Archivio mensile:Maggio 2021

U remember the tlf tokens?

Mentre fottingavo passando accanto alla cabina telefonica ho visto un cartello.. mi sono avvicinato e ho letto la decuiussata della stessa.. anche la cabina se ne va, ormai poche persone la utilizzano e mi ha fatto rimembrare che una ventina d’anni or sono era stata decretata la fine del gettone telefonico..ve lo ricordate?…

C’era una volta…il gettone telefonico, era nato nel 1927, per inaugurare i primi sei telefoni a gettone installati presso la Fiera Campionaria del mio paese a Milano, ed e’ morto al 31 dicembre 2001 alla veneranda eta’ di 74 anni; in tutti questi anni non cambio’ mai il conio.

Il gettone serviva per dare il resto in mancanza delle monetine (incettate dai giapponesini che le utilizzavano per fare le casse degli orologi), serviva anche per bloccare la levetta del calciobalilla al fine di prolungare la partita in quanto le palline continuavano a scendere, e qualche volta sto gettone serviva anche per telefonare.

Parecchi miei coetanei ne conoscono il sapore dato che mettendoli in bocca assieme ad una caramella zuccherata, una volta infilati nella canalina del telefono pubblico, incollandosi alla parete impediva la discesa degli stessi e prolungavano la telefonata all’infinito (i piu’ raffinati ecologisti praticavano dei forellini nel gettone per infilarvi una cordicella di nylon, sempre allo scopo di non farlo cadere nella cassetta della gettoniera).

L’impiego telefonico del gettone era complesso, per svariati motivi a partire dall’ardua combinatoria gettone-telefono.

Situazione namber uan: il barista ti dava il gettone, ma sul telefono campeggiava un enorme cartello con scritto “GUASTO”.

Situazione namber ciu (scusate lo sputacchio), il telefono era in servizio, ma sul banco del bar c’era un foglio con scritto “ NON ABIAMO GETONI”.

Situazione namber tfrii (mannaggia alla dentiera): avevi il gettone, l’apparecchio fungeva, ma era occupato da un cliente abituale, tale Tonino detto “Il Bestia”o anche “el Ciulun”, una specie di armadio vivente che con un solo gettone telefonava ininterrottamente per diciassei ore ( la Tariffa Urbana a Tempo era allora un virus sconosciuto), alzando la testa solo per ordinare birre, panini e per sputare sul cartello “Telefonate Brevi” e nessuno osava protestare. E che altro dire delle interurbane?

Per fare un’interurbana arrivavi alla cabina zavorrato da decine di gettoni stipati nelle tasche dei pantaloni (da cui la famosa frase pronunciata dalla ragazza che abbracciavi: “mmmm Sei contento di vedermi o devi fare l’interurbana?”, li infilavi ad uno ad uno nel telefono, poi facevi il numero con la rotella e non appena dall’altra parte alzavano il ricevitore o cornetta, i gettoni precipitavano con la velocita’ ed il rumore di uno sten tipo raffica di mitra.

Se invece non rispondeva nessuno, potevi premere il tastone di plastica per farti restituire in un colpo tutti i gettoni sentendoti cosi’, per una volta, come un vincitore alla slot machine.

E chi di voi non ha recuperato gettoni passando davanti alle gettoniere, tentando la fortuna di recuperare i gettoni che precedenti persone non erano riusciti ad avere per la fretta.. luogo ideale le stazioni ferroviarie con treni in partenza… oppure variante di ladrocinio inserendo uno straccio nel foro di caduta per impedirne la giusta restituzione ed il successivo castigo da parte del trucido trafficone che toglieva l’impedimento e intascava il malloppo.

Unica alternativa erano i bar con il telefono a scatti, dove pero’ il contatore cominciava a girare come un frullatore Girmi appena entravi, quindi da scartare assolutamente.

Al gettone e’ legato l’unico fruttuoso investimento della mia vita: un guadagno netto del 100%.

Stavo ammassando gettoni per concedermi una telefonata alla Gabriella di Busto Arsizio grande gnocca con un sorriso splendido e una mini da capogiro; un giorno arrivo’ la notizia dell’aumento del telefono; il gettone era radicalmente raddoppiato come prezzo. Guardai il mio gruzzolo: tredici gettoni, una sopravvenienza attiva di ben milletrecento lire (0.67 €); offrii una ghiacciatina mentorzata alla vicina di casa di nome Maria e dimenticai per sempre la Gabriella di Busto Arsizio.

Addio Gabriella e addio Caro Gettone.. ti ricordo con very nostalgia.

P.S. Sui siti di vendita online ci sta un gettone marchiato 7607 alla modica cifra di… lumatelo da voi e sappiate che ne ho un paio..

 

 

Acrofobia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quanto sopra e’ per chi ha paura del vuoto e quello sotto invece e’ (secondo lo Stefano) per chi ha paura del capo…

 

 

 

How would a 1980s computer scientist react to today’s modern computers?

 

 

Come reagirebbe uno scienziato informatico degli anni ’80 ai computer moderni di oggi?

Questa domanda e’ stata posta a Dennis J. Friley e mi chiedo se altri della sua eta’ possano condividere quanto lui ha detto e traduco integralmente il suo punto di vista..ditemi se siete d’accordo OK:

Risposta tradotta:

In qualità di informatico degli anni ’60, sono rimasto sbalordito dai computer degli anni ’80. E poi ancora quelli degli anni ’90, quelli del 2000 e così via.

I progressi dell’hardware sono stati fenomenali (pensavamo che 1 megabyte fosse una grande quantità di memoria).

Ricordo che una volta, negli anni ’80, predicevo che un giorno i computer sarebbero stati onnipresenti come piccoli motori elettrici, trovandosi ovunque in casa o in azienda.

Tutti mi dissero che la mia previsione era ridicola…Ma indovinate un po’.

I computer si trovano davvero ovunque in questi giorni e sono forse anche più comuni dei motori elettrici.

E possono stare in tasca o al polso e funzionare con batterie delle dimensioni di M & Ms o anche più piccole. (A proposito, anche la tecnologia delle batterie ha fatto grandi passi avanti). Oggi indosso gli apparecchi acustici (prima o poi capita a tutti noi) e la minuscola cosa che mi sta nell’orecchio include una batteria e un computer più potenti di alcuni di quei mainframe che usavo tempo fa.(ndr..per ora l’acusticita’ non mi ha abbandonato).

Un aspetto che è cresciuto in modo fenomenale da quei giorni è la comunicazione dei dati.

Ricordo quando ci collegavamo su una linea telefonica e collegavamo una telescrivente a 96 caratteri al minuto e pensavo di aver fatto un grande passo avanti.

Non abbiamo mai previsto cose come Internet o guardare eventi dal vivo sugli schermi dei nostri computer. (In effetti, l’accesso al computer video è stato introdotto per la prima volta all’epoca ed era considerato una stranezza: le nostre principali interfacce con il computer erano schede perforate, dispositivi simili a macchine da scrivere e stampanti di grandi dimensioni.)

Le reti locali erano considerate una meraviglia quando sono arrivate per la prima volta e Internet, quando è arrivato un decennio dopo, è stato visto come uno strumento ad uso esclusivo dei ricercatori.

I progressi del software sono stati molto meno spettacolari in termini di quanto costa produrre software.

Inoltre, in molti modi, la qualità del software è peggiorata a causa dell’enfasi sul rispetto delle scadenze piuttosto che sulla produzione di alta qualità. D’altra parte, la quantità di software è cresciuta in modo esponenziale.

Sono affascinato dal fatto che la maggior parte dei soldi in questi giorni viene ricavata dalla vendita di software. (Ricordo ancora di aver lavorato per un importante produttore di computer e loro negavano i fondi del mio progetto per il completamento perché stavamo producendo un prodotto software che, a loro modo di pensare, era la parte non redditizia del business dei computer.)

E ricordo un giovane di nome Bill Gates che è venuto nella nostra azienda cercando di vendere un compilatore Basic realizzato dalla sua neonata società “Microsoft” e il nostro management lo ha rifiutato perché pensavano che chiedesse troppi soldi. (n.d.r. ora si stanno mangiando il testicolario).

Un aspetto che si è deteriorato in modo significativo è la documentazione. Ottenevamo manuali per l’utente di alta qualità con tutti i prodotti informatici (hardware o software) che fornivano informazioni complete e generalmente ben scritte su come utilizzare i prodotti.

Oggi ci affidiamo a “file di aiuto” spesso scritti male e mal organizzati ed è molto difficile imparare tutto su un nuovo prodotto semplicemente leggendoli. Sono progettati per diagnosticare problemi più che per insegnare.

Ho menzionato il software.

In effetti, sono stati fatti molti progressi nella produzione di software di alta qualità, anche se sfortunatamente la maggior parte del software effettivamente prodotto è mediocre rispetto a quello che potrebbe essere. Questo perché il desiderio di qualcosa che funzioni il prima possibile ha avuto un peso maggiore nella maggior parte delle applicazioni rispetto al desiderio di qualcosa che sia molto affidabile e robusto. (I metodi per produrre tale software sono noti, ma non ampiamente praticati).

Forse un giorno ….

n.d.r. la sicurezza non era quasi il problema mentre oggi lo è. Suppongo che ogni volta che si presenterà un nuovo progresso tecnologico ci saranno sempre modi per i criminali di sfruttarlo.

E a proposito di sfruttagioni vediamo come la pensa Stefano sulle “tesi Dottorevoli” che argomentano la situazione attuale.

 

 

Contapassi dello Smartphone come funge.

Il funzionamento del contapassi sui dispositivi elettronici degli smartphone, si avvale dell’idea originale del contapassi meccanico, inventato e brevettato intorno al 1900 da Otto Bartel.

 


 

 

Un peso (rosso) all’estremità del pendolo (blu) assicura che oscilli di una quantita’ misurabile mentre si cammina.

Il pendolo oscillante gira innescando una serie di rapporti (in verde) facendo in tal modo avanzare un puntatore che indica il conteggio dei passi, quest’ultimo non mostrato in quel brevetto.

I moderni contapassi che avete sul cellulare, lavorano sullo stesso principio, ma fanno uso di componenti elettronici chiamati MEMS, cioè Micro Electro-Mechanical Systems con funzionalita’ di accelerometri e giroscopi.

Un esempio e’ il componente MPU-6050 quel chip nero che in figura trovi al centro di quella piccola scheda che serve per la sua sua gestione.

 

 

 

Sulla base dell’analisi dei segnali che descrivono l’orientamento e l’accelerazione rilevata dal dispositivo in ogni istante di tempo è possibile elaborare una serie di dati che caratterizzano l’andamento della persona che lo porta con se’ durante la camminata.

Una successiva migliore indagine permette infine di estrarre da questo andamento quegli elementi che identificano il passo, il cui conteggio durante il periodo di tempo stabilito (ad esempio la singola corsa o l’intera giornata), porta ai numeri che vedi normalmente visualizzati nelle app di gestione.

Ma come viene fatta questa analisi ?

Il chip e’ in grado di rilevare contemporaneamente due cose di se stesso : la rotazione lungo i 3 assi e l’accelerazione applicata.

Quando e’ nelle mani o nelle tasche della persona che si muove, queste variazioni posso essere associate alla persona stessa, anche nel caso non sia orientato nello stesso modo (vedi l’immagine seguente) perche’ e’ dal suo moto relativo che si deducono le conclusioni sopraccitate.

 

 

 

Supponi ora che attraverso un campionamento eseguito ogni frazione di secondo, l’applicazione del cellulare (o un firmware nel caso di orologio da polso) raccolga tutte queste variazione comprese la loro frequenza.

L’analisi di questi valori si basa approssimativamente sulle seguenti considerazioni, dove si fanno corrispondere al singolo passo, le rispettive variazioni in termini di accelerazione indotta sugli assi.

 

 

 

Una loro rappresentazione grafica e’ la seguente, dove si inizia ad intuire quali siano gli elementi da considerare per identificare i passi che compongono nel loro complesso la camminata :

 

 

 

In particolare, si identifica come passo l’attivita’ descritta da una pendenza negativa del diagramma dell’accelerazione combinata sui 3 assi.

Il software, ricevuti questi dati, analizza per ogni istante di tempo questi valori ed opera una serie di elaborazioni basate sul confronto con l’istante precedente e di opportune soglie decisionali per produrre una sentenza che indica la presenza o meno di un passo.

Schematicamente, chiamato SAMPLE_RESULT il rilevamento istantaneo, SAMPLE_NEW lo stesso campionamento una volta che questo supera una soglia di movimento minimo, SAMPLE_OLD il campionamento all’istante precedente, DYNAMIC_THRESHOLD una soglia impostata come valore significativo calcolato sulle componenti dei 3 assi, e DECISION l’ultima verifica per confermare o meno che si tratta di un passo, il diagramma che rappresenta l’elaborazione e’ il seguente :

 

 

 

Il valore di output, molto semplicemente un SI o un NO, concorre ad incrementare un contatore interno all’app la quale, nei modi più fantasiosi che ritiene, lo registrera’ e lo visualizzerà a video.



 

Buona camminata.

 

Fannulloni e Leccaculo.

 

 

Fannullone non e’ chi non va a lavorare perche’ malato.

Fannullone e’ chi va sul posto di lavoro e non fa un cazzo.

Questo tipo di fannullone e’ molto diffuso in tutta la pubblica amministrazione e al Ministero.

Appunto cominciamo dalla Camera dei deputati il Senato della Rupubblica; e non parlo dei lavoratori dipendenti, ma dei senatori e deputati; qualcuno mi dovrebbe spiegare che minchia di lavoro fanno per meritarsi tutti quei soldi che prendono; e’ semplicemente vergognoso vedere in televisione che mentre uno parla, ad ascoltarlo vi sono solo due o tre persone, spesso anche leggendo il giornale e giocando a scacchi.
Fannullone e’ chi timbra il cartellino o il registro di presenza, fa un giro intorno al suo tavolo di lavoro e se ne esce a fare la spesa, a prendersi un caffe’ al bar (cosa che molte sentenze hanno giudicata legittima), a comprarsi il giornale, ad accompagnare il proprio figlio a scuola, a controllare gli operai che stanno ristrutturando una propria casa o stanno facendo lavori in un proprio fondo agricolo, e magari a farsi una scopatina con un/a collega di un altro ufficio piu’ o meno vicino utilizzando macchina blu di servizio con autista incorpored.
Responsabili di questi furti all’orario di lavoro sono i dirigenti, che chiudono uno o tutte e due gli occhi per non vedere, o peggio ancora non possono proprio vedere perche’ sono assenti pure loro.

Di norma in questi casi, per evitare rischi, si ricorre allo stratagemma di firmare una richiesta di permesso breve, che poi viene strappata al rientro se non e’ successo niente.

La durata dell’assenza puo’ andare dai pochi minuti all’intero orario di servizio.

Esiste anche la possibilità che a timbrare il cartellino o a firmare, in entrata ed in uscita, sia un collega compiacente, che a suo tempo verra’ ricambiato.

Per poter svolgere queste attivita’ extra lavoro in orario di lavoro e’ necessario che vi sia una qualche intesa tra dirigenti e lavoratori, piu’ o meno palese, piu’ o meno concordata.

E qui entra in campo il leccaculismo, l’arte di adulare i capi per fregarli.

Ai leccaculi e’ concesso tutto, le malefatte dei leccaculi non vengono mai viste, i leccaculi non verranno mai richiamati, i leccaculi ottengono o si prendono tutti i falsi permessi che vogliono, i leccaculi non hanno bisogno di mettersi in malattia per non stare sul posto di lavoro.

I leccaculi risultano sempre presenti e verranno anche premiati.

Guai per chi non si adatta a fare il leccaculo, non ha diritto a niente, deve giustificare tutto, deve recuperare anche un solo minuto di ritardo, non ottiene permessi, non puo’ accompagnare la moglie o un figlio o un genitore in ospedale, non puo’ andare a festeggiare un figlio che si laurea.

Anche la malattia, vera o falsa che sia, deve sudarsela cara; e’ immediata la visita fiscale; i servizi segreti del capo sono spietati per incastrarlo.
Chi non e’ leccaculo, e non ottiene un permesso o ha esaurito i giorni di permesso, per poter fare qualcosa di indifferibile per se o per la sua famiglia deve mettersi in malattia e non puo’ essere definito un fannullone.
Un tipo peggiore di fannullone e’ chi va sul posto di lavoro e col suo comportamento arreca danni agli altri.

Di questa categoria fanno parte tanti dirigenti, che provano piacere sadico a massacrare i dipendenti.

Questi capi sono la causa di una delle piu’ gravi malattie dei nostri tempi.. lo stress o stalking qualdirsivoglia.

Lo stress colpisce buona parte dei lavoratori europei pare uno su cinque e molta parte dei lavoratori italiani e qui siamo uno su 4 e mezzo perche’ noi ci distinguiamo sempre.

Se ci si allontanasse di piu’ dal lavoro prima di essere colpiti dallo stress, prendendosi qualche giornata di malattia, anche solo come riposo, si farebbero risparmiare tantissimi soldi allo Stato e quindi a noi contribuenti. Con la consapevolezza di non aver mai inclinato il fondoschiena a novanta gradi al cospetto di nessuno e l’orgoglio di non dovere nulla ad alcun chi e alcunche’, vi consiglio di viaggiare sempre con la schiena contro la parete e di non raccogliere nulla da terra (se merita pero’ …. ci si puo’ fare un pensiero sopra).. 

 

La bella intronata nel bosco.

 

 

Vabbe’ oggi per la festa della mamma e per la serie “fiabe taroccate” la aggiungo alle 400 versioni della Principessa Indormita nel Bosco..(ex pineta vicino alle case Santini..120 eurini per notte tampone compreso).

 

Tanto tempo fa, in un paese lontano tipo Casalbrodino, vivevano un re e una regina.

 

Per anni attesero un figlio, che pero’ non arrivava.. questo perche’ la regina era chiattona, talmente brutta, che ogni volta che la donna chiamava il marito a compiere i suoi doveri coniugali, lui preferiva buttarsi giu’ dalle scale di Via Bachetel 308/6 procurandosi fratture multiple piuttosto che assistere al pietoso spettacolo di vederla come la suocera l’aveva fatta (e qui mi allaccio alla ricorrenza del giorno).

 

Una sera pero’ la regina riusci’ con la scusa di visionare un incontro di Wrestling ad attirare il marito in camera da letto e a farsi trombare.
Dopo 11 mesi nacque (in ritardo) una bambina che non voleva uscire, che chiamarono Aurora perche’ alla regina piaceva Eros Ramazzotti.

 

Per festeggiare il lieto evento fu organizzata una grande festa, a cui furono invitate anche le sorelle della regina, le tre grazie: Grazia, Graziella, e Grazie al …belino…. perche’ erano dotate di poteri magici e a sta povera creatura bisognava donare una speranza di un futuro migliore per ricompensarla dalla sfiga di essere nata da cotanto cesso. E grazie ai loro poteri, agitando le loro bacchette magiche le tre si avvicinarono alla culla per offrire i loro doni alla principessa.

Piccola principessa, il mio dono sara’ la bellezza” disse Grazia
E meno male” rispose il padreperche’ se viene come la mamma le faccio cambiare il cognome in Pozzi-Ginori
Piccola principessa, il mio dono sara’ una voce dolcissima” disse Graziella
E meno male” rispose il padre “perche’ piuttosto che sentire la mamma a volte preferisco far stridere il gesso sulla lavagna

Ma proprio mentre la terza grazia stava per offrire alla bimba il suo dono, una folata di vento (che perenne e anche perM si trova in quel di Casalcoso) spalanco’ le porte del castello.

 

Era Cazzimma, la strega bastarda amica di Amelia, inviperita per non essere stata invitata ai festeggiamenti, che comincio’ a fare una piazzata degna di una sceneggiata di Mario Merola. “Munnezza” disse rivolgendosi alla regina, che era sua sorella “perche’ non mi hai invitata? ”
E si vede che son parenti tuoi, non ha nemmeno bussato prima di entrare“, disse sommessamente il re.
Zitto tu” disse Cazzimmma al re, e poi annuncio’ “Anche se fate schifo perche’ non mi avete invitato, faro’ anch’io un dono alla bambina.

 

La principessa Aurora crescera’ in grazia e bellezza, amata da tutti. Ma nel giorno del suo sedicesimo compleanno, si pungera’ un dito con un fuso delle reti di pescatori… e morira’!”
Buono, cosi’ non le devo comprare il motorino“, fece il padre “Pero’ dimmi cos’e’ sto fuso che glielo regalo io direttamente“.

Nel frattempo la terza grazia, Grazie o belino, che non aveva ancora offerto il suo dono, disse: “Re e regina non disperate! Anche se non posso annullare questa terribile maledizione, posso aiutarvi!

 

Dolce principessa, un fuso pescatoriale ti pungera’ il dito, ma non morrai.. ti addormenterai e dormirai fin quando non riceverai il primo bacio d’amore!”
Ma senti questa. A sedici anni per non morire mia figlia deve cominciare a fare la zoccola e farsi baciare dal primo che passa!

 

A sedici anni quando esce le faccio indossare il burqa e la faccio tornare alle 9 di sera, e a ballare allo Sporting non ci va manco se mi prega in ginocchio“.

 

Ma la cosa fini’ li.

Passarono gli anni e la principessa cresceva.

 

Il reame versava purtroppo in cattive condizioni economiche perche’ per pagare l’Imu e la Tari su un castello se ne vanno un fottio di soldi, e la principessa dovette iniziare a lavorare: 1 mese in un call-center, 2 domeniche a vender quadri di Enricolegno, 2 settimane di volantinaggio e alla fine trovo’ un impiego in nero in un’azienda tessile di cinesi a Vasto che aveva sede in un sottoscala.

 

Lavorava 18 ore al giorno, domeniche comprese, per 300 euro al mese ma riusci’, sotto raccomandazione del padre a non lavorare nella zona riparareti di pescatori.

 

Il giorno del sedicesimo compleanno di Aurora, Cazzimma, con un sortilegio, si sostitui’ ad una cinese della fabbrica e fece finta di sentirsi male.

 

Indovinate chi fu chiamata a sostituirla? Aurora naturalmente, che tocco’ l’arcolaio riparareti da pesca di Giuseppe e sveni’.

 

Il padroncino cinese stava gia’ architettando il modo per far sparire il cadavere in Punta Aderci, quando dal nulla comparve il principe azzurro.

 

C’è qualcosa per me?” chiese il principe azzurro.
Nello stesso istante sopraggiunse il padre di Aurora, che rispose: “
Eccolo qua il mandrillo, dove c’e’ da azzuppare il biscotto spunta lui
Ma io sono un professionista” ribatte’ il principe, che scese da cavallo con difficolta’ (la calzamaglia acquistata da Ali’ gli entrava nel sedere e gli rendeva difficoltosa la camminata) e si diresse verso Aurora.

 

Al che il re lo guardo’ con aria truce e disse:

Ehi.. se fai il guaio poi te la sposi. Non ci sono belini che tengano. Intesi?”.

Ehm…vissero tutti felici e contenti in quel di Casalbrodetto…

faccio spazio allo Stefano e le sue dissertazioni scrotali sulla striscia della Giorgia, parenti, mare e anguria..sput.