancellettate varie ed eventuali).
Bon..tengo a precisare che..
  • Il post che avete letto e’ stato scritto in tono del tutto scherzoso e non diffamante, non prendetevela.
  • Chi se la prende e’ un Hashtag.
  • #Hashtag# non e’ un prodotto realmente in vendita e non credo nemmeno sia in fase di produzione, siete pregati di risparmiarvi la figuraccia chiedendolo in profumeria.
  • Se tra gli hashtag trovati sulla pagina “esplora” di instagram, riconoscete il vostro, non prendetevela….. piuttosto vergognatevi un pochino.
  • Riferimenti a fatti cose e persone sono puramente casuali… o forse no? Ad ogni modo c’è un indagine in corso e aspetteremo che gli inquirenti facciano luce su questo argomento.
  • Se conoscete qualcuno che fa uso di Hashtag, non emarginatelo, aiutatelo. Con il vostro aiuto potra’ affrontare un percorso di riabilitazione e tornare ad utilizzare il cervello.
Stay hashtag, stay carlominkia.
Beh che ne pensa lo Ste del buon Salvini?.

Prigionieri di coppia.

No tranquilli, non vi parlero’ di una relazione epistolare tra un galeotto e la sua bella e nemmeno narrero’ di come sia vivere l’amore quando si e’ ai domiciliari.

Quello di cui andro’ raccontando, invece, e’ una storia a tutti nota, iniziata in un tempo remoto ed ancora oggi attuale.

Si puo’ dire sia perpetua, cambiano gli attori, ma il copione resta tale.

Tutti noi sappiamo che all’interno di un gruppo di amicizie vi e’ un certo equilibro che, se spezzato, genera il caos e la discordia.. vi sono dunque delle regole da rispettare affinche’ tutto rimanga sospeso in quella bolla di pace e perfezione.

La piu’ importante di queste regole e’… MAI, e dico MAI, fidanzarsi o intrattenere relazioni che esulino dall’amicizia con persone all’interno del gruppo.

Perche’ e’ cosi’ importante?

Beh, innanzitutto il nostro io fidanzato e il nostro io single sono spesso molto diversi, quindi la persona di cui vi siete presi una cotta potrebbe rivelarsi diversa.

Inoltre non vi e’ piu’ distinzione tra gruppo di amici di lui e gruppo di amici di lei, nessuno dei due ha adesso una “zona neutra” in cui sfogarsi e questo fara’ male al rapporto.

Ma presupponiamo che questi problemi vengano aggirati (e presto o tardi si presenteranno comunque), rimangono ancora degli ostacoli notevoli.. essere coppia all’interno dello stesso gruppo di amicizie presuppone che tutti i membri del gruppo vi conoscano molto bene e si prendano alcune liberta’ con voi… questo scatenera’ gelosie e litigi sia intestine al gruppo che alla coppia.

A questo punto uno dei due vorra’ ridurre le uscite, generalmente lei, convincendo l’altro a fare un sacco di cenette, visite alle mostre, gite romantiche… insomma, ogni scusa sara’ buona per schivare situazioni che possono minare la coppia.

Gli amici, di contro, inizieranno a farsi sentire meno e ad essere a volte infastiditi dalla vostra presenza che apparira’ come una concezione di grazia di cui dovrebbero ritenersi onorati.

Con l’andare del tempo anche la vostra vita di coppia risentira’ di questa chiusura verso il mondo circostante e la vostra relazione andra’ sgretolandosi fino al punto di rottura.

Voi direte: “beh adesso si lasciano ed e’ finita”… naaa!

Magari..

Adesso inizia la lotta per accaparrarsi gli amici, i quali non solo dovranno subire ore e ore e ore e ore di racconti tediosi su quella che e’ stata la loro relazione, ma dovranno anche far finta di essere interessati alle motivazioni secondo cui dovrebbero schierarsi dalla parte di uno piuttosto che dell’altro (sara’ del tutto inutile spiegare all’ex coppia che nessuno ha intenzione di schierarsi e che dei motivi per cui si sono lasciati non frega nulla a nessuno, se non per i primi tre giorni)…

Da qui si generano altri litigi, uno accusera’ l’altro di averlo diffamato e l’altro accusera’ l’uno di averlo denigrato e tutti e due se la prenderanno col gruppo per aver invitato ambe due alla cena del giovedi’… andra’ avanti cosi’ per un po’ fino a quando il gruppo si spacchera’ tra amici di lui e amici di lei (nessuno era interessato, vero, ma a lungo andare si prende sempre una parte) e ci saranno tre tipi di uscite:

  1. uscita di gruppo senza l’ex coppia

  2. uscita del gruppo di lui con lui

  3. uscita del gruppo di lei con lei

Quindi, ragazzi miei, non fate questa enorme fesseria… lo so che vi sembra l’amore della vostra vita e che quando vi vedete, vi sciogliete come il gorzonzola al sole il 15 di agosto, pero’ datemi retta.. vale la pena smazzare la uallera a tutto il gruppo per il vostro capriccio amoroso? Io credo di no.

Ma alla fine, fate un po’ cosa volete… l’unica cosa che vi chiedo e’ di non salutare la mia ex quando la incrociate… se siete postileggendoli fedeli, dimostratemelo.

Ci tengo a precisare che:

  • Non ho nulla contro la mia ex tranne un po’ di sano rancore, ma comunque prevale l’affetto e il desiderio di omicidio.

  • Esistono associazioni specializzate che sostengono gli amici delle ex coppie, contattatele e vi indicheranno il modo migliore per sopprimere i due ex piccioncini senza essere incriminati.

  • Se hai letto adesso questo articolo e sei gia’ impelagato in un’impresa simile…. AZZI TUA!

L’amore e’ un apostrofo rosa tra le parole t’ammazzo” –

Social Climbers.

La stima degli occupati ad Aprile 2018 e’ +0,3% su marzo e il che vuol dire che in 64.000 hanno trovato un posto di lavoro ed il tasso di disoccupazione e’ comunque stabile all’11,2% per la serie che la ricchezza e’ mobile ma la miseria e’ stabile.

Oggi piu’ che mai bisogna adattarsi ai tempi che corrono e bisogna sapersi inventare un mestiere se non si vuole rischiare di condurre un’esistenza di stenti e miseria.

Tralascio volutamente quella del Parlamentare in quanto e’ gia’ sfruttata ampiamente ed e’ in fase di declino.

Ma mi domando e dico, perche’ fare tutta questa fatica quando si puo’ diventare un social climber (suona molto piu’ professionale rispetto ad “arrampicatore sociale”)?

Infatti e’ una via nettamente piu’ semplice rispetto a tutte le altre, con poche mosse si ottiene fama e ricchezza senza fare assolutamente niente, intendiamoci, bisogna mettere in conto che morale, dignita’ e amor proprio andranno ad occupare gli ultimi tre gradini della scala dei valori, in compenso verranno sostituite ai vertici da “virtu’” molto piu’ divertenti quali falsita’, lascivia (termine soft per identificare il mestiere di vulvivendola o anovendolo di chi lavora presso i vari chiavisteri italici) ed egoismo.

Purtroppo nonostante i parecchi lustri che ho sulle sPalle, non posso indicarvi la strada per diventare un social climber professionista, pero’ possiamo vedere insieme quali siano le caratteristiche e le peculiarita’ di questo inquadramento professionale.

Social Climbers – Maschi/Femmine.

LUI, come tutti i portatori di pene, sboccia piu’ tardi… i primi anni del liceo li passa come tutti a divertirsi, ma verso la fine della scuola inizia a capire che sta per iniziare la vita vera e che non ha per nulla voglia di sudare per ottenere qualcosa (come vedete il motivo per cui si inizia questa carriera e’ lo stesso sia per LUI che per LEI).

Lui difficilmente puo’ sfruttare una relazione sentimentale per ascendere al potere quindi sfrutta le amicizie… inizia ad entrare nelle grazie di qualche pseudoamico ricco facendo credere di essere un piccolo Onassis e inizia a vivere della sua luce riflessa partecipando a feste in piscina, festini privati, serate piene di ragazze dalla “vulva generosa” e tanto alcool scroccato. Crescendo consolida le sue amicizie in modo da avere sempre piu’ vantaggi, dai suoi amici ricchi arriva ad ottenere vacanze presso le loro residenze al mare, un lavoro nelle loro aziende e tramite loro trova una giovane e bella mogliettina di buona famiglia il cui padre, sedotto e conquistato da questo finto rampollo, si fa in quattro per assicurare loro un futuro.

Eccolo dunque qui il Social Climber uomo di mezza eta’, lui ce l’ha fatta sul serio, anche la moglie scoprisse la relazione con la segretaria, la maestra dell’asilo della figlia, la postina, l’amica d’infanzia e la psicologa, sarebbe comunque sistemato perche’ e’ tutto intestato legalmente a lui… se non che, accidenti a lui, ha un enorme scheletro nell’armadio… qualche anno prima, mentre iniziava a frequentare quella che oggi e’ sua moglie, ha intrattenuto una relazione, che ancora oggi ogni tanto si ripropone, con una bellissima donna matura, nonche’ moglie del suo capo e madre di sua moglie… se questa storia venisse fuori, ogni suo sforzo sarebbe inutile e ricominciare da capo alla sua eta’ e senza un eurino in saccoccia, sarebbe a dir poco impossibile.

Alla luce di quanto detto sui social climbers possiamo affermare che ci sia una morale… il giorno del matrimonio chiedete il regime di separazione dei beni.

Tengo a precisare che se ti senti toccato da questo articolo, denuncialo alla polizia per molestie… e’ un tuo diritto anche se ad onor del falso, nessun social climber e’ stato maltrattato per la creazione di questo testo e se il tuo migliore amico corrisponde alla descrizione soprastante e ogni volta che lo vedi e’ senza portafoglio, allora e’ un social climber (rendo l’idea?) e chiudo qui il post con un motto dell’opinionista del GF il piccolo grande Malgioglio “Tutti froci con il culo degli altri”.

Horror film.

Che giornata di emme..siamo a Pentecoste ma qui e’ giornata che ricorda la vigilia Natalizia.. vabbe’ ho un desiderio. Profondo. Almeno una volta nella vita poter vedere un film dell’orrore in cui l’eroina non sia una demente incutita. 

Non dico un film interpretato da Rita Levi Montalcini o dalla Cristina Trivulzio di Belgioioso, mi accontento di un film in cui sta protagonista non ragioni come un celenterato in menopausa o come la immacolata quella del ristorante vicino al barbiere. 

Insomma, in una pellicola classica il mostro assassino comincia a perseguitare la disgraziata dopo pochi secondi e noi spettatori del belino lo identifichiamo gia’ dal primo fotogramma. 

Lei invece la trucida, l’ottusangola, non se ne accorge. 

E dire che non e’ difficilissimo. 

Il maniaco combinazione ha tre mani, sopracciglia cespugliose come il parco della rimembranza o le gambe della Giovanna quella dell’oreficeria del prosciutto, due canini esagerati e quasi sempre insanguinati, ha amici licantropi e sviene tutte le volte che sente pronunciato il nome “Maria”. 

La protagonista si chiama Maria ovviamente, che te lo dico affa’, ma non quella Maria..e nemmeno la meravigliosa avvocata nostra..

Quella con la Q ipermaiuscola e’ la numero uno e apro una parentesi..quando scendi sulla spiaggia di Casalbelino non puoi sbagliare.. basta che dici Ave o Maria e hai salutato l’80 per cento delle sign’ore stese al sole. 

Ad ogni modo continuando sul tema delle incutite, e’ passata mezz’ora e la scimunita, ignorando in che guaio si stia cacciando, accoglie con fervore lo psicopatico in casa a braccia aperte. “mo’ fermati a cena che faccio la pizza.. perche’ non vieni alle nozze di diamante della mia prozia… porta pure mia figlia di 6 anni al catechismo e poi insegnale a nuotare nella spiaggetta isolata del Sangro…. intanto gli indizi terrificanti si complicano. Quando il maniaco passa ..il cactus nell’ingresso perde le spine…il persiano comincia ad abbaiare.. il pendolo o la pendola boh…si ferma..l’uccello si ammoscia.. canarino intendo.. i tappeti volano…Al 90° minuto scoprono la colf strangolata, con le mutande a brandelli.

La sciagurata esalando l’ultimo respiro ha pronunciato una sillaba.. ERN. Notare che il maniaco si chiama Ernesto. 

Niente. 

Tutti nel film pensano che sia morta per un attacco d’ERNia. 

L’unica che ha capito l’antifona e’ Priscilla la seconda cugina da parte di madre.. purtroppo e’ muta. nel frattempo l’eroina invece di togliersi le ragnatele che le imbozzolano i neuroni, trasloca in una villa isolata nel bosco, con le pareti di vetro e le porte senza serrature. 

Il maniaco intanto non perde tempo. 

Ha il suo bel da fare, impiccare il cocker all’altalena, cucinare i bengalini con la polenta, appendere la suocera al parafulmine, violentare il lombrico in giardino.. e varie. 

A questo punto la protagonista ha un lieve sentore. 

C’e’ qualcosa che non le quadra… e a chi confida i suoi sospetti? 

Ovvio dai..all’assassino. 

E quale luogo sceglie? 

Tendenzialmente l’orlo di un burrone, l’ultimo piano di un grattacielo senza balaustra o parapetto come si dice da noi (poi perche’ parapetto che arriva all’altezza dei marroni..semmai..vabbe’ avete capito).. o anche come luogo ci sta una riva del fiume impestato da piranha (come si scrive? Dai sono i pesci cannibali). 

Torniamo al film horror passato ieri sul canale 55 del digitale e quale terraneo..l’importante che ci sia da qualche parte un’ascia. 

Altrimenti non vale neanche la pena o pene al femminile… sta grappa la devo proprio buttare, l’ho nuovamente corretta al peperoncino ed e’ ridiventata imbevibile..hick. fate una buona festa voi del centro che avete il sole e mandatemi le foto in whatsapp e non dimenticate di pregare per me..oppsss ho tolto le parole al Francesco e do lo spazio al nat che coi suoi fumaschi illustra le soluzioni adottatabili nella capitale per risolvere i problemi che tutti conosciAmo

La Grande Fuga.

Wow..tempi duri per il Grande Fratello 15 NIP che in seguito ai comportamenti dei componenti della casa considerati decisamente inurbani il cui esempio finisce in una sottospecie di discarica prodotti televisivi, facendo si che il sostentamento pecuniario comincia a scarseggiare per la fuga degli sponsor quali;

-Acqua SantaCroce (state vedendo i grandifratellini bere in caraffe anonime e non con bottiglie plasticate in bellavista )

-Screen (hairstyling e prodotti per capelli in genere)

-Nintendo (console da tavolo giochereccio)

-Bellaoggi (makeup)

-F**K (moda e soprattutto costumi in bellavista)

-Changit (idem come sopra in fatto di costumi)

e si dice siano in partenza pure gli arredatori della loro cucina e i fornitori di mangime che per ora si sono solo dissociati dai contenuti e parlo di Consilia, Steeplan, Salumi Beretta, AranCucine e… pure i marchi meno noti seguiranno l’onda dei fuggitivi piu’ grandi.

Ma pensiamo a problemi piu’ seri o psudo tali secondo lo Ste..

INPS: concorso per 967 funzionari.

I requisiti richiesti per partecipare al concorso

Alla procedura selettiva di cui al presente bando possono partecipare coloro che, alla data di scadenza del termine per la presentazione delle domande, sono in possesso dei requisiti sotto indicati:
a) laurea magistrale/specialistica (LM/LS) in una delle seguenti discipline: finanza (LM-16 o 19/S), ingegneria gestionale (LM-31 o 34/S), relazioni internazionali (LM-52 o 60/S), scienze dell’economia (LM-56 o 64/S), scienze della politica (LM-62 o 70/S),
scienze delle pubbliche amministrazioni (LM-63 o 71/S), scienze economiche per l’ambiente e la cultura (LM-76 o 83/S), scienze economico-aziendali (LM-77 o 84/S), scienze per la cooperazione allo sviluppo (LM-81 o 88/S), scienze statistiche (LM-82), metodi per l’analisi valutativa dei sistemi complessi (48/S), statistica demografica e sociale (90/S statistica economica finanziaria ed attuariale (91/S), statistica per la ricerca sperimentale (92/S), scienze statistiche attuariali e finanziarie (LM-83), servizio sociale e politiche sociali (LM-87), programmazione e gestione delle
politiche e dei servizi sociali (57/S), sociologia e ricerca sociale (LM-88), sociologia (89/S), metodi per la ricerca empirica nelle scienze sociali (49/S), studi europei (LM-90 o 99/S), giurisprudenza (LMG-01 o 22/S), teoria e tecniche della normazione e dell’informazione giuridica (102/S) ovvero diploma di laurea (DL) secondo il “vecchio ordinamento” corrispondente ad una delle predette
lauree magistrali ai sensi del decreto 9 luglio 2009 del Ministero
dell’istruzione, dell’universita’ e della ricerca;
b) cittadinanza italiana ovvero cittadinanza di uno degli stati membri dell’Unione europea ovvero appartenenza a una delle tipologie previste dall’art. 38 decreto legislativo n. 165/2001;
c) non essere stato destituito, dispensato o licenziato dall’impiego presso una pubblica amministrazione e di non essere stato dichiarato decaduto da altro impiego pubblico, ne’ di essere
stato interdetto dai pubblici uffici ai sensi della vigente normativa in materia;

d) non aver riportato condanne penali, ancorche’ non passate in giudicato ovvero di aver riportato condanne penali (anche se sia stata concessa amnistia, condono, indulto o perdono giudiziale,
applicazione della pena su richiesta ai sensi dell’art. 444 c.p.p.), specificandone la tipologia, o avere procedimenti penali pendenti, specificandone la tipologia;
e) posizione regolare nei riguardi degli obblighi militari per i concorrenti di sesso maschile nati prima dell’anno 1986;
f) godimento dei diritti politici e civili;
g) idoneita’ fisica all’impiego.
In ogni momento della procedura l’Istituto si riserva la facolta’ di procedere, con atto motivato – da comunicarsi mediante PEC ovvero mediante raccomandata A.R. all’indirizzo indicato nella domanda di partecipazione – all’esclusione dei candidati che non siano in possesso dei requisiti di ammissione previsti dal presente bando o che siano destinatari di sentenze penali di condanna ancorche’ non passate in giudicato. Per inviare domanda cliccate qui