Archivio mensile:Dicembre 2014

Cara Minestrina.

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.. Siamo nell’occhio del ciclone per quanto riguarda il festival del colesterolo, ci siamo strafogati nella ricorrenza prepostNatalizia e in attesa della botta finale del 31 e’ giusto prender la via della minestrina.. tempo fa disquisii sul fatto di promuovere una giornata mondiale della minestrina anche se io opto per carboidrati come del resto anche il Leopardi fece a suo tempo e mi rimembro una sua composizione fatta a soli 11 anni che mettero’ a fine post.. quando ce vo’ ce vo’ e quindi necessita odeare sta brodaglia acquosa. E’ un atto di riconoscenza dovuta, povera Minestrina specialmente dopo le libagioni cu cui sopra. Sta povera innocente minestrina.. lei si’ che ci fa del bene. Passa autunninverni interi a scaldarci le budella e nessuno si degna di onorarla e di farle un monumento. E’ una sorta di razzismo culinario. Solo perche’ non e’ un minestrone, di quelli maschi, cazzuti roventi e pesanti. E’ «ina» lei, leggera, sciacquetta, non ti impiccia lo stomaco. Poi ste donne ci mettono un amen a prepararla. Ovvia la preferenza di una cofanate di spaghetti o padellate di tortelloni panzerottati. Se tu donna casalinga esodata scodelli sotto il muso del maschietto di turno una ciotola di minestrina, sentirai bofonchiare che gli sembra di stare in una corsia di ospedale, ma poi, un po’ per celia e un po’ per non morire, di fame in questo caso, finira’ con l’ingoiare l’intruglio, magari infilandoci un peperoncino rizzapeli. Fateci caso e dite se non e’ vero..il mascolo di fronte alla minestrina suda e trasuda come una lumaca si o no?. E poi, dopo aver scontato la sua ingiusta pena, ti dira’..E mo’? che minchia c’e’ di primo?… Voi magari con un filo di voce direte..Prego? ..Ti ho chiesto che cazzo c’e’ di primo (piu’ incisivo cosi’)? Tajarin dell’Agnese o pasta al forno?. E’ cosi’. Il maschio la minestrina la trangugia solo per farti un piacere. Perche’ esso ti ama. Ma poi mangiare a l’e’ un alter ciule’. D’altra parte come dargli torto. Mia nonna la minestrina la faceva sulla stufa. Ci scagliava dentro un paio di pugnate di pasta degli angeli quella a forma di fiorellino e la lasciava li’ a cuocere a tal punto da confondersi con le palle da baseball.. santa donna io la vedevo vecchia ma oggi riconsidererei la veduta e la vedrei come una signora di 65 anni e basta. Che dire ancora di quella sciacquatura di budella calda e salatina. Che tu la mangi, ti riscalda, ti vien voglia di far subito una pisciatina e godi come un falco, non senti quel pieno nello stomaco ma senti che si svuota passando dall’attrezzo che dovrebbe servire alla riproduzione ma declassato SSPP . Ti da’ l’idea che almeno hai smaltito un po’ di polvere che avevi dentro. Quindi auguri cari o minestrina, te lo dovevo questo post e pensa che la prima volta che ti ho assaggiato..mi hai fregato.. mia mamma ebbe detto..Carluccio vuoi la pastina? Azz.. certo mamma.. anche se e’ piccola la mangio lo stesso..e sei arrivata tu cara minestrina ( pastina in lingua leghista ).

Dal Pascoli Undicenne

Giacomo_Leopardi

A morte la minestra

Metti, o canora musa, in moto l’Elicona
e la tua cetra cinga d’alloro una corona.
Non già d’Eroi tu devi, o degli Dei cantare
ma solo la Minestra d’ingiurie caricare
.
Ora tu sei, Minestra, dei versi miei l’oggetto,
e dirti abominevole mi porta gran diletto.

O cibo, invan gradito dal gener nostro umano!
Cibo negletto e vile, degno d’umil villano!

Si dice, che resusciti, quando sei buona, i morti;
ma il diletto è degno d’uomini invero poco accorti!

Or dunque esser bisogna morti per goder poi
di questi benefici, che sol si dicon tuoi?

Non v’è niente pei vivi? Si! Mi risponde ognuno;
or via su me lo mostri, se puote qualcheduno;
ma zitti! Che incomincia furioso un tale a dire;
ma presto restiamo attenti, e cheti per sentire:

“Chi potrà dire vile un cibo delicato,
che spesso è il sol ristoro di un povero malato?”

È ver, ma chi desideri, grazie al cielo, esser sano
deve lasciar tal cibo a un povero malsano!
Piccola seccatura vi sembra ogni mattina
dover trangugiare la “cara minestrina”?
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22 Dicembre l’Assenza e’ Presenza..

assenza
Per molti il 22 dicembre e’ una data di osservazione, per me e’ una data di assenza che mi fa’ riflettere sui valori della vita. Vivere e’, insieme, accumulo e perdita. Incontrarsi e dirsi addio. Volti, nomi, storie, sentimenti, persone. Ci vengono incontro, ci affiancano, ci accompagnano per un tratto di strada.. poi se ne vanno, prendono altre vie, altri sentieri.. a volte si fermano, e rimangono li’, e guardano mentre ci allontaniamo e diventiamo sempre piu’ piccoli, sempre piu’ distanti, mentre proseguiamo il cammino e spesso neppure ci voltiamo indietro, presi da mille pensieri, gli occhi e la mente intenti alla prossima meta. Ma ci lasciano, tutti, qualcosa. Un fardello piccolo o grande, prezioso sempre.. ci lasciano il balsamo misterioso e dolcissimo dell’assenza. L’assenza e’ una voce che non sentiremo piu’, eppure ci parlera’ dal profondo del cuore nell’ora piu’ buia, nel giorno piu’ difficile. L’assenza e’ una mano che puoi stringere forte quando ogni altra mano ti sfuggira’ e il coraggio sembrera’ venirti meno. L’assenza e’ un ricordo che a chiunque sembrera’ banale, e’ una fotografia in bianco e nero, una frase che contiene un mondo, una cantilena imparata non sai piu’ quando e dove, un sorriso, un’amarezza seppelliti nella memoria. E’ una sera d’estate con le nuvole alte nel cielo, antichi re delle fiabe che partono per lunghi viaggi e per lungo tempo.. e’ una strada ripercorsa tante volte, e’ il Natale come lo aspettano i bambini, un giardino misterioso come la giungla nera, un pomeriggio giocato all’ombra di un cortile, mitologia quotidiana, lessico familiare, epopea domestica. L’assenza e’ il tempo che ti pareva inesauribile e invece non c’e’ piu’, il tempo per tutto cio’ che non hai saputo dire, che non hai potuto fare e che non hai fatto o non hai potuto/voluto fare, e’ il rimorso per un bacio mai dato ma che hai dato mille volte, per una lettera non spedita, per le parole inutili e i silenzi crudeli. E’ l’amore che ti porti dentro, e’ quello che resta quando tutto finisce. Il rendiconto ultimo, il significato del vivere. Illogicamente tutto questa assenza e’ presenza per me.. passata, presente e futura, ciao papa’.
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WhatsApp per PC.

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Il client di messaggistica instantanea piu’ utilizzato al mondo ora disponibile anche per PC.
WhatsApp e’ ormai diventato il client per la messaggistica istantanea piu’ utilizzato su smartphone e tablet. Il vantaggio principale rispetto ai vecchi SMS e’ la possibilita’ di inviare messaggi di testo con allegati di qualsiasi tipo gratuitamente attraverso la connessione internet.
Con questo programma potrete chattare, inviare foto, registrazioni audio, video e molto altro ancora. E’ anche possibile creare conversazioni di gruppo (fino a 50 partecipanti), perfette per programmare eventi. Non solo invio di Sms quindi, ma vera e propria piattaforma di scambio per ogni tipo di file multimediale.
WhatsApp non possiede alcuna funzionalita’ specifica per garantire la privacy dei vostri messaggi, a differenza di altre applicazioni simili, come ad esempio Telegram, che consente di criptare le conversazioni in corso. L’applicazione rimane tuttavia un must per comunicare con tutti i propri amici in modo semplice, diretto e soprattutto totalmente gratuito. Occhio che allo scadere del primo anno di iscrizione al servizio vi verra’ chiesto un piccolo contributo per continuare ad usare il programma: 80 centesimi l’anno.
Per smessaggiare direttamente dal PC, senza dover controllare lo smartphone ogni cinque minuti in un modo semplice ed immediato scaricate Bluestacks, un software emulativo dell’ambiente Android sul computer che vi consentira’ di installare ed eseguire WhatsApp sul PC.
Una volta installato Bluestacks, non dovete far altro che scaricare WhatsApp ed eseguirlo attraverso questo software.

SoakSoak

soaksoak
Più di 100.000 blog WordPress sono stati infettati, nelle ultime ore, da un malware di origine russa, battezzato SoakSoak. Google ha gia’ provveduto precauzionalmente a bloccare circa 11.000 domini nel tentativo di limitare i danni.
Sì, perché il codice malevolo caricato dai criminali informatici sui blog WordPress oggetto dell’attacco cerca di provocare il download di malware sui sistemi client degli utenti che si connettono al sito “infetto”.

Su tutte le pagine dei siti WordPress interessati dall’attacco, è stata infatti rilevata la presenza di codice JavaScript offuscato che viene sfruttato per disporre il download automatico di componenti malware.
Aggiornare non solo WordPress ma anche i plugin
I tecnici di Sucuri, azienda da anni attiva nel campo della sicurezza informatica, hanno confermato che l’attacco ha potuto trovare terreno fertile, sui blog WordPress interessati dal problema, grazie alla presenza di una versione vulnerabile del noto plugin RevSlider.

Se avete dei siti realizzati con WordPress, non dovreste limitarvi ad aggiornare il solo CMS ma dovreste controllare anche l’applicazione degli update relativi a tutti i plugin eventualmente installati.
Ciancio alle bande provate qui per controllare se siete infetti mettendo il link del o dei vostri blog.
Quando e se ilSucuri trova pericolosi inserimenti vi chiedera’ se vorrete toglierlo subito e occhio che i pistola vorranno esser pagati e la cifra varia da un centinaio di dollari a 500, voi che siete dei dritti fatti a rampino evitate di spender quattrini e controllate solo qual’e’ il file incriminato e tentate di toglierlo e la cosa non e’ per niente semplice, io mi son fracassato la milza sul sito di Virgilio che e’ passato a WordPress e stavolta si e’ presentata tosta.
Auguri..

Il Pacco o la Busta?

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Qualche lustro fa postai a Dicembre, di barricarvi in casa per evitare la follia (accento sulla i) prenatalizia. Ma siamo realistici.. non si puo’. Azz.. teoricamente dovreste stabilire con amici e parenti di non fare regali a nessun over 10 vi pare? Solo che poi ad attenervi alla consegna, di fronte ai regali altrui vi sentireste meschini come merde stantie. Vi imponete di evitare le cene d’auguri? Ringraziate se non ne avrete due di fila e una di cotone. Percio’, non mi resta che consigliarVi come affrontare l’inevitabile. Allora..
Cominciamo con le Cene.
Tre i drammi:
1. rimbambimento da locale sovraffollato;
2. indigestioni;
3. chili di troppo.
I rimedi potrebbero essere:
1. bere un bicchierozzo di nebbiolo corretto grappa prima di uscire.. rende piu’ sopportabili le urla dei pargoli e le partite di tombola coi pirillini inter parentisterio.
2. pranzare a patate bollite col contorno di patate cotte sottocenere mangiando soprattutto la parte esterna bruciacchiata.
3. fare sport come per prepararsi alle Olimpiadi… oltre a dimagrire, alla cena arriverete in un’ovatta di dolce sopore che vi aiutera’ a superare il dramma N°1.
Passiamo alle dolenti note dello Shopping.
Due i problemi fondamentali:
1. scelta dei regali.
2. sopravvivenza nella calca di esodati acquirenti.
Le soluzioni possono essere:
1. Dimenticare il Regalo Perfetto. Per trovarlo avreste dovuto mettervi all’opera ad Agosto, quindi comprate qualunque cosa carina che vi risparmi una lunga ricerca. E se questo vi facesse sentire in colpa, pensate ai regali di Natale che avete ricevuto Voi.. quanti vi hanno sbalordito per bruttezza? Quanti (confessate) ne avete riciclati e messa in vendita ai mercatini? Suvvia.
2. Andare per negozi con una persona iperfiga sia maschio che femmina.
al vostro passaggio, si apriranno le acque. Donne e uomini tratterranno il respiro e si faranno da parte, incantati e intimoriti da cotanto splendore. Certo, che le commesse potrebbero perdere la trebisonda e farsi dar retta poi risultera’ complicato. Ma ne vale la pena.
Atmosfera. Luminarie, festoni, neve finta, canzoncine, pubblicita’ di profumi e pandori e gli agghiaccianti Babbi Natale appesi ai balconi che continuano ad esserci confondendosi coi lavoratori che castigano i pluviali di rame.. ce n’e’ abbastanza perche’ anche l’adulto piu’ bonario nutra, almeno a momenti, un odio acuminato per il Natale. Che fare se si incontrasse il Babbo Natale vero? Lo si strozzerebbe con goduria infinita ovviamente. C’e’ chi si iscrive a un gruppo su Facebook e opera uno strangolamento virtuale. C’e’ chi emigra in luoghi esotici e deNatalizzati. E c’e’ chi, diffidando del mondo virtuale e non potendosi permettere i luoghi esotici, si rassegna.. dicendo.. coraggio che dura poco.
E poi dai..il panettone in fondo e’ buono e anche in centro. E ai bambini il Natale piace… ciascuno di noi conosce almeno un bambino a cui brillano gli occhi davanti ai pacchetti sotto l’albero addobbato.. non e’ poi cosi’ male, guardarlo e sapere che la sua felicita’ dipende anche dal regalo che ci e’ costato tanto sforzo comprargli… ma ripeto, la festa deve essere sino ai 10 .. oltre diventa un mercato e un festival del consumismo e sinceramente potremmo davvero farne a meno..dai forza lettorpostiferi ancora una tredicina di giorni e poi sara’ un ricordo e un altro Natale se ne sara’ ito assieme alla vostra tredicesima.

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Mis&Credenti.

Paragoniamoli ad un discorso pseudo fantomatico tra due creature in attesa di natalizzarsi
Due caratteri diversi simili al credente e al diversamente credente:
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Ehi fratello ma secondo te ci sara’ vita una volta usciti da li?
Ovvio che si, qui siamo in fase di crescita in preparazione di quello che saremo dopo.
Cazzate. Una volta fuori non ci sara’ nessuna vita. E poi come sarebbe quella vita?
Boh non lo so ma sicuramente ci sara’ piu’ luce che qui dentro e staremo piu’ larghi..forse cammineremo con le nostre gambe e mangeremo con la bocca.
Naaaa! Camminare non credo proprio. E poi mangiare dalla bocca? Non farmi ridere dai, questo cordone e’ l’unica via dell’alimentazione … Se passi dall’altra parte ed esci da qui non potrai vivere, questo cordone e’ troppo corto.
Invece io credo che debba esserci qualcosa. E forse sara’ diverso da quello cui siamo abituati ad avere qui.
Pero’ nessuno e’ tornato dall’aldila’, dopo esser uscito. Fuori da qui noi moriremo. E in fin dei conti, la vita non e’ altro che un’angosciante esistenza nel buio che ci porta al nulla.
Beh, io non so esattamente come sara’ una volta fuori, ma sicuramente vedremmo la mamma e lei si prendera’ cura di noi.
Mamma? Tu a nove mesi credi ancora nella mamma? E dove cavolo credi che sia lei ora?

Dove? Tutta in torno a noi. E’ in lei e grazie a lei che viviamo. Senza di lei tutto questo mondo non esisterebbe.

Eppure io non ci credo! Non ho mai visto la mamma, per cui, ovviamente non esiste.
Ok, ma a volte, quando siamo in silenzio, io riesco sentirla e percepisco come accarezza il nostro mondo. Sai? … Io penso che ci sia una vita reale che ci aspetta e che ora stiamo soltanto preparandoci per viverla …
Sara’ che mi chiamo Tommaso ma io mi fido poco o nulla di quello che non vedo…auguri per il 25.

nascita

Decriptate – Warning.

decript
Uso il pronome allocutivo nella prima persona plurale in quanto siete in molti ad esser cascati tra le grinfie dei cryptolockeratori (zona Asti 87 denunce pervenute nei mesi novembre dicembre 2014 )… allora… non riuscite a rientrare in possesso dei vostri file in quanto sti cyberottinculo ve li hanno criptati e vogliono un minimo di 300$ per inviarvi la chiave che consentira’ l’accesso ai files. Analizziamo la faccenda..
Vi hanno colpito col CryptoLocker che e’ uno dei malware piu’ scassaminchia in circolazione.. ergo ho cercato una soluzione in quel delle riviste di hackeraggio e sollucchero godimentoso grazie al lavoro di reverse engineering, FireEye e Fox-IT eccoVi un Tool a gratisse per la decrittazione o decriptazione qualdirsivoglia quindi non perdete tempo in denunce e soprattutto non pagate. Occhio che se anche l’FBI (non il CC del paese) con l’operazione Tovar ha colpito i cyberscassaballe sequestrando i server che distribuivano i ransomware… ci sara’ ancora molta gente come gli Astigiani citati che sara’ colpita come voi grazie al germe cybercriminoso che e’ stato seminato.. qui si parla di una milionata di potenziali castigati o castiganti principalmente tramite phishing o attacchi watering hole.
Prima vi spiego come avete cuccato il virus e poi vi sparo il rimedio neh..
CryptoLocker cripta tutti file con una chiave AES-256 e quest’ultima viene criptata con una chiave pubblica RSA a 2048 bit. Il messaggio che apparira sul desk e’appunto quello della jpg di cui sopra che vi chiede il pagamento del riscatto per ottenere la chiave privata RSA-2048.
Ora plauso ai rimediatori FireEye e Fox-IT che hanno creato il sito web – Decrypt CrytoLocker – che Vi permettera’ di decifrare i file che state vedendo a rettangolini tipo la digitalTV del Lai sesto piano.
Dovrete innanzitutto fornire un indirizzo email e caricare un file criptato che non contiene informazioni confidenziali. Vi verra’ quindi inviata la master key e il link per scaricare il tool Decryptolocker necessario per recuperare il o i file. Il tool richiede l’uso del prompt dei comandi di Windows. E’ possibile decifrare sia un file alla volta che tutti i file in una cartella o tutti i file su disco a secondo della castigata subita accento sulla i.
Non so quando leggerete questo post e quindi nel frattempo possono avvenire evoluzioni e quindi il recupero dei file non e’ garantito al 100%, in quanto il database CryptoLocker potrebbe non contenere la chiave cercata oppure perche’ i file sono stati criptati con una versione piu’ recente del malware ma a questo punto potrete effettuare una ricerca ed aggiornare il master key no? Dai..buona decriptazione o decrittazione qualdirsilegga. Beviamo un sorso di corda ehmm sursum corda e ..ad maiora fijo’.
virus-computer
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Intervista a Dio.

intervista a Dio

Per farmi perdonare del precedente post ho sognato di fare un’intervista a Dio…
“Ti piacerebbe intervistarmi?”, Dio mi domandò.
“Se hai tempo…”, gli dissi.
Dio sorrise.
“Il mio tempo è eterno. Che cosa vuoi domandarmi?”
“Che sorprese hai per l’umanità?”
E Dio rispose:
“Siete così ansiosi per il futuro, perché vi dimenticate del presente. Vivete la vita senza pensare al presente o al futuro. Vivete la vita come se non dovreste morire mai, e morite come se non aveste mai vissuto…”
“Avete fretta perché i vostri figli crescano, e appena crescono volete che siano di nuovo bambini. Perdete la salute per guadagnare i soldi e poi usate i soldi per recuperare la salute.”
Le mani di Dio presero le mie e per un momento restò in silenzio.
Allora gli domandai: “Padre, che lezione di vita desideri che i tuoi figli imparino?”

Dio rispose con un sorriso:

“Che imparino che non possono pretendere di essere amati da tutti, però ciò che possono fare è lasciarsi amare dagli altri.”
“Imparino che ciò che vale di più non è quello che hanno nella vita, ma che hanno la vita stessa.”
“Imparino che non è buono paragonarsi con gli altri.”
“Imparino che una persona ricca non è quella che ha di più, ma è quella che ha bisogno di meno.”
“Imparino che in alcuni secondi si ferisce profondamente una persona che si ama, e che ci vogliono molti anni per cicatrizzare la ferita.”
“Imparino a perdonare e a praticare il perdono.”
“Imparino che ci sono persone che vi amano profondamente, ma che non sanno come esprimere o mostrare i loro sentimenti.”
“Imparino che due persone possono vedere la stessa cosa in modo differente.”
“Imparino che non si perdona mai abbastanza gli altri, però bisogna sempre imparare a perdonare se stessi.”

“E imparino
che IO sono sempre qui.
SEMPRE”
sempre

Balasso – Poveri Cristi.

presepio vietato

In occasione delle prossime feste dedico l’allegato minifilmato del Natalino Balasso a Luciano Mastrorocco (cognome tipico Bolzanese) nonche’ preside del De Nemicis che ha vietato l’allestimento del Presepio nella sua pseudo scuola per non esser discriminatore nei confronti del 30 % dei suoi allievi musulmani. Pero’ una domanda mi sorge spontanea.. ora con la Befana che fara’ sto preside? La prendera’ a sassate? l’infibulera’?Le buttera’ via il sacco delle caramelle? Vietera’ agli allievi di appendere calze dando tre giorni di sospensione? Luciano presidoso sii coerente e per non esser discriminatorio, al 25 di sto mese rimani nello studisterio a fare presenza e cerca di non passare per Napoli in via San Gregorio Armeno o ti faranno un posteriore da dimenticanza di stitichezza che ti portera’ dritto dritto dal tuo colonproctologo.


Spazio di Wood.

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Il post di oggi e’ dedicato alla persona anglafona in oggetto…

Mentre mi sistemavo sulla sedia del barbiere e ancora una volta cercavo di calmare la paura atavica causata da un uomo con un oggetto affilato nelle mani (non parlo di Willis) e opinioni politiche discutibili, mi preparavo mentalmente. Ero stato cliente di questo barbiere fin dalla comparsa dei miei primi capelli, ma non ero mai stato in grado di rispondere a tono ai suoi commenti taglienti che, proprio come le sue opinioni politiche, non erano diventati meno affilati col passare del tempo. Sapevo che quella volta sarebbe stato particolarmente difficile. Stavo facendo visita alla mia famiglia in Inghilterra dopo essermi trasferito dalla Spagna alla Germania. Ai suoi occhi era come se avessi scambiato un paradiso fatto di sole e di sbevazzate senza fine con la tetraggine teutonica, senza contare l’infame destino di essere circondato dai nostri nemici di vecchia data mentre assistevo alla loro inevitabile, efficiente e schiacciante vittoria sulla nazionale inglese durante i mondiali di calcio.

Allora giovanotto, cosa combini ultimamente?

Insegnare è una professione rispettabile, pensavo. Era un buon modo per cominciare: ero un insegnante di lingue, una persona che si occupa di diffondere il sapere, un intellettuale insomma. Pessima partenza. Per quale cavolo di ragione volevo vivere in Germania? Cosa c’è di sbagliato nell’Inghilterra? Probabilmente era per colpa della mia mancanza di umorismo, insinuò, o del mio amore per il vino di pessima qualità o per i würstel schifosi. No, no, risposi offeso, senza un sorriso, mentre mi spruzzava la faccia con una pioggerellina di roba strana uscita dal vaporizzatore. Volevo imparare la lingua, decifrare il codice, raggruppare parole per formare nomi composti infiniti, e parlare mettendo il verbo alla fine delle frasi così da dimostrare a me stesso che potevo farlo e, naturalmente, perché una certa particolare coniugazione lo richiedeva. Il tedesco è figo, dissi.

Il significato di “figo” è cambiato, se adesso essere goffo è figo.

Non usò la parola “goffo”. Disse che il tedesco sembrava la lotta tra una macchina da scrivere e una lavastoviglie. Ammisi che certi accostamenti senza fine di consonanti potevano suonare come un tranello alle orecchie di un anglofono, ma non era il massacro al quale lui alludeva. Era un gioco. Un gioco di costruzioni senza fine fatto di blocchi e di assonanze onomatopeiche che aspettano solo di essere accostate e mischiate.

Ah, vabbè, se lo dici tu…

Eccome se lo dico! Durante i miei primi mesi mi ero imbattuto in ogni sorta di parole meravigliose che incapsulavano idee che non mi erano mai venute e concetti mai considerati, senza parlare di tutte quelle parole che semplicemente suonavano splendide. Tollpatsching, per esempio, dissi sottolineando il suono -atsch più che potevo. “E cosa vuol dire?”, mi chiese. E fu così che lo invitai a fare un viaggio con me in quelle che erano, almeno in quel momento, le mie parole preferite in tedesco.

1. tollpatschig (agg.) – goffo.

Patsch significa qualcosa come lo “splash!” dei fumetti, il suono di un liquido viscoso che colpisce una superficie dura. Toll invece vuol dire “grande” o anche “fantastico”: per esempio, potrebbe essere il responso sarcastico al fortunatissimo Patsch che un piccione ti lascia cadere sulla spalla mentre attraversi Trafalgar Square. E quindi con la mia limitatissima conoscenza dell’etimologia, tutta a sentimento, io immaginavo tollpatschig come un “fantastico splash” che, alla fin fine, è esattamente l’essenza di una persona goffa. Sebbene i linguisti arricceranno il naso e scapperanno inorriditi, da quando ho fatto questo piccolo calcolo lessicale questa parola mi si è fissata in testa e mi è rimasta nel cuore.

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2. das Kopfkino (nome) – il film nella testa.

Immagino che tu abbia fatto un qualche tipo di apprendistato per diventare barbiere, e che tu abbia sostenuto un colloquio per avere quel posto. Immagino che tu, giovane mascalzone in procinto di muovere i primi passi nel mondo del lavoro, ti sia sentito piuttosto nervoso. Posso anche immaginare che nella tua mente ci fossero un paio di immagini di cose che potevano andare storte durante il colloquio, e che quelle immagini scalfissero la tua naturale temerarietà. Questo è un esempio di Kopfkino: un insieme di pitture animate che predicono con assoluta chiarezza, e spesso senza fondamento, i risultati più sfortunati di una situazione o di un evento importante.
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3. die Naschkatze (nome) – il gatto goloso (di dolci).

Ricordo che quando ero piccolo mi davi sempre dei dolcetti dopo che mi avevi tagliato i capelli. Ti ricordi? Dopo averli mangiati scendevo goffamente dalla sedia da barbiere, atterravo con un Patsch sul pavimento di laminato e fissavo con desiderio il restante assortimento di dolcezze che avevi sullo scaffale. Questo succedeva perché da giovane ero un vorace Naschkatze, avendo ereditato la mia passione per i dolci da una lunga dinastia di golosi venuti prima di me.
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4. der Ohrwurm (nome) – il verme nell’orecchio.

Questa parola è così buona e utile che è riuscita a fasi adottare pari pari nell’inglese. Si tratta del motivetto orecchiabile che non riesci a toglierti dalla testa, il verme nell’orecchio appunto. La prossima volta che la conversazione langue e tu ti ritrovi a canticchiare quella canzone che magari nemmeno ti piace però non riesci a scacciarla via, puoi dare la colpa all’Ohrwurm.

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5. die Schnapsidee (nome) – l’idea-grappino con genziana.

Ad un certo punto della tua vita hai raccolto il coraggio e hai aperto il tuo negozio da barbiere. Probabilmente avevi già un paio di clienti fedeli, ma non eri ancora sicuro di poter raggiungere il successo. Forse l’origine di tutto è stata una Schnapsidee, cioè un’idea eccentrica, un po’ pazza e un po’ geniale, che ti ha preso tutto d’un colpo, magari alimentata – o seguita – da un paio di bicchierini di grappa o altre bevande ad alta gradazione alcolica.

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6. dickköpfig (agg.) – con la testa dura (Willis escluso).

La ricetta per il successo, ossia das Erfolgsrezept, potrebbe includere una Schnapsidee e ein bisschen Dickköpfigkeit, che potremmo generosamente tradurre con ostinazione, anche se sarebbe più accurato chiamarla testa dura. Immagino che tu abbia dovuto essere un po’ dickköpfig per riuscire a trasformare il tuo negozio in nella Erfolgsgeschichte, storia di successo, che è oggi.

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7. die Ahnungslosigkeit (nome) – il non avere la minima idea.

Nessun set di parole tedesche preferite sarebbe completo senza un’avventura verbale multisillaba. La sorella inglese di questa parola è pure lei fatta a blocchi: ha un centro, ossia idea, clue in inglese, Ahnung in tedesco, e la sua assenza è espressa dalla particella -less, o -los, e infine viene trasformata in un sostantivo con -ness o -keit. Niente di speciale insomma. Quello che fanno i tedeschi lo sanno fare anche gli inglesi, giusto? Forse, ma mentre la pronuncia inglese ha trasformato la parola in un mazzetto di consonanti facile da ingoiare (cluelessness), la sua controparte tedesca rimane una sfida per la lingua e per le corde vocali, ed è semplicemente una delizia da pronunciare. Forza, provaci anche tu! Ahnungslosigkeit.

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“Ar-nens-lors-ick-kite”, disse.
“Sì”, risposi io, momentaneamente confuso dalla peculiarità del tedesco pronunciato con un pesante accento del Somerset, “quasi la stessa cosa”.
“Eh già, s’impara qualcosa tutti i giorni. Mi devi otto sterline inglesi, giovanotto. E in ricordo dei vecchi tempi puoi prenderti uno di quei dolcetti, Naschkatze”.

Nds..dedicato al mio caro amico Tuccio ormai teutonico e dimentico dell’origine isolana e del compagno castigatore in quel di Casalcoso.

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