Archivio mensile:Gennaio 2024

Compagnia dei Defunti 2.

 

 

Sembra ieri quando il Carletto scalava l’Everest a 8.848 mt e oggi giace a meno 2mt in un’urna funeraria R.I.P.. il suo desiderio era di bruciare sulla terra prima di bruciare nell’aldila’.

Ad onor del falso per quel che conosco non avrebbe voluto nemmeno il classico funerale ed e’ per quello che non ho presenziato al saluto finale (non presenzio ai matrimoni/cresime/battesimi e figurarsi ai funerali).

A tal proposito mi sorgono dei pensieri e dovendo descrivere il funerale ideale, lo sognerei senza dolore e senza addolorati, addolorandi e senza funerale.. odio presenziare ai funerali e in specialmodo.. al mio.

Converrebbe lasciare una traccia di allegria come ricordo.. cosi’ potente da controbilanciare l’assenza nel caso si sentisse.

Un segno di leggerezza da consumare anche postumo..

Il funerale deserto andrebbe proprio bene.

Non sono fra quelli che piagnucolano…ricordati di me…

Dimenticati di me, piuttosto, ma, soprattutto non soffrire.

Mi farebbe piu’ male del morire.

Ma come cazzo si fa?

O muori cosi’ vecchio, ma cosi’ vecchio che le persone che ami o dovresti amare si sentirebbero iperstufate dal vederti ancora li’ stipendiato dall’INPS o INPDAP o peggio ancora nella situazione Forneriana di esodato dopo aver sgobbato un quit di anni. 

Insomma, ne avrebbero avuto piu’ che a sufficienza dal trovarti sempre tra le palle.

Oppure, sempre nel desiderio di non lasciare dolore dietro di se’, tramutarsi, se non lo si e’ gia’, in un essere detestabile e malvagio e iperscassacazzi.

Cosi’ perfido da far tirare un sospiro di sollievo a chi resta.

E poi hai voglia che l’uomo continui a concedere alla morte la di lei capricciosa, ostinata supremazia…e’ piu’ dolorosa l’attesa dell’arrivo per la serie meglio mai che tardi insomma..
E che magnifichi se stessa in consessi preficanti dall’organizzazione paramilitaresca.

Se proprio fosse necessario, lascerei sfilare dietro il feretro i volontari dell’addio a tutti i costi.

Il ricordo del beneamato dovrebbe essere sparpagliato il piu’ possibile e senza le dimensioni strette e obbligatorie di una cerimonia con corteo semiordinato.

Incrocio di sguardi interrogativi e rumorino di suole che strascicano ghiaietta e pensieri a caso.

Ma la convenzione vuole che alla morte si debba rispetto e al morto onore e saluti.

Cosi’, oggi, appare molto sconveniente una preghiera funebre univocale del celebrante.

Si e’ stabilito che sia sempre preferibile un rito con ondulazione corale, abbastanza nera.

Un rito composto, religioso comunque.

La parola deve essere multipla.

Le strampalate regole tramandate della pietas sembrano avvertirci che il de cuius, solo dopo la morte, non debba essere solo, per la serie..tutti insieme a salutare il rompiballe che si e’ levato di mezzo e ci permettera’ di fare le ferie senza complessi di colpa dell’abbandono o peggio ancora senza interrompere le ferie per tornare a salutare il vecchio pirla rimbambito che pur di stracciarci i pendenti ha deciso di andarsene mentre eravamo a Ibiza.

Strana pietas.

Da morto, dicevo, qualcuno deve pure piangerlo.

Vanno bene legionari smaniosi di macabri eroismi cosi’ come prezzolati professionisti del piagnisteo o le famose piagnimuerto nordafricane.

Ora arrivo al titolo del post che ho ripreso da un mio old post ficcandoci un 2 e non il classico ..ritorno.. ricordando che dal 2010 Don Marcello Colcelli, sacerdote di Sant’Egidio all’Orciolaia, parrocchia Aretina con quattromila anime , ha costituito la ..compagnia dei defunti… dove uomini e donne suppliscono alla carenza di personale, nel caso non ci fosse alcuno a soffrire attorno al caro estinto.

Il vantaggio della solitudine non deve essere concesso mai.

Allegro oggi, vero? Vabbuo’.. cambio argomento..quanto costa una cassa da morto per chi si fa cremare?..

Meglio il kit dolcemorte dall’Olanda..61€ e un tuffo al Buco del Piombo che poi vi racconterò quel che mi successe..

Ad Majora… 


Social Climber.

 

 

La stima degli occupati a gennaio 2024 e’ +0,3% su dicembre 2023 e il che vuol dire che in 64.000 hanno trovato un posto di lavoro in questo inizio anno ed il tasso di disoccupazione e’ comunque del 7,5% (in Suisse stabile al 2%) per la serie che la ricchezza e’ mobile ma la miseria e’ stabile.

Oggi piu’ che mai bisogna adattarsi ai tempi che corrono e bisogna sapersi inventare un mestiere se non si vuole rischiare di condurre un’esistenza di stenti e miseria.

Tralascio volutamente quella del Parlamentare in quanto e’ gia’ sfruttata ampiamente ed e’ in fase di declino.

Ma mi domando e dico, perche’ fare tutta questa fatica quando si puo’ diventare un social climber (suona molto piu’ professionale rispetto ad “arrampicatore sociale”)?

Infatti e’ una via nettamente piu’ semplice rispetto a tutte le altre, con poche mosse si ottiene fama e ricchezza senza fare assolutamente niente, intendiamoci, bisogna mettere in conto che morale, dignita’ e amor proprio andranno ad occupare gli ultimi tre gradini della scala dei valori, in compenso verranno sostituite ai vertici da “virtu’” molto piu’ divertenti quali falsita’, lascivia (termine soft per identificare il mestiere di vulvivendola o anovendolo di chi lavora presso i vari chiavisteri italici) ed egoismo e non mi riferisco a “Panettoni vari”.

Purtroppo nonostante i parecchi lustri che ho sulle sPalle, non posso indicarVi la strada per diventare un social climber professionista, pero’ possiamo vedere insieme quali siano le caratteristiche e le peculiarita’ di questo inquadramento professionale.

Social Climbers – Maschi/Femmine.

LUI, come tutti i portatori di pene, sboccia piu’ tardi… i primi anni del liceo li passa come tutti a divertirsi, ma verso la fine della scuola inizia a capire che sta per iniziare la vita vera e che non ha per nulla voglia di sudare per ottenere qualcosa (come vedete il motivo per cui si inizia questa carriera e’ lo stesso sia per LUI che per LEI).

Lui difficilmente puo’ sfruttare una relazione sentimentale per ascendere al potere quindi sfrutta le amicizie… inizia ad entrare nelle grazie di qualche pseudoamico ricco facendo credere di essere un piccolo Onassis e inizia a vivere della sua luce riflessa partecipando a feste in piscina, festini privati, serate piene di ragazze dalla “vulva generosa” e tanto alcool scroccato. Crescendo consolida le sue amicizie in modo da avere sempre piu’ vantaggi, dai suoi amici ricchi arriva ad ottenere vacanze presso le loro residenze al mare, un lavoro nelle loro aziende e tramite loro trova una giovane e bella mogliettina di buona famiglia il cui padre, sedotto e conquistato da questo finto rampollo, si fa in quattro per assicurare loro un futuro.

Eccolo dunque qui il Social Climber uomo di mezza eta’, lui ce l’ha fatta sul serio, anche la moglie scoprisse la relazione con la segretaria, la maestra dell’asilo della figlia, la postina, l’amica d’infanzia e la psicologa, sarebbe comunque sistemato perche’ e’ tutto intestato legalmente a lui… se non che, accidenti a lui, ha un enorme scheletro nell’armadio… qualche anno prima, mentre iniziava a frequentare quella che oggi e’ sua moglie, ha intrattenuto una relazione, che ancora oggi ogni tanto si ripropone, con una bellissima donna matura, nonche’ moglie del suo capo e madre di sua moglie… se questa storia venisse fuori, ogni suo sforzo sarebbe inutile e ricominciare da capo alla sua eta’ e senza un eurino in saccoccia, sarebbe a dir poco impossibile.

Alla luce di quanto detto sui social climbers possiamo affermare che ci sia una morale… il giorno del matrimonio chiedete il regime di separazione dei beni.

Tengo a precisare che se ti senti toccato da questo articolo, denuncialo alla polizia postale alias Escopost per molestie… e’ un tuo diritto anche se ad onor del falso, nessun social climber e’ stato maltrattato per la creazione di questo testo e se il tuo migliore amico corrisponde alla descrizione soprastante e ogni volta che lo vedi e’ senza portafoglio, allora e’ un social climber (rendo l’idea?) e chiudo qui il post dicendo che sono tutti Rubik col cubo degli altri).

Ho evitato di scrivere altro e lo scrivo sul muro….

Trova Lavoro?

 

 

 

Lavorare in Google, Facebook, Apple, Amazon e LinkedIn.

Lavorare nella Silicon Valley è un sogno che accomuna migliaia di persone. 

Chi spera di trovare lavoro a Googlo o Facebook deve cercare tra le offerte presenti nei loro portali

Da anni in cima alle graduatorie delle migliori aziende al mondo dove lavorare, i giganti della Silicon Valley – i vari Google, Facebook, Amazon ed Apple – rappresentano per moltissime persone in cerca di lavoro una sorta di Paradiso terrestre al quale ambire con tutte le proprie forze.

Complice le ottime condizioni lavorative, i salari più alti della media e una sorta di alone di fascino che avvolge queste aziende, sono sempre di più i laureati e neolaureati (ma non solo) che sperano di avere la possibilità di fare un colloquio con i vari Google, Facebook o WhatsApp.

C’è da dire, però, che non è sufficiente passare attraverso una delle solite agenzie (o portali web) trova lavoro.

Queste aziende, infatti, hanno portali dedicati alle posizioni aperte e ai programmi di convenzione e partnership con le università italiane e non solo. Per inviare un CV a Google (ma anche a Facebook, Apple e le altre big della Silicon Valley) sarà dunque necessario passare attraverso il portale dedicato e seguire l’intera procedura.

C’è da dire – ma è risaputo – che non si tratta di una “normale” procedura né i colloqui sono come quelli cui si è solitamente abituati.

Non c’è però da temere: queste aziende sono rinomate anche per la lor capacità di individuare talenti.

Basterà mostrare il meglio di sé e lavorare in Google, Facebook o Apple potrebbe non essere così complesso.

Come trovare lavoro in Google

Google Careers è il portale dedicato alle offerte di lavoro di Big G. L’interfaccia utente è simile a quella degli altri servizi del gigante di Mountain View: nella parte alta trova spazio un campo per cercare all’interno delle varie offerte già presenti nel database.

Nella parte bassa sono invece presenti dei post e degli articoli che descrivono la vita lavorativa all’interno dei campus Google in tutto il mondo: non solo al  Googleplex, ma anche nelle altre sedi sparse nelle varie nazioni, Italia inclusa. Il portale, inoltre, consente di cercare lavoro e inviare CV anche per altre società dell’universo Google come YouTube.

Come trovare lavoro in Facebook

Volete lavorare per il social network per eccellenza?

Basta collegarsi al portale Facebook Careers ed effettuare una ricerca sfruttando gli strumenti a disposizione di tutti gli utenti.

Il form centrale permette di cercare in base a parole chiave e località (Menlo Park è l’opzione di default, ma volendo si può cercare anche a Milano e nelle altre decine di sedi in tutto il mondo.

In alternativa, il menu nella parte alta della schermata consente di scoprire le offerte di lavoro aperte nelle varie sedi in tutto il mondo, di scoprire com’è la vita lavorativa nelle sedi Facebook e ascoltare le testimonianze degli altri dipendenti del social network.

Come trovare lavoro in Microsoft

In parte simile sia al portale per trovare lavoro in Google e in parte a quello per trovare lavoro in Facebook, il sito dedicato alle opportunità lavorative in Microsoft è facile e intuitivo da navigare.

Nella parte centrale della schermata si trova un campo di ricerca (con possibilità di scegliere la nazione in cui si vorrebbe trovare lavoro), mentre nella parte bassa sono presenti link e collegamenti alle storie di dipendenti della casa di Redmond (tra le poche, dunque, a non avere sede nella Silicon Valley) e alla cultura e vita lavorativa che contraddistinguono Microsoft.

Come trovare lavoro in Amazon

Con due centri di smistamento nel centro-nord Italia e uffici a Milano e Roma, Amazon è una delle aziende della Silicon Valley maggiormente presente sul territorio del nostro Paese.

Per trovare lavoro, sia in ufficio sia nei centri direzionali o di smistamento, è necessario collegarsi al portale Amazon jobs e cercare per parola chiave e località.

Scorrendo il sito si potranno leggere le testimonianze degli altri dipendenti del gigante dell’e-commerce, scoprire informazioni sulle sedi Amazon e conoscere dettagli sui programmi con le Università.

Come trovare lavoro in Apple

Come Amazon, anche Apple ha una massiccia presenza in Italia. “Merito” degli Apple Store (circa 20) e degli uffici che il gigante di Cupertino ha nel nostro Paese.

Le posizioni lavorative, dunque, sono le più disparate e anche tecnici informatici possono ambire a entrare a far parte della grande famiglia della mela morsicata.

Per inviare CV ad Apple sarà necessario collegarsi al portale con le opportunità di lavoro in Apple e cercare tra le posizioni vacanti: sfruttando il proprio Apple ID ci si potrà candidare specificando la propria esperienza lavorativa pregressa e il livello di istruzione e attendere una risposta dalla Silicon Valley.

Come trovare lavoro a WhatsApp

Tra le aziende a maggior tasso di crescita dell’intera Silicon Valley, WhatsApp ha un programma di assunzioni molto simile a quello descritto per gli altri big dell’alta tecnologia mondiale.

Le offerte di lavoro e le posizioni aperte sono raccolte in un’unica pagina del portale web di WhatsApp e suddivise per settore: basterà scorrere la lista per trovare una posizione aperta che potrebbe interessare e inviare CV.

Come trovare lavoro in LinkedIn

Recentemente LinkedIn ha implementato delle nuove funzionalità studiate per facilitare la ricerca di lavoro da parte degli iscritti.

Nello specifico, si tratta di tre nuove funzioni disponibili sulla piattaforma.

LA PRIMA riguarda la possibilità di includere i lavori in raccolte (ovvero Job Collections), al fine di facilitare valutazione e filtraggio delle offerte. Questa funzione classifica le opportunità di lavoro rilevanti in gruppi o categorie, come organizzazioni no-profit, congedo parentale, smart working e tante altre possibili voci.

Le raccolte di lavori sono disponibili sull’app mobile di LinkedIn (iOS e Android) e sul sito Web nella parte superiore della pagina Lavori.

LA SECONDA riguarda una pagina dedicata alle Preferenze, con un processo di ricerca che permette di selezionare parametri riguardo l’impiego, dal tipo di posizione ricercata allo stipendio richiesto. È accessibile nella parte superiore della scheda Lavori sui dispositivi mobile o nel menu a sinistra sul sito Web.

LA TERZA Dalle raccolte di lavori al pulsante “Sono interessato”:

LinkedIn spinge sulla ricerca di lavoro

La presenza del nuovo pulsanteSono interessato” permette al potenziale candidato di esprimere il proprio interesse per un’azienda, senza candidarsi in modo diretto.

Fare clic su questo pulsante è come lasciare un curriculum a un’azienda, esprimendo un interesse generico.

Questa azione aggiunge il tuo profilo a un elenco che i reclutatori possono esaminare durante la ricerca di candidati per posizioni diverse.

Queste introduzioni di LinkedIn non arrivano a caso.

Si stima, infatti, che nel 2024 l’85% di professionisti desiderano cambiare lavoro.

Con queste piccole e semplici introduzioni, il social network vuole cercare di supportare questo desiderio.

Rohan Rajiv, responsabile LinkedIn nell’ambito della ricerca di lavoro, ha affermato come “L’intensità mensile della ricerca di lavoro è aumentata del 21% nel 2023 rispetto al 2022“. Dati e statistiche che dimostrano come queste introduzioni saranno di certo apprezzate dall’utenza.

Spero che questo sia finalmente il lavoro che ti terrai stretto!

Recensione Edison Bonus 140€ in bolletta.

 Codice Cliente: 1052382564

Come da intese telefoniche con Voi intercorse il 17 gennaio u.s. a seguito della mia recensione su TrustPilot, invio screenshot sulle anomalie di navigazione riscontrate nel sito di myEdison, quanto indicato è dovuto al fatto che non si è potuto utilizzare il remoto con Finestra Anononima da tre browser differenti.

Il mio ritardo è dovuto alle difficoltà di lettura sul sito in quanto penso che sia in tuttora lavorazione (o almeno credo).

 

 

Come ingegnere informatico reputo che una dozzina di giorni e forse oltre di lavorazione sono più che suff. per sistemare le discordanze.

Ad ogni modo rispondo alla lettera pervenuta dal [email protected] il 17.u.s. dopo l’incontro telefonico con V/ interlocutrice, mettendo quanto da voi richiesto e utilizzo un mio sito per inviarvi il tutto (se non si dovesse leggere varierò codice di scrittura e rispedirò con mail):

OPERATIVITA’ WEB:

DESKTOP-H43N5LR Modello S6426 MD62600

O.S Windows 11 Home Insider Preview 64-bit

Browser:

Firefox 12.1.0.1 64 bit

Chrome 120.0.6099.224 64 bit

Microsoft Edge 121.0.2277.4 64 bit

(Col cellulare ottengo gli stessi risultati)

ed ora in breve cosa non riesco far funzionare..

INSERIMENTO DATO CATASTALI

entro in myedison mi qualifico, seleziono la fornitura e clicco sulla chiave dei dati catastali


che risulta ancora “non forniti” la compilo sia per la luce e gas casa di residenza e seconda casa do’ l’invio.

Ma il servizio non è disponibile.

(per essere a posto con Agenzia delle Entrate dopo aver contattato il Vs/ Call Center diverse volte in quanto il fax l’ho rottamato e andare in posta non ne ho assolutamente la voglia e secondo uno dei V/ CallCenter non c’era possibilità di invio mai o PEC mentre l’ultimo contatto mi ha dato l’indirizzo [email protected] a cui ho inviato i moduli catastali (pc anche all’Agenzia delle Entrate) e spero si sistemerà.

A tuttoggi comunque risulta sempre “non fornito” sia per l’abitazione di residenza che la seconda abitazione.

RICERCA BOLLETTA DETTAGLIATA.

Clicco sul simbolo Notifiche (la campanella) e appare la scritta che esiste una bolletta nuova

Clicco sul link per vedere la bolletta

e il servizio non è disponibile

Grazie al contatto telefonico del 17 u.s. sono passato dall’ARCHIVIO e funge tutto per quanto riguarda luce sia di residenza che della seconda casa con l’inconveniente della bolletta fornitura gas

che non ne vuol sapere di aprire il link indicato

Una nota per la seconda casa è il mancato allineamento tra quello che legge il CallCenter a quello che leggo io:

 

Ricevo in posta la fattura e noto che l’indirizzo a cui dovrebbe essere spedita presenta un nome NON MIO

Avviso il Callcenter che prende nota, effettua modifiche e questo è quello che leggo in myedison:

 Hanno cambiato l’indirizzo di fornitura.. ho ritelefonato al CallCenter e mi hanno detto che loro hanno ancora l’indirizzo giusto e di non preoccuparmi se esiste una fatturazione con indirizzo non mio in quanto riceverò tutto nella mail. Per quanto sopra ricevo in posta che la pratica N.8021647786 da me richiesta è andata a buon fine.

 

A questo punto mi arrendo e lascio perdere altrimenti i fegato va a buone donne.

Per quanto riguarda i bonus per 140€ di sconto che ho citato in Trust Pilot,  se tento di entrare in EdisonVille esce la sottoindicata icona e carica sin che morte non vi separi ma non apre nulla

Il fatto è che la mia registrazione è stata acquisita e lo dimostra questo screen

 

grato di essere cittadino esemplare ma se ritento l’ingresso nonostante quanto sopra

 

e con questo chiudo e spero non nascano altri inconvenienti e credo di aver chiarito quanto ho lasciato come feedbach su TrustPilot.

 

Cordiali saluti

Carluccio Ing Bonzi

377 091 1942

Calcolo renale.

 

 

Nonostante io abbia l’età dei datteri ho pochi contatti con la Sanità e l’ultimo passaggio lo feci a Casalcoso in occasione di un calcolo bastardo in quel del rene sinistro e mo’ vi edùco.

 

 

Estate 2022.Giornata dolorosa calcolatoria e grazie all’amico Enrico andai al Pronto Soccorso e li cominciarono a fare esami e per l’esame del sangue, la dottoressa ha usato il cavatappi in quanto la preponderanza era costituita da grappa con retrogusto di genziana … mentre faceva il travaso mi disse di parlare e allora gli ho raccontato la triste storia di Piastra che aveva due figlie, Piastrina (era troppo venale) e Piastrella (era troppo attaccata al muro della cucina).
Un giorno Piastrina conobbe R.H (non faccio nomi) un tipo sanguigno, negativo ma sincero (buon sangue non mente).

Questo stufo di giugulare le chiese “Trombi?” e lei rispose “No, la circolazione e’ Ok, grazie!”.

Allora R.H. le diede dell’immunodeficiente e lei se ne ando’ a vascolare da un’altra parte.

La sorella Piastrella, invece era un tipo a posto, quadrato (a volte anche rettangolare) ma dall’animo Fragile.

Un giorno si guardo’ allo specchio e si chiese “Parque’?”.

Volle sentirsi diversa dalle altre, piu’ maiolica, e si mostro’ a Muro tutta scollata.

Wow ..Muro rimase impietrito ed essendo di fede, la mollo’ e lei cadde in una profonda depressione, si sentiva a terra era veramente a pezzi.

Finita la storia di Piastra e’ finito anche il prelievo sanguigno e guardando il colore mi sembrava strano che la grappa fosse di quel colore…penso per fortuna che il vino ha dato la prevalenza del rosso e mi son ricordato che pure il mio amico Enrico pur essendo nordico, ha sangue meridionale (sul paraurti della sua auto).

Del resto dopo tutto questo travaso credo che il fatto di avere un cervello e un belino.. non ci sara’ sangue a sufficienza per tutte due.

Per far funzionare tutte due dovrei rifornirmi di sangue e non di certo quello della mia bucatrice che ogni mese lascia uscire e non so a chi dare la precedenza di funzionamento ma a ogni modo mi torna giusto il fatto che ste dottoresse rompono i coglioni senza toccarli.. mi parla di donazione di sangue e mi sovviene un fatto che una volta un amico aveva necessita’ di plasma ed ha dovuto pagarlo per averlo subito e non capisco perche’ mi devo dissanguare gratis e poi a livello costo noto che la Banca dello Sperma e’ piu’ cara della Banca del Sangue anche perche’ la prima, ha il prodotto fatto a mano..

Vabbe’ ho capito sto calo di sangue mi sa che non arriva davvero con la pressione giusta al cervello….mio ovvio..

P.s. Per la cronaca, sto calcolo non è mai uscito e probabilmente la grappa lo ha vaporizzato.

Perennemente giovani.

 

 

Fatemi parlare in terza persona per quanto riguarda i perennemente giovani, quelli con la sindrome di PeterPan che fanno parte della nostra gioventu’ anziana.

In effetti molti eterni delfini sembrano condividere il destino di Carlo d’Inghilterra che si è invecchiato in sala d’attesa ed ha comunque raggiunto lo scopo… o quello di certi enfant prodige che col tempo smarriscono il prodige e si tengono solo l’enfant.

Se ci pensate bene e ci fate caso persino un ottantaduenne (senza fare nomi) puo’ sembrare un giovanotto arrembante per il semplice fatto che i perennemente giovani non mollano la presa.. e pensare che non molti anni fa i quaranta-cinquantenni erano rottamati o riciclati in mestieri tipo nonno a tempo pieno con annesso nipote e/o cagnolino, giornale, con la prospettiva discussionale a base di colesterolo, trigliceridi, esami vari clinici e iter pensione sempre bloccata dai politici di turno…
Il problema e’ che in Italia e specialmente a Casalcoso il narcisismo sta diventando una malattia senile.

Altrove e mi riferisco extra italy il capo di un partito (banca,ufficio, ospedale, universita’) si congeda dal palcoscenico e scivola con tutti gli onori dietro le quinte o nella buca del suggeritore.

Qui invece il perennemente giovane, rimane aggrappato al proscenio con le unghie e coi denti, se e’ il caso anche con la dentiera fissata con implantologia e sorriso a 42 denti… non quella incollata.

Gli incarichi consultivi, prerogativa sacrosanta dei vecchi saggi, lo deprimono molto assai.

Lui il perennamente giovane vuole esserci, apparire, contare e soprattutto rompere le palle come umarell.

 

 

E cosi’ innesca l’effetto-tappo.. poiche’ si rifiuta di scendere dal Treno della Vita.. chi gli sta dietro non riesce ad avanzare e quelli ancora piu’ dietro neppure a salire.

Deve aver confuso il prolungamento della vita con quello della poltrona.

Forse perche’ per lui solo la poltrona e’ vita.

O pirla scendi da sto treno del cazzo e guardati allo specchio.. ormai sei quello che tu una volta definivi matusa rimbambito.. largo ai giovani e vai sulla panchina dove la sbarbata ti ha ceduto il posto per compassione, col giornale o con gli esiti dell’Igmk , del colesterolo e dei trigliceridi mentre il cagnolino ti piscia su una gamba e ricordati che non si va in pensione perche’ si e’ vecchi ma si diventa vecchi se si va in pensione. E mo’ t’ho detto e via con la M.B.

 

iOS 17.3 Beta 2 manda in boot loop gli iPhone.

 

 

Apple ritira il software dopo le segnalazioni degli utenti.

Poche ore fa Apple ha rilasciato la seconda beta di iOS 17.3, scaricabile come al solito da tutti gli sviluppatori registrati al programma offerto dal gigante di Cupertino. Come è noto, le beta possono portare con sé bug e prestazioni instabili (non a caso è sconsigliabile l’installazione sul dispositivo principale), ma nessuno si aspettava un esito così disastroso.

Nel giro di pochi minuti, forum e social network sono stati invasi di segnalazioni di utenti che si sono ritrovati con un iPhone in boot loop, ovvero bloccato sulla rotellina del caricamento e dunque impossibile da utilizzare. Il problema si risolve facilmente installando precedenti versioni di iOS 17 (le poche disponibili), ma solo per quegli utenti che possono contare su un precedente backup.

Il colosso di Cupertino lavorerà nell’arco della giornata per risolvere il bug e rilasciare nuovamente il software in versione beta, fondamentale per mettere alla prova le novità e – nel caso – scovare altre anomalie.

ps. oggi 05/01/2024 ho aggiornato allo iOS 17.4

Vai a cagare è un’offesa?

 

Quattro mura, una tazza, qualcosa di cui sbarazzarsi.

Pochi ingredienti per una delle abitudini piu’ diffuse: fare la cacca.

Per la serie “Cessi” e’ giocoforza fare un post di sopravvivenza per quando siete fuori casa e dovete sbarazzarvi di quello ingurcitato e ricordo che tutto quello che e’ entrato occorre farlo uscire altrimenti son peni amari.

Ed ora vediamo come scaricarsi in un luogo pubblico..

Non ho mai incontrato nessuno (ma proprio mai) che dicesse di sedersi sulla tazza di un bagno pubblico cosi’ come fa su quella di casa sua.

Dal mio canto ho qualche problema in quanto se non ci sono condizioni ideali io rimando al mio ritorno e il record e’ stato a Les Deux Alpes (due settimane bianche di ferie sui monti a fine d’anno, per evitare riunioni familiari a Natale, S.Stefano,buona fine e buon principio ). Nonostante l’hotel a miriade di stelle e tutti i vari tipi di purganti francesi io ho resistito sino al ritorno in Patria e arrivato nel box di casa non ho fatto in tempo a risalire nell’alloggio e per fortuna avevo dei sacchetti di plastica.. (il mio vicino di box si domanda ancora oggi per quale motivo una comitiva di persone abbia lasciato sto sacchetto escrementoso attaccato alla sua maniglia).

Ad ogni modo evito il fuori tema e illustro tre posizioni protettive di chi purtroppo e’ obbligato sedersi sul cesso non suo…

Permettetemi una nota per i bambini fino ai 24 mesi che stanno leggendo:

BAMBINI, NON FATE QUELLO CHE LEGGETE IN QUESTO POST… POTRESTE FARVI MALE.

CHILDREN, DON’T DO WHAT YOU READ IN THIS POST… IT COULD HURT YOU.



1) LA SOSPENSIONE:


E’ una delle tecniche piu’ diffuse.

E’ anche l’unico momento della vita in cui potete fare ginnastica mentre siete fuori casa.

Come vedete, consiste nel rimanere col fondoschiena sospeso in aria. Difficoltà principali.. mantenere l’equilibrio, fare in fretta, centrare la tazza, Attenzione a non TREMARE.

2) LA RANA:


Consiste nell’usare una tazza normale come se fosse quella di un bagno turco (come se si facesse la cacca a terra).

Si sale con entrambi i piedi sui bordi e ci si rannicchia.

Solo per veri esperti.

Vediamo che l’uomo nella gif riesce a mantenere un buon equilibrio mettendo le mani sotto il mento.

Se avete qualcosa nelle tasche dei pantaloni preparatevi a infilare la mano nella tazza.

Anche se sembra figa la posa e’ sconsigliata vivamente perche’ assai pericolosa soprattutto se siete negativi con la dieta in quanto se il vaso cede o scivolate a causa dei liquami (bleah!) potreste farvi male sul serio e poi a chi di noi piacerebbe essere soccorso coi pantaloni abbassati nel bagno di un autogrill? 

Be’, meglio non pensarci dai.

 

3) LA MUMMIA:

 

Come vedete, chi usa la tecnica della mummia e’ sempre molto rilassato.

In molti casi aiuta il deflusso leggendo un bel quotidiano o facendo enigmistica a schemi in bianco.

Come riesca a rimanere tranquillo mentre e’ seduto sulla Beverly Hills dei batteri non e’ dato saperlo.

Non metto in dubbio che non siano brave persone, ma se vi offrono la mano non stringetela.

Se non si dovesse capire dal filmato, la tecnica consiste nel mummificare con la carta igienica il bordo del water.

Purtroppo la usano le stesse persone che rivendicano la foresta amazzonica.. bastardi.

Finito i tre modi di evacuazione, termino il post indicando un altro aspetto molto importante e spesso sottovalutato e cioe’..

Ha una forte componente educativa ed e’ lì a ricordarti che prima o poi devi fare i conti con le tue azioni.

Il BIDET ISTANTANEO e’ quello schizzo d’acqua (e non solo), detto anche impropriamente rinculo, che ti colpisce il fondoschiena quando lasci cadere nella tazza il pranzo di qualche giorno prima.

(non succede ai Tedeschi che usano il water a vista ovvero col foro in avanti).

Con la sospensione e la rana,  e’ quasi una sicurezza.

Se non lo trovate rinfrescante e volete eliminarlo il consiglio e’ quello di mettere un pezzo di carta igienica al centro del bersaglio prima di usarlo…

In questo modo avrete anche effetti collaterali interessanti. 

Ad esempio annullerete il PLOCK! e nei bagni pubblici e’ una gran cosa visto che spesso sono aperti da tutti i lati (non vale per gli americanlatini che non possono assolutamente buttare carta nel cesso).

Un altro effetto e’ quello di eliminare la sgommata ma non credo che in questa circostanza ve ne freghi molto.

Se poi, oltre al PLOCK!, volete eliminare TUTTI i rumori e minimizzare la puzza tirate lo sciacquone DURANTE il caghisterio.

Ad es. gli arabi anche nel deserto mentre defecano battono due pietre per tutta l’esecuzione e adesso capite perche’ molto spesso hanno le unghie bleu.

UN’ULTIMA NOTA

Se non vi siete portati un pacchetto di fazzoletti di carta e’ probabile che vi troviate a combattere con ricevute fiscali o che improvvisiate un bidet nel lavandino.

Dio ci liberi da questa immagine.

Se invece doveste trovare inspiegabilmente un bel rotolo di carta igienica e avete intenzione di afferrarlo mettendo le dita all’interno, tanto vale che uscendo diate una leccata alla maniglia.

Il rotolino di cartone viene toccato da tutti DOPO aver fatto i propri bisogni e PRIMA di lavarsi le mani e qui Mr.Covid19 gioca in casa.

Detto rotolino ha analogie con altri tipi di buco.

Dovrete prenderlo dalla parte esterna senza stringerlo troppo e farlo scorrere mentre tirate la carta con l’altra mano.

Cosi’:

Di cose da dire ce ne sarebbero tante altre e mi scuso se ho illustrato qualche banalita’ ma se anche una sola di queste servira’ a qualcuno per uscire dal tunnel dei cessi pubblici il mio post avra’ avuto senso.

Un saluto di cuore a tutti. 

Adesso pero’ andate a cagare.

 

Viorica Zaiat alla memoria.

 

Un triste fatto di cronaca accaduto 5 gennaio 2022.

Viorica, sei lingue e una laurea. Addio alla senzatetto di Firenze che amava la vita.

Viorica Zaiat è morta per strada, a 45 anni in una stamberga di legno nel giardino dell’ospedale di Careggi a Firenze. Dopo la morte siamo andati alla ricerca del suo passato

 

Era una ragazza bellissima, aveva una laurea e parlava sei lingue.

Viorica e’ morta per strada, a 45 anni, in una stamberga di legno nel giardino dell’ospedale di Careggi a Firenze.

Dimenticata da tutti, nell’indifferenza generale. Al funerale a Trespiano c’erano cinque persone. Neppure un prete, neppure una preghiera. Un’altra senzatetto morta senza fare notizia. Morta alcolizzata, cirrosi epatica. Ma era una persona, con un cuore e una storia. Nessuno può riportarla in vita, ma la storia quella sì, possiamo e vogliamo raccontarla.

Era il 20 ottobre 2011 quando incontrammo Viorica. «Vengo dalla Moldavia e ho perso tutto, ho perso marito, casa, lavoro». 

Si mosse la Caritas.. coperte, vestiti, un tablet per ripartire. In quei giorni Viorica tornava alla vita. Cominciò a fare l’interprete per un giudice. Lavori saltuari, quel tanto che bastava per comprarsi da mangiare. Però continuava a bere. Nella sua baracca c’erano sempre cartoni di vino. Vino bianco, quello che non costa ma sfonda, quello che squarcia, lo stomaco.

Non voleva cambiare, i soldi che guadagnava li spendeva in alcol. Avrebbe potuto rifarsi una vita, affittare una casa, ritrovare l’amore, ma in fondo all’anima aveva le tenebre. In tanti le dissero di andare a curarsi. Ma lei niente, ostinata e contraria, muta nel suo sorriso che celava tormento. Poi la svolta: trova lavoro all”Esselunga, come categoria svantaggiata. Eccola in cassa: la stessa persona, ma diversa. Le unghie lunghe, colorate, i capelli fluttuanti, lucenti.Ce l’aveva fatta a vincere il destino.

Disse che era stato merito anche di quell’articolo se era riuscita a trovare lavoro. Finalmente la vita nuova, era felice, così diceva. Viveva in una casa di cura. Aveva comprato la macchina nuova, ma con quell’auto ha fatto un incidente, ne è uscita viva per miracolo. E’ stata in ospedale, poi ha smesso di lavorare. Al supermercato non la vedevano più, nessuno dei colleghi sapeva niente. Poi un giorno una telefonata: «Sono tornata a vivere nella baracca».

E’ bastato un incidente a far riaffiorare i fantasmi. Ma quali erano, i suoi fantasmi? Viorica tornò laggiù, nell’inferno putrescente della baracca, dimora degli ultimi. I capelli rasati a zero. Aveva ricominciato a bere, più di prima.

Alvaro, un anziano medico volontario si affeziono’ a lei, l’aiutava con le cure. E poi c’era il prete della chiesa San Giovanni Battista, ogni giorno pranzo e cena gratis. C’erano soltanto loro nella sua vita di strada. Anime rare. Anche loro insistevano: «Devi curarti, devi tornare in clinica». Viorica aveva un’assistente sociale, anche lei la implorava. Ma Viorica no, irriducibile. Nessuno poteva obbligarla. O forse invece sì. Lei voleva soltanto soldi, per continuare a bere. Un giorno suona il telefono, dall’altra parte della cornetta il medico: Viorica e’ morta.

La bara più economica comprata da quei pochi che ti conoscevano. All’obitorio Marius e Andrian, due senzatetto con cui condivideva notti alcoliche. Dopo il funerale, siamo andati a scoprire il su passato. Nella stamberga abbiamo ritrovato le foto del matrimonio, le custodiva gelosamente in un’agenda. E così siamo risaliti al nome del suo ex marito. Siamo andati a trovarlo Rimini, abita li, e’ italiano. Viorica ha vissuto con lui per quasi dieci anni.

E’ stato lui a raccontare che beveva da quando era adolescente. Quante scoperte, quanta vita dietro gli anfratti delle nostre strade. Il padre di Viorica e’ morto qundo lei era ancora una bambina, la madre pure, morta alcolizzata in una strada di campagna della Moldavia. Eccoli i fantasmi, ecco perché cominciò a bere: per dimenticare, per finire come sua madre, per raggiungere i suoi genitori.

Moldavia, il Paese più povero d’Europa. Nata a Singerei: ragazzini ubriachi nei parchi, fango e neve nelle strade, autobus comunisti coi motori che sbuffano, carretti trainati da cavalli, donne coi fazzoletti in testa, palazzi sovietici con le stufe. E poi orfani bianchi, cresciuti senza madri partite per fare le badanti, oppure risucchiate dalla miseria. Era una di loro. L’ha confermato anche Alina, la sua migliore amica, moldava. Ha detto che Viorica era cresciuta in un orfanotrofio: l’assenza di carezze, l’Istituto come casa .. Ecco uno scatto da ragazzina, stringeva un peluche piu’ grande di lei, lo abbracciava come fosse il mondo intero.


Non aveva stelle a cui aggrapparsi, era assetata d’affetto, la tenerezza come urgenza. Ecco una foto consumata in bianco e nero, c’è una donna con un foulard in testa e dietro una montagna: è sua madre. La notte, prima di addormentarsi, le dava un bacio.

Quando era adolescente, Viorica si è innamorata, è rimasta incinta. Era in affidamento alla zia, che la fece abortire con la forza. Cosi’ scappo’ dalla Moldavia ed e’ arrivata in Italia con un amico. Prima a Milano, poi Rimini. Poi il matrimonio, l’illusione della famiglia. Voleva un figlio, sarebbe stato il nipotino dei suoi genitori. Con questo figlio, forse, avrebbe rivisto i loro occhi. E invece no: i medici le dissero che non poteva avere figli. Quell’aborto in gioventù le era stato fatale. E allora l’alcol, ancora l’alcol a spaccare gli inganni. Suo marito la porto’ dallo psicologo, fini’ male, si arrabbio’ scappo’ da casa dal balcone, la trovarono ubriaca sul lungomare romagnolo mezza nuda.

Alcol, sempre alcol, tutte le sere, tutte le notti. Nel mezzo, parentesi di normalità, soltanto sprazzi d’ordine. Il resto, un baratro di sofferenza, sempre in fuga dalla vita. Perfino suo marito alla fine cede e la lascia. Allora ritorna in Moldavia dopo il divorzio, gestisce un negozietto, finisce tutto in malora. Poi ancora l’Italia, chissà come, ma torna qui, nelle nostre strade. Finisce a Firenze, a Careggi, per curarsi al Centro alcologico, poi la stamberga, e questi anni senza via d’uscita.

La speranza e gli abbagli, la ripartenza e la voragine. E la solitudine, il vuoto di senso, l’abbandono ricevuto come pietra sul collo. Ma teneva dentro, teneva tutto dentro. Raccontava tutto soltanto ai gatti. Soltanto loro sapevano ascoltarla. Nella sua baracca ce n’erano almeno dieci, ognuno con un nome, come figli. Alla Croce Rossa, quando le portarono coperte, disse di tornare il giorno dopo per portare cibo ai gatti. Nel suo profilo Facebook sono ancora tutti lì. La sua pagina è sempre lì, nessuno l’ha cancellata. Resterà così, a memoria imperitura.. Viorica Zaiat, questo il suo nome. C’è il suo sorriso dolce e amaro, la vita che ha rincorso, i suoi gatti di tutti i colori. Loro sapevano tutto di lei. Noi invece no, non abbiamo avuto tempo di ascoltarla.

Addio Viorica non era soltan una senzatetto. Era una donna, una vita, una storia. E non possiamo dimenticare. La vita l’ha sconfitta. O forse invece no, adesso magari è felice per davvero. Perché in fondo, una volta fu lei a dirlo: «Voglio tornare dai miei genitori, con loro vivrò ancora». E allora forse è giusto ricordarla così, sorridente e gentile, aggrappata ai ricordi di una madre flagellata dal destino, nata dove la povertà gronda dal cielo. E chissà, magari è un’illusione, ma sarebbe bello se quel giardino in mezzo a Careggi lo intitolassero a lei, che l’ha abitato piu di altri, piantando fiori e accarezzando i suoi gatti.