Sembra ieri quando il Carletto scalava l’Everest a 8.848 mt e oggi giace a meno 2mt in un’urna funeraria R.I.P.. il suo desiderio era di bruciare sulla terra prima di bruciare nell’aldila’.
Ad onor del falso per quel che conosco non avrebbe voluto nemmeno il classico funerale ed e’ per quello che non ho presenziato al saluto finale (non presenzio ai matrimoni/cresime/battesimi e figurarsi ai funerali).
A tal proposito mi sorgono dei pensieri e dovendo descrivere il funerale ideale, lo sognerei senza dolore e senza addolorati, addolorandi e senza funerale.. odio presenziare ai funerali e in specialmodo.. al mio.
Converrebbe lasciare una traccia di allegria come ricordo.. cosi’ potente da controbilanciare l’assenza nel caso si sentisse.
Un segno di leggerezza da consumare anche postumo..
Il funerale deserto andrebbe proprio bene.
Non sono fra quelli che piagnucolano…ricordati di me…
Dimenticati di me, piuttosto, ma, soprattutto non soffrire.
Mi farebbe piu’ male del morire.
Ma come cazzo si fa?
O muori cosi’ vecchio, ma cosi’ vecchio che le persone che ami o dovresti amare si sentirebbero iperstufate dal vederti ancora li’ stipendiato dall’INPS o INPDAP o peggio ancora nella situazione Forneriana di esodato dopo aver sgobbato un quit di anni.
Insomma, ne avrebbero avuto piu’ che a sufficienza dal trovarti sempre tra le palle.
Oppure, sempre nel desiderio di non lasciare dolore dietro di se’, tramutarsi, se non lo si e’ gia’, in un essere detestabile e malvagio e iperscassacazzi.
Cosi’ perfido da far tirare un sospiro di sollievo a chi resta.
E poi hai voglia che l’uomo continui a concedere alla morte la di lei capricciosa, ostinata supremazia…e’ piu’ dolorosa l’attesa dell’arrivo per la serie meglio mai che tardi insomma..
E che magnifichi se stessa in consessi preficanti dall’organizzazione paramilitaresca.
Se proprio fosse necessario, lascerei sfilare dietro il feretro i volontari dell’addio a tutti i costi.
Il ricordo del beneamato dovrebbe essere sparpagliato il piu’ possibile e senza le dimensioni strette e obbligatorie di una cerimonia con corteo semiordinato.
Incrocio di sguardi interrogativi e rumorino di suole che strascicano ghiaietta e pensieri a caso.
Ma la convenzione vuole che alla morte si debba rispetto e al morto onore e saluti.
Cosi’, oggi, appare molto sconveniente una preghiera funebre univocale del celebrante.
Si e’ stabilito che sia sempre preferibile un rito con ondulazione corale, abbastanza nera.
Un rito composto, religioso comunque.
La parola deve essere multipla.
Le strampalate regole tramandate della pietas sembrano avvertirci che il de cuius, solo dopo la morte, non debba essere solo, per la serie..tutti insieme a salutare il rompiballe che si e’ levato di mezzo e ci permettera’ di fare le ferie senza complessi di colpa dell’abbandono o peggio ancora senza interrompere le ferie per tornare a salutare il vecchio pirla rimbambito che pur di stracciarci i pendenti ha deciso di andarsene mentre eravamo a Ibiza.
Strana pietas.
Da morto, dicevo, qualcuno deve pure piangerlo.
Vanno bene legionari smaniosi di macabri eroismi cosi’ come prezzolati professionisti del piagnisteo o le famose piagnimuerto nordafricane.
Ora arrivo al titolo del post che ho ripreso da un mio old post ficcandoci un 2 e non il classico ..ritorno.. ricordando che dal 2010 Don Marcello Colcelli, sacerdote di Sant’Egidio all’Orciolaia, parrocchia Aretina con quattromila anime , ha costituito la ..compagnia dei defunti… dove uomini e donne suppliscono alla carenza di personale, nel caso non ci fosse alcuno a soffrire attorno al caro estinto.
Il vantaggio della solitudine non deve essere concesso mai.
Allegro oggi, vero? Vabbuo’.. cambio argomento..quanto costa una cassa da morto per chi si fa cremare?..
Meglio il kit dolcemorte dall’Olanda..61€ e un tuffo al Buco del Piombo che poi vi racconterò quel che mi successe..
Ad Majora…