Archivio mensile:Novembre 2018

Compagnìa dei Defunti.

Ci ho pensato spesso, in questi ultimi settantasei anni.
E se dovessi descrivere il funerale ideale, lo sognerei senza dolore e senza addolorati, addolorandi e senza funerale.
Odio andare ai funerale specialmodo il mio.
Converrebbe ad onor del falso, aver lasciato di se una traccia di allegria cosi’ potente da controbilanciare l’assenza nel caso si sentisse.
Un segno di leggerezza da consumare anche postumo.
Il funerale deserto andrebbe proprio bene.
Non sono fra quelli che piagnucolano per la serie ricordati di me. Dimenticati di me, piuttosto, ma, soprattutto non soffrire.
Mi farebbe piu’ male del morire.
Ma come cazzo si fa?
O muori cosi’ vecchio, ma cosi’ vecchio che le persone che ami o dovresti
amare si sentirebbero iperstufate dal vederti ancora li’ stipendiato dall’INPS ex INPDAP.
Insomma, ne avrebbero avuto piu’ che a sufficienza dal trovarti sempre
tra le palle.
Oppure, sempre nel desiderio di non lasciare dolore dietro di
se’, tramutarsi, se non lo si e’ gia’, in un essere detestabile e malvagio e
iperscassacazzi, cosi’ perfido da far tirare un sospiro di sollievo a chi resta.
E poi ho poca voglia che l’uomo continui a concedere alla morte la di
lei capricciosa, ostinata supremazia…e’ piu’ dolorosa l’attesa dell’arrivo
E che magnifichi se stessa in consessi preficanti dall’organizzazione
paramilitaresca.
Se proprio fosse necessario, lascerei sfilare dietro il feretro i volontari
dell’addio a tutti i costi.
Il ricordo del beneamato dovrebbe essere sparpagliato il piu’ possibile e
senza le dimensioni strette e obbligatorie di una cerimonia con corteo semiordinato.
Incrocio di sguardi interrogativi e rumorino di suole che strascicano ghiaietta e pensieri a caso.
Ma la convenzione vuole che alla morte si debba rispetto e al morto onore e saluti.
Cosi’, oggi, appare molto sconveniente una preghiera funebre univocale
del celebrante.
Si e’ stabilito che sia sempre preferibile un rito con ondulazione corale,
abbastanza nera.
Un rito composto, religioso comunque.
La parola deve essere multipla.
Le strampalate regole tramandate della pietas sembrano avvertirci che il de cuius, solo dopo la morte, non debba essere solo per la serie..tutti insieme a salutare il rompiballe che si e’ levato di mezzo e ci permettera’ di fare le ferie senza complessi di colpa dell’abbandono o peggio ancora senza interrompere le ferie per tornare a salutare il vecchio pirla rimbambito che pur di stracciarci i pendenti ha deciso di andarsene mentre eravamo a Ibiza.
Strana pietas.
Da morto, dicevo, qualcuno deve pure piangerlo.
Vanno bene legionari smaniosi di macabri eroismi cosi’ come prezzolati
professionisti del piagnisteo o le famose piagnimuerto nordafricane.
Ora arrivo al titolo del post dicendo che Don Marcello Colcelli,
della parrocchia di Sant’Egidio dell’Orciolaia, si e’ stancato dei funerali deserti e ha deciso di varare la ..compagnia dei defunti…
Questa compagnia (accento sulla i) invita uomini e donne alla supplenza nel caso non ci fosse nessuno a soffrire attorno ad una bara.
Il vantaggio della solitudine non deve essere concesso mai e cosi’ e’ stato superato l’enpasse di non esser soli nell’ultimo viaggio con la modica cifra d’iscrizione di un paio di euro e l’incombenza di partecipazione a qualche funeralata.
E non dimenticate che juventus, ventus ma che comunque improba vita mors optabilior.

I Promessi Sporci.

In quel ramo del lago di Como
c’e’ un freddo che gela ogni uomo:
tra promontori, boscaglie e torrenti
ti treman le palle e ti sbattono i denti,
addirittura nel borgo di Lecco
la Sammontana ci fa il Maxistecco.
Un freddo mattino, Abbondio il curato,
camminava pianino perche’ anchilosato,
si procacciava il suo poco salario
con un monte di seghe e poco breviario;
ma nonostante cappello, sciarpa e guanti
rimase diacciato con i Bravi davanti.

E il Bravo: “Fermati, che di culo hai la faccia,
apri le orecchie a questa minaccia!
C’e’ Don Rodrigo il nostro signore
che ha voglia di scopare ogni due ore
ed ha deciso che vuole un pompino
dalla ragazza di Tramaglino…
quindi pretaccio… non al matrimonio
senno’ scateniamo un pandemonio!”
Abbondio rispose con poche parole:
“Dite a Rodrigo che faro’ quel che vuole “.
Il curato entro in casa e scanso’ le vivande
perche’ piene di merda avea le mutande,
racconto’ alla serva ubbidiente
la cattiveria di quel prepotente ;
fu la Perpetua a dir: “Che crudele!”
mentre solerte gli puliva le mele.

Il prete l’indomani parlando latino
prendeva in giro il pover Tramaglino,
che irato sbotto’: “Ti infilo nel frigo!”
Abbondio s’arrese: “Lo vuole Rodrigo!
Non lo posso fare il matrimonio…
senno’ e mi mettano in pinzimonio!”
Renzo usci’ furente sbattendo la porta
e ando’ al negozio a disdire la torta ;
poi racconto’ tutto alla demente Lucia
che consiglio’ tutti di pregare Maria.
Le speranze non eran che rimasugli…
poteva qualcosa Azzeccagarbugli?
Ma questi disse a Renzo: “Io… un vo’ beghe!
Dai retta figliolo, fatti tre seghe”.

Ma la coppia promessa non s’era arresa
ed architetto’ delle nozze a sorpresa,
un’azione di forza per gente decisa:
niente rinfresco, prima notte ad Incisa.
Entrarono in chiesa e nel buio assoluto
volaron pestoni, gambette ed uno sputo ;
atterrito Abbondio cerco’ di scappare
e Renzo si scaglio’ dritto sull’altare,
sbaglio’ però presa e agguantò Gesu’Cristo,
il prete fuggendo: “Un ti sposo… hai visto!”
Successe un putiferio in tutto il paese
e fu la Lucia a farne le spese:
spalla lussata, versamento a un ginocchio
ed un disgustoso catarro in un occhio.
Si recarono quindi dal Padre Cappuccino
che organizzo’ la fuga per evitar casino:
si mimetizzarono come camaleonti
e con varie bestemmie salutarono i monti.
Che notte per Renzo: ne’ figa ne’ ano ,
Lucia parti’ per Monza e lui per Milano.

La sposa promessa tra il freddo ed il vento
giunse stremata fino ad un convento,
dove comandava una tale Gertrude,
la porcona-monaca con vulva che prude
che godeva a Monza, il Manzoni accenna,
facendosela scicanare da Prost e da Senna.

Appena Rodrigo udi’ dell’accaduto
mollo’ na scoreggia e tiro’ un grosso sputo,
urlo’ agli scagnozzi: “Voglio Lucia!
Cercatemela e portatemela, ovunque sia!”

Nel frattempo a Milano giungeva lo sposo
poco contento e abbastanza furioso,
ragionava tra se’: “Ma mondo stoppino…
non trombo Lucia e qui fo’ il cretino!”.
Ma giunta era l’ora di far colazione
ed agognando Renzo un bel bombolone
si reco’ presso il Forno alle Grucce….
Tiro’Briosce per aria come cartucce:
peggio della guerra di’ quindici-diciotto
volavan panini, schiacciate e un biscotto ;
la gente mirava davvero a far male:
sette contusi per un filone integrale.
Dopo un paio d’ore arrivarono i celerini
che sedarono il tutto tirando crostini.
Renzo si rifugio’ in un’osteria
e si sbronzo’ alla facciaccia di Lucia.

Avrete gia’ inteso che allora a Milano
c’era la crisi della farina e del grano
ma il pover Renzo sapeva n’accidenti
che li’ scarseggiavano questi frumenti.
Passeggiava pel centro con un sacco gigante
quando fu controllato da una volante,
fu perquisito e di poi arrestato:
detenzione e spaccio di cantucci di Prato.
Ma non finisce qui l’avvincente romanzo,
Renzo scappo’ verso l’ora di pranzo:
“Quasi quasi vo’ a Bergamo, si’ la città l’e’ brutta,
speriamo almeno un’ si tirin la frutta!
Proprio di mele c’ho dietro du’ torte…
se mi piglian stavolta c’e’ la pena di morte!”
Don Rodrigo in tachicardia
senza il pompino della Lucia,
esclamo’: “Perche’ non c’ho pensato?
Basta che avverta l’Innominato!”.
Parti’ al galoppo, valicava ogni valle
una mano alle briglie ed una alle palle
e appena il cavallo casco’ sulla ghiaia
apparve il cartello “Villa Calcinaia”.
Rodrigo all’Innominato: “Mio amicone,
con speranza ti chiedo ’sta commissione .
Rapiscimi Lucia, tranquillo e con calma
se non la trovo mi verra’ il cardiopalma!”
L’Innominato con cinque teppisti
entrò nel convento senza esser visti:
da tutte le suore Lucia era appartata
il Grifo la vide e le diede una bastonata,
la colpi’ con forza, un po’ sotto il collo,
lei si squaglio’ come il pane in ammollo.
Per piu’ di sei giorni la pora Lucia
rimase sdraiata per l’anestesia ;
la poveretta piangeva, piangeva e pregava:
“Madonna… fo’ un voto… nessuno mi chiava,
rinuncio ad ogni uomo, niente bambini
da qui finche’ non muoio saran ditalini!”.

Cosi’ lei giuro’ sperduta nel Chianti
quando le apparve l’Innominato davanti:
“Pora Lucia, ti vedo un po’ pesta,
che hai fatto alla spalla e li sulla testa?
Davvero mi vergogno e ti chiedo scusa…
non chiamo Rodrigo e ti mando a Ragusa!”.

Ma lei torno’ al paesello natale
e nel borgo scoppio’ un gran carnevale:
baci ed abbracci, strappi di camicia…
nemmeno in curva quando c’era Derticia,
ma si blocco’ di colpo la citta’
quando seppe del voto di castita’.
Lucia grido’: “Che Renzo si metta in pace…
il suo uccello lo piglio solo alla brace!”.
Milano intanto senza che si sapesse
fu colpita da una forma di aiddiesse:
i rotoli di carta furon presto esauriti
e la gente si puliva il culo coi diti.
Il contagio avveniva stringendosi le mani
e cosi’ fu moria tra i popolani.
Rodrigo fu colpito da una forma violenta
salutando uno zio che cacava polenta:
vane le cure con aspirina e chinino…
e mori’ senza ricevere quel beato pompino.

Ed ecco proprio che da questo momento
riapparve Renzo dall’isolamento:
da Bergamo a Lecco in un battibaleno,
superando le carrozze nientedimeno,
arrivo’ da Lucia che tutta emozionata
gli disse che lui non l’avrebbe trombata.
E Renzo rispose, di rabbia assai empio:
“Lucia te c’hai il VOTO… ed io lo riempio!”.
Questo e’ il finale: ma quale provvidenza…
i mugolii echeggiarono ben oltre Vicenza.

Il mio romanzo e’ terminato,
ripongo la penna e vo’ a bere un Moscato
perche’ io soprattutto di questo Manzoni
mi son veramente scassato i coglioni!

e come ogni domenica ecco il Marketing di Salvini secondo lo Ste.

Il Mondo di Sergio Marchionne.

E’ stata pubblicata di recente, una lettera del Chietino Sergio Marchionne, di benvenuto, destinata a tutti i Neodipendenti FCA, redatta al momento del suo ricovero nella clinica Svizzera dove e’ poi spirato.

Questo e’ il testo della lettera..

 

Scendiamo con i piedi per terra e vediamo che dice lo Ste con le sue strisce sull’evoluzione positiva del linguaggio economico-politico a livello Cippa..

Pluriball cercasi.

Si parla dell’assoluzione della sindaca, dell’estinzione delle giraffe e degli elefanti e poco si dice sul fatto che dal 2015 hanno variato il sistema di produzione del Pluriball… dolore immenso nel non potersi piu’ divertire con i pallini sottovuoto che ti fanno godere selvaggiamente mentre li fai scoppiare tra pollice e indice..

I pallini della nuova versione come si evince dalla foto non sono sigillati ma comunicanti in una lunga e unica striscia e per questo se si prova a schiacciare la singola bolla, l’aria all’interno si sposta in quella accanto e se si insiste si sposta ancora.

Insomma e’ una emerita stronzata in quanto dall’antistress si passa cosi’ allo stress per il meccanismo che si presenta snervante per gli amanti del vecchio modello.

E’ proprio vero che se ci sta una cosa buona la eliminano subito e secondo me dovrebbero dare il Nobel ai due ing. che l’hanno brevettata a suo tempo e pensare che inizialmente e’ stata un fallimento in quanto i due ing stavano progettando una carta da parati in plastica senza successo e quando il fattorino incaricato alla sua distruzione ha pensato bene di utilizzarla per proteggere la statuina che stava fregando e’ nato il classico imballaggio che ha fatto arricchire sia il fattorino che i due ing. progettisti mancati di carta da parati plastificata.

E pensare che il vecchio Pluriball e’ multifunzioni e non ultimo serve anche come economizzatore di energia termica dispersa dai vetri delle abitazioni.. applicando sti fogli di bollicine ai vetri del finestrame si recupera un buon 20% di calore che altrimenti andrebbe disperso e per applicarlo basta solo bagnare il vetro, appoggiarci sopra il foglio bollicinato e il gioco e’ fatto.

Vabbuo’.. cari Facebuckisti nostalgici iscrivetevi nel gruppo “Popping Bubble Wrap” e poi se non avete doppi vetri in casa..provate ad applicare il Pluriball e riscontrerete che la vostra bolletta riscaldatoria diminuira’ del 20% sopraccitato salvando cosi’ il vostro portafoglio ed anche il pianeta dal riscaldamento globale bucatorio dell’ozono … altro che abbassare a 18° la temperatura del riscaldamento e ridurre la velocita’ dell’auto a 30 Kmh…la soluzione sta nella differenziata dove dovrebbe esser vietato buttare il Pluriball e per fortuna dei nostalgici in amazon si puo’ trovare in rotoli da 10mt x1mt a soli 4 eurini +5.50 di spedizione oppure se siete nelle vicinanze dell’aeroporto di torino a tuttieri il ferramenta di Caselle ne ha un centinaio di rotoli a magazzino e nn dico il nome per evitare pubblicita’ occulta.

E sempre da Amazon come ultima notizia prima di passare alla vignetta dello Ste pare che… 

Il mio Condom..inio.

Mi sovviene un detto che non c’e’ essere piu’ infelice di un misantropo che vive in un condominio, Voi che vivete nella vostra villetta di campagna e che vi considerati sfortunati causa rapine, dovreste vivere per qualche tempo in area condominiale per capire quanto culo avete… ad es. nell’evitare le riunioni Condominiali e lotta per il caldo invernale pseudoteleriscaldato con relativi contabilizzatori di calore intermosifonizzati e mo’ vi illustro che succede nei conclavi, forte dal fatto che pure il mondo e’ un condominio tra malvagita’ e pazzia, la prima regna e la seconda comanda (e i terzi pecorizzano).
Schopenhauer docit e mo’ vi educo (accento sulla U).
Da che mondo e’ mondo si e’ sempre andati avanti cosi’ tra leggi regolate dal Codice Civile articoli dal 1117 e 1139 piu’ aggiunte di leggi speciali piu’ or meno inventate all’uopo da biscari disfattisti.
In queste riunioni vige la fratellanza incestuosa..
A quelli del piano terra non interessa una mazza se l’ascensore e’ rotto, tanto loro vanno a piedi.
A quelli del settimo piano invece non frega un cazzo dei bidoni della differenziata sotto le finestre o la porta sbatte, tanto la puzza non arriva sino al tetto e la porta non la sentono ma piangono se il castigatore entra con la porta aperta.
A quelli dei piani centrali che tengono i termosifoni freddi forti dal fatto che sono gli altri pistola a riscaldarli e farli godere dei furti di calore.
Ecco fatto, e poi ipocritamente parliamo di solidarieta’ sociale.
Ma se non siamo neanche in grado di occuparci del nostro dirimpettaio cosa vuoi che ce ne fotta di uno che tira le cuoia nel terzo mondo o sulla barchetta nel tentativo di raggiungere lo pseudo albergo 5 stelle italico.
Non stemo e torno a ste assemblee di condom..inio.
Ad onor del falso, io le adoravo, piuttosto mi perdevo la traviata al Regio ma il summit condominiale non me lo lasciavo scappare.. sino al giorno in cui mi sono scassato veramente il pallificio e sono svicolato tutto a mancina lasciando le capre addormentate a raccontarsi frignacce invalidanti l’operato di chi metteva tempo e rottura di marronisterio per il bene comunitario.
A ste riunioni e’ come assistere ad una seduta di psicanalisi collettiva dove ciascuno tira fuori il peggio di se’, il mister Hyde che alberga nelle sue mutande anziche’ nella zona dove mette la coppola .
Una prerogativa e’ che tutti arrivano gia’ incazzati.
Uno odia l’altro a prescindere.
E tutti assieme odiano l’amministratore ..il ladro per antonomasia detto alla schiena ma col sorriso quando si e’ di fronte.
Il nostro e’ come un vescovo senza mitria, dato che e’ obbligato ad ascoltare le confessioni di tutti. Fa’ sempre di si con la testa e poi ti da’ la benedizione, che consiste in un Ok e vai in pace che sistemo tutto io.
Tutto rimane come prima, il confessando si e’ sfogato e sempre sia lodato.
Le tipologie di inquilino invece sono svariate.
C’e’ il sordido e non faccio nomi perche’ non merita citazioni anche se negative.
C’e’ l’inquilino stronzino in maglioncino Zalando di finto terital, brachette rosso granata anche se parteggia Juve e scarpe Hogan sneakers cipria in pelle color tortora o cacca di neonato con pedalino abbinato ed e’ quello che viene alle riunioni con il preciso intento di istigare il dubbio che i conti siano manomessi.
Il classico disonesto che dubita degli onesti sotto l’insegna della serie del chi e’ in sospetto e’ in difetto.. esso passa le ore a smanettare con la sua calcolatrice da fustino paghi due prendi quattro recuperato all’ipermercato dei poveri con davanti la copia della Stampa cronaca dei cittadini incazzati.. come se le vite fossero fatte di millesimi…il bello e’ che il pirla ultimamente viene con la moglie..la pirla e nella corsa all’idiozia sono come i classici due piloti scuderia Ferrari dove il primo tira la volata ma al momento giusto si fa’ da parte e fa’ vincere l’altro che quanto a cretinaggine e’ sempre sul podio degli scassacazzi.
Poi c’e’ il furioso, il clone di Sgarbi ma col cimurro e niente dialettica.
Schiuma rabbia dall’inizio alla fine, ma avendo una vocina da coro delle voci bianche non da’ consistenza alle sue teorie che analizzando bene non sono da buttare..peccato per quella vocina. Una volta o l’altra gli partira’ la mitralica e vai la’ che vai bene.
Ed infine ci sta’ il signor menesbatto i coglioni che non viene alle assemblee e fa’ come cazzo gli pare e a tuttoggi sono entrato nella categoria e non si sta male forte del fatto o del detto che se te lo pongono nel di dietro e’ meglio non muoversi per non aggiungere godimento allo spintore. Rimangono le giulivissime oche come la signora di sopra quella che ti suona perche’ le sono cascate le mutandine stese e si sono infilate tra la vetrata e il balcone e tu rischi la vita per riprenderle, per lei tutto va bene.. ma si rifacciamo la facciata, tinteggiamo le scale, lucidiamo i pianerottoli, restauriamo le finestre, applichiamo termovalvole e contabilizzatori di calore, togliamo tende e copritermo modificando l’aspetto dell’appartamento, mettiamo il cappotto termico, asfaltiamo il cortile e rifacciamo i marciapiedi.
L’importante e’ non chiedersi mai quanto costa.
Si arriva cosi’ alle varie ed eventuali parlando del colore della buca delle lettere, delle gabbie dei polli contenitori di monnezza differenziata e dei fiori finti dell’androne,dei piccioni che scagazzano, delle cicche accese lanciate dai balconi, del cane che irriga le colonne d’ingresso e abbaia in continuazione quando e’ lasciato solo.
Quello si che e’ importante, una goduria stratosferica svegliarsi al mattino non al canto del gallo ma al latrato lamentoso del vecchio cagnino.
E a proposito delle eventuali…a questo punto, meta’ dei condomini si e’ gia’ eclissata in quanto ad un certo orario tutto passa in secondo piano e la vita continua con i finti saluti del volemose bene.
The show must go on.
 Questa e’ di Ste in memoria del dj Fabo  RIP

Regedit nn funge con Windows 10.

Il Registro di Sistema e’ uno dei componenti piu’ importanti del sistema operativo ma ho riscontrato che in Windows 10 la copia del registro di sistema non viene creata nonostante nella Libreria l’Utilita’ di pianificazione sia prevista la generazione del backup.

Con Windows 7 ste menate non si erano mai verificate e di tutto questo
vedo che esistono parecchie segnalazioni alla Microsoft e come risposta pare che col rilascio dei nuovi aggiornamenti si tappera’ il buco..peccato che nel mio caso a furia di smanettare per evitare aggiornamenti mangiagiga nn desiderati.. Windows Update nn funge piu’.

Se detta anomalia e’ capitata pure a voi contattatemi e nel frattempo cerchero’ delle soluzioni.