Vanvera ( Piritera ).

Prendo spunto da una domanda fatta su “Quora” su chi voleva conoscere il termine “parlare a vanvera” facendo una ricerca sul termine “Vanvera” e pure Piritera (in quanto binomio associato) e capire a cosa servivano questi due bizzarri strumenti di antica “Eleganza”. (eufemismo).

Proiettiamoci nel 700….dove si dice venissero usati tali strumenti anche se a detto dello scrivente potrebbe sembrare poco pratico.(premetto che chi è avvezzo a non sentire termini che mia madre non voleva io dicessi…di chiudere immediatamente il collegamento).

Ergo la veridicità è anche secondo Paolo Di Stefano, tutta da accertare, anche se fonti autorevoli come l’Accademia della Crusca e il Corriere riportano la veridicità storica del loro impiego.

Non usavan i vecchi nostri far le cose a vánvera” con questa frase Alessandro Allegri, sul vocabolario della Crusca, spiega esplicitamente l’utilizzo del termine “Vánvera”, che significa, come tutti sappiamo, parlare “a caso, all’aria“.

Si posizionava di fronte all’orifizio di uscita della flatulenza e il gioco era fatto.

 

 

Di simile utilizzo la Piritera, che però non andava appoggiata alle natiche ma aveva una cannula per essere infilata direttamente nell’ano dell’utilizzatore. (e qui nacque il terzo sesso).

 

 

Lo strumento sembra che venisse usato prevalentemente nel regno delle Due Sicilie, (da dove nacque il termine prenderlo nel culo) ad esempio dai Borbone, che trasformavano così le scariche meteoriche in armoniosi cinguettii di volatili.(vedi altro mio post).

Di simile scopo ma con funzionalità differenti, la piritera da alcova era una sorta di tubo con imbuto che andava posizionato fra le lenzuola delle coppie che consentiva agli sposi, magari freschi di nozze, di scaricare all’esterno i frutti dei banchetti senza ammorbare l’aria di sgradevoli miasmi intestinali.

 

 

Sotto, nel film “La soldatessa alla visita militare”, una scena con l’eccezionale Renzo Montagnani che esemplifica, in modo divertente, l’uso della Piritera:

Concludo il post asserendo che il termine Vanvera, come viene spiegato sul sito dell’Accademia della Crusca, non deriva dallo strumento, ma esattamente il contrario…. sarebbe lo strumento ad acquisire l’uso del nome “vanvera” proprio per l’assonanza onomatopeica del “parlare all’aria” con l’ovvia associazione al sacchetto in pelle.

Ed ecco spiegato il termine “Parlare a Vanvera”.

(siete arrivati sin qui e siete nauseati? Ve l’avevo detto all’inizio del post e quindi non scassate i pendenti).