Archivio mensile:Settembre 2015

Tema:la mia vicina..

bocca larga
Festa del Borgo e mi rendo conto che conosco gente agli antipodi ma non conosco i vicini di casa e forse e’ meglio in quanto mi rendo conto che non ho perso nulla sulle vicine e mi ricordo della precedente che non era niente bene e mo’ vi dico…

Quello che aveva di buono oltre al conto in banca era la sorella.

Aveva una bocca grande come la Roberts, mangiava le mele senza tagliarle e quando sorrideva le orecchie scomparivano..

Alla sera anziche’ mettere la dentiera sul comodino preferiva metterla nell’orinale di nonna.

cesso

Faceva la volontaria del pronto soccorso e con quella bocca andava di culo in quanto poteva praticare due respirazioni artificiali nello stesso momento.

L’inconveniente era quando si metteva il rossetto, ne usava in quantita’ industriali e ci volevano un buon paio d’ore buone per l’applicazione ovviamente dopo essersi lavata i denti e posato lo spazzolino nella custodia del violino o nel contenitore near the water..

E che dire quando andava dal medico, il povero per tenerle la lingua abbassata era obbligato ad usare l’asse da stiro (ovviamente senza il panno).

Aveva un viso particolare con qualche ruga a fisarmonica e pochi denti, uno solo davanti e qualche altro sparso qua e la e il lato positivo era che poteva succhiare le caramelle col buco senza romperle e grandi possibilita’ di essere assunta dall’ATM in qualita’ di obliteratrice.

Avrete capito che non era il massimo della bellezza, anzi se si metteva sul motore di ricerca la parola “bruttezza” come prima immagine compariva lei e la prerogativa era che per sicurezza mettevano sempre le negative e persino i topi se lei entrava in una stanza, saltavano sulle sedie.

Le sue foto erano in preponderanza prese di profilo anche perche’ si vedeva solo meta’ viso.

Di uomini ai suoi piedi non ne ha avuti molti, anzi uno penso l’abbia avuto ed e’ il pedicure di Via Caselle, quello davanti alla Banca che ha chiuso in quanto lei aveva cercato di fulminarlo col suo sguardo magnetico ma essendo strabica e’ finita col fulminare un paziente che era in attesa del pedicuramento.

Di certo non aveva le labbra a canotto della Parietti, anzi ad onor del vero non erano ne brutte ne belle anche perche’ non c’erano tra quella pelle che si intravedeva tra una ruga e l’altra.

E pensare che aveva fatto una maschera di fango e per un paio di giorni era una favola, poi la maschera’ si e’ rotta e persino le zanzare erano obbligate a pungerla ad occhi chiusi..

Da notare che sto povero pedicure per evitare la chiusura dell’esercizio la faceva uscire dalla porta di sicurezza che dava sullo Stura e persino i piccioni si mettevano un’ala sugli occhi al suo passaggio.

Il suo viso e’ di quelli che non si dimenticano, persino dopo aver scolato la bottiglia di grappa con genziana corretta cognac..

I suoi genitori quando chiedevano a loro a chi somigliasse da piccola, facevano a pari o dispari e quando si e’ persa e loro hanno fatto la descrizione con tanto di foto ai Caramba di Caselle.. non ci credevano e si domandavano perche’ la volessero ritrovare..

E che dire quando andava al ristorante, il posto vicino alla finestra era assolutamente vietato a lei e il consiglio era sempre quello di andare presso un istituto di bellezza dove lei e’ andata veramente, ma solo per un preventivo ed alla fine un lavoro lo ha trovato e se lo tiene stretto ed aiuta le persone a dimagrire in quanto si fa vedere a pranzo e loro perdono l’appetito.

Insomma non era una bella gnocca e fortunatamente si e’ maritata col massaggiatore diversamente vedente del Borgaro Calcio e se n’e’ ita e vedremo la prox e ne frattempo godetevi la striscia del Nat e fate attenzione a chi suona.

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Paradosso Genealogico.

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Il post di oggi riprende un paradosso di parentela allargata col dilemma di un giovane che frequentando una compagna di universita’ si era innamorato della di lei madre al punto di sposarla e tutto sembrava funzionare bene sintantoche’ il padre del ragazzo penso’ bene di sposare la figlia della moglie del figlio mettendolo in crisi di identita’ come vergato sul diario dello stesso figlio…

Ho 24 anni e sono sposato con una vedova di 48 anni, la quale ha una figlia di 25 anni.

Mio padre ha sposato tale figlia.

Quindi attualmente mio padre e’ diventato mio genero, in quanto ha sposato mia figlia.

Inoltre, mia nuora e’ divenuta mia matrigna, in quanto moglie di mio padre.

Mia moglie e io abbiamo avuto lo scorso gennaio un figlio.

Costui e’ quindi diventato fratello della moglie di mio padre, quindi cognato di mio padre e inoltre mio zio, in quanto fratello della mia matrigna.

Mio figlio e’ dunque mio zio.

La moglie di mio padre a Natale ha avuto un figlio, che quindi e’ contemporaneamente mio fratello in quanto figlio di mio padre, e mio nipote in quanto figlio della figlia di mia moglie.

Io sono quindi fratello di mio nipote, e siccome il marito della madre di una persona e’ suo padre, risulta che io sono padre della figlia di mia moglie e fratello di suo figlio.

Quindi io sono mio nonno….

Tutta sta storia non sta in piedi e io se sono mio nonno, dovrei essere anche padre di me stesso, fratello di mio zio e nipote di mio figlio.

Pero’ essendo mio figlio mio zio io non posso essere il cognato di mia madre che ha sposato mio nipote, ovvero mio zio.

Quindi mia madre ha sposato mio zio e questo porta a dedurre il fatto che ora mia madre e’ anche mia sorella.

Mia sorella e’ diventata suocera di mio figlio ma mia sorella e’ anche mia madre essendo matrigna di mia zia.

Ne consegue che mio nonno potrebbe essere semplicemente il nipote di mio figlio.

Quindi io sono fratello a un figlio unico e se sono davvero il nonno di me stesso allora il ragionamento fila e mi conviene togliere la genziana dalla grappa e andare sul liscio.
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Unite le foto.

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L’Estate se n’e’ ita e come ricordo avete le foto scattate con amici e parenti, peccato che le immagini dei bei momenti trascorsi in compagnia siano sparpagliate tra tutti i vari partecipanti implicando dunque, come inevitabile conseguenza, l’impossibilita’ di riunire il tutto in un unico album, a meno che…. non si decida di utilizzare un apposito servizio quale Comemories.

Si tratta di una risorsa online, utilizzabile in modo del tutto gratuito e senza dover eseguire alcun tipo di registrazione che, in modo semplice e senza troppi problemi, consentira’ di far fronte ad una situazione analoga a quella precedentemente elencata permettendo dunque di creare album fotografici collettivamente, il che costituisce senza alcun dubbio una gran bella comodita’…

Utilizzare il servizio e’ davvero semplice poiche’, una volta aperta la relativa pagina web, tutto cio’ che dovrete fare non sara’ altro che creare un nuovo album inserendo un nome al posto della scritta Gallery Title e, successivamente, cliccare sul pulsante Create Gallery per confermare l’esecuzione dell’operazione.

A questo punto potrete iniziare ad aggiungere foto ed immagini all’album fotografico semplicemente sfruttando la comoda tecnica del drag and drop. (trascinando la foto o tutte le foto dal vostro pc ).

Per permettere ad amici e parenti di inserire le proprie immagini all’album creato sara’ poi sufficiente dare loro il l’apposita URL indicata nella parte alta della pagina, dopodiche’ potranno iniziare ad aggiungervi ulteriori elementi trascinandoli dal proprio hard disk alla finestra del browser come avrete fatto voi e completare cosi’ l’album..

Una volta ultimato il tutto sara’ poi possibile scaricare l’intera galleria sotto forma di archivio compresso direttamente sul PC in uso.

Tutti gli album creati saranno memorizzate dal servizio per 90 giorni, mentre invece, utilizzando Comemories previo login con i dati del proprio account Facebook sara’ possibile aumentare il tempo massimo d’archiviazione e gestire in tutto e per tutto gli album creati… e mo’ v’ho detto e buon autunno.

Ite in Ubuntu.

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Se usate MacOS o Vista, siete completamente succubi dello sviluppatore di quel sistema operativo.

Tali sviluppatori hanno il potere di cambiare a loro discrezione il software che gira sul vostro elaboratore ogni qual volta la macchina e’ collegata alla rete l’utente non la possibilità di dire si o no, deve solo subire.

Il sistema stesso e’ un po’ come la legge elettorale italiana un’unica, enorme, falla.
Al contrario, con il Software Libero, voi deciderete cosa fare col vostro computer, sara’ al vostro servizio invece di soggiogarvi.

Il problema del Software Libero e’ percio’ non un problema tecnico, ma un problema etico, sociale e politico.
E’ un problema di DIRITTI UMANI per gli utenti del software.

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Perche’ usare Ubuntu? o Linux in generale?
Perche’ quando ho piazzato l’ Ubuntu, ho visto un altro modo di rapportarsi col pc, e sono stato incuriosito da possibilita’ e funzionalita’ nuove.

Successivamente mi sono appassionato alla mentalita’ del free software e mi ci sono riconosciuto sempre di piu’.

Non avevo grossi problemi con Win ma ero stanco di usarlo come un automa.

Spesso mi succede…. non riesco a fare qualcosa con Linux, e allora avvio quella partizione di Windows 8 che tengo li’ giusto per le emergenze, e mi riesce tranquillamente al primo colpo.
Facendo il confronto vedo che anche moltre altre comodita’ vengono a galla, l’ uso dei sistemi free sono decisamente molto piu’ facili, premo CTRL+ALT+DESTRA per andare in un nuovo workspace dove aprire un’altro firefox.
Estiqaatsi non ci sono i workspace! Vabbe’ dai, una mancanza contro le mille del Linux.
Apro firefox. cerco, la navigazione si fa’ molto lenta. Come mai? Bho, non ho voglia di indagare, quando sono con Windows sono pigro. Dopo 10 minuti buoni salta fuori quell’odiosa finestra verde con scritto “Antivirus aggiornato”. Allora capisco, e tiro un moccolo di abbinamento santi e animali, perche’ su Linux non ho necessita’ dell’antivirus.
Continuo a navigare tranquillamente, finalmente Youtube e altri siti con flash si vedono senza problemi. Poi non riesco piu’ a caricare i video. Cosa minchia e’ successo? “Windows Update… si stanno scaricando gli aggiornamenti 2% completato cliccare qui per controllarne lo stato”. Miii ventimila giga di aggiornamenti per continui problemi.
Vabbe’ mi ascolto un po’ di musica. Apro Windows Media Player e scopro che non ha ancora indicizzato la mia musica (prima volta che lo avvio). Vabbuo’ dai quanto ci mettera’… (un’ora dopo ancora non sto ascoltando musica con WMP, mi sono ridotto ad ascoltarla con VLC (scomodissimo).
Per fare questo devo aprire manualmente le cartelle.. aspetto che explorer.exe mi apra la mia cartella Musica con dentro quasi 300 sottocartelle contenenti gli autori…. Crash…. explorer.exe ha smesso di funzionare. Vabbuo’ turna, riprovo, ora va’. metto su la musica di una cartella e riduco a icona VLC. Mi occupa comunque 40 pixel vitali di barra sotto, dato che non ci sono i workspaces…
Ora mi scarico le foto che ho fatto ieri durante lo strafogamento… Inserisco macchina fotografica via USB. “Ricerca di driver in corso”. E’ una cacchio di schedina SD ma Windows ha bisogno dei driver. Un minuto buono. Copio incollo, nel frattempo la finestra della copia sposta stato su “Non risponde” almeno due tre volte, ma almeno finisce.
Tho guarda, c’e’ n’e’ una in cui sono venuto con gli occhi rossi… Apro GIMP per sistemarla. GIMP crasha. Su ubuntu parte in due nanosecondi. Su windows si ferma al caricamento dei pennelli (o a quella dei font, non mi ricordo).

Vabbe’ dai…. dopo tre tentativi opto per corel PaintShop e riesco a rimuovere gli occhi rossi.
Questi sono solo esempi del perche’ uso Linux, vuoi un altro motivo per cui fare tasto sinistro, installa??
Ero stanco di dovermi proteggere da minacce come virus e roba varia, ero stanco di dover craccare programmi che mi servivano.

Non avrei mai speso migliaia di euro per poter andare avanti con le mie esigenze, senza i crack ecc. non avrei potuto fare niente.

Adesso ho a disposizione degli splendidi software open che a mio avviso non hanno nulla da invidiare ai piu’ blasonati proprietari, ho liberta’ di usare quello che voglio, di aggiornare quando cazzo mi pare e anche di cucirmi la Distro intorno al mio hardware come un sarto; e ultimo, ma non meno importante posso valorizzare davvero i miei acquisti a livello di computer perche’ sia Ubuntu che Debian, ed anche altre Distro sono molto piu’ performanti.

Concludo e svicolo tutto a mancina.. Su Ubuntu hai la possibilita’ di vedere con i tuoi occhi, provare con mano, quello che andrai a installare (tramite la modalita’ live). Su Windows c’e’un pulsante in traybar o barra bassa con scritto “Installa Windows 10″.
Non sai cosa ti aspetta, se e’ un mondo nuovo, e’ come andare in Burundi dopo aver vissuto per anni a New York. (con tutto il rispetto per quelli del Burundi).

Tutto questo e’ vincolato al “Benet” e il suo Free software” is a matter of liberty, not price. To understand the concept, you should think of “free” as in “free speech,” not as in “free beer.

A lui la liberta’ di scambio post per un Software Libero e un augurio alle viti avanzate relative alle jpg allegate.

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xxx.. post nel post..per i patiti dell’Office ecco il free online.

Profumo.

e 2015 in Entertainment
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Certo che la nostra vita pullula di mistero. Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo? Perche’ i miei jeans messi in lavatrice escono di legno? Due tavole da snowboard? Perche’ le mie calze piede 44 pianta larga escono strette perfino per le bambolette della collezione che stanno sul mobile.bambole

E ancora, supremo arcano della nostra esistenza, chi e’ l’inventore di quell’aggeggio diabolico chiamato Arbre Magique?albero1 Chi e’ quel genio che ha inculcato nella mente umana la convinzione che la macchina puzzi e abbia assoluta necessita’ di una profumatina? Che follia. Le automobili sanno di automobile ed e’ normale mi pare. Com’e’ normale che le panetteria sappiano di pane, le cartolerie di cartone, i piedi di piede. Pensa se un piede si mettesse improvvisamente a profumare di mughetto. Non sarebbe destabilizzante? Solo le profumerie sanno di profumo. D’altronde sta scritto nella loro natura di profumerie no?. Qui si tratta d’alta speculazione intellettuale. Per cortesia fate attenzione. E allora perche’?

Perche’ la mia macchina deve puzzare di pino d’Islanda dal momento che sta parcheggiata nei pressi dello Stura? O di Macedonia? Una 156 che sa di Macedonia. E’ innaturale. Le 156 sanno di fintapelle. Altrimenti non sono vere 156. Sono imitazioni. E magari ritrovassimo a naso soltanto aromi conosciuti, come pesca, mela verde, gelsomino; ci sono profumatori da macchina al gusto d’Oceano.. Ci prendono proprio per il culo…Ma che ne sappiamo noi del profumo dell’Oceano? Al massimo ci ricordiamo l’odore che c’e’ a Casalbrodetto. Poi un tempo dovevamo fare i conti solamente con il dannato pino, arnese che doveva essere estratto poco per volta dal suo porta albero, a parte i coglioni che lo snudavamo completamente rendendolo una spugna di tanfo. Ora no. Ora abbiamo la cenere puzzolente, il dispensatore adesivo, il gel assorbente all’aroma di papaia. Tu entri in macchina e vomiti anche l’anima. Sei ostaggio della nausea. Contagiato dalla pestilenza. Io quando monto sul 156, voglio entrare in una macchina e non in una bignola, porca di quella vulvivendola. La vaniglia si mette nelle torte e non nei cruscotti. At par?. E se ti capita di fare viaggi lunghi? Beh li e’ la fine. Scendi dall’auto con lo stesso colore e lo stesso odore dei biscotti del Banderas.

E adesso il solito spazio del NAT…
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Farabutto.

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Tutti segnano sul calendario della macelleria le varie cose da ricordare, scadenze, compleanni, annotazioni che interessano.. e a questo proposito vedo un asterisco che mi ricorda uno di Rosarno Calabro con cui ho avuto a che fare.. gia’ il nome della citta’ indica che gli abitanti non sono proprio quelli che vanno a messa delle cinque.. l’asterisco di pocanzi mi ricorda l’anniversario della decuiussazione di un soggetto che ha abbandonato questa valle di lacrime nel pieno della sua giovinezza interrompendo la sua attivita’ nel clan di famiglia..il bello e’ che proprio il pater della moglie ha posto fine alla sua carriera di Farabutto.. questo termine non mi capita tra le orecchie di sovente se non per il ricordo da quando e’ morto sto pirla che, se fosse ancora vivo, oggi sarebbe profondamente in crisi sentendosi dare del farabutto, come vorrebbe la nuova accezione che il piu’ grande linguista degli ultimi 150 anni ha dato al termine per la serie…sbagliando, ancora e per sempre.
Farabutto e’ un’offesa a cui sono molto affezionato. “farabutto” urlava il pirla davanti alla tv ogni volta che vedeva o veniva nominato il miglior dito medio degli ultimi 150 anni.
Per me farabutto era il suo sinonimo e sto pistola intui’ subito le potenzialita’ del miglior illusionista degli ultimi 150 anni e per questo non posso evitare questo insieme di rabbia e mentre vado a dare la definizione esatta per conto mio ovviamente senza avvalermi dei linguisti.
Allora…
Dicesi farabutto colui che piglia per il culo il prossimo, che luccica oro pataccato, che riempie di stronzate la mente delle persone, colui che ha inventato il trompe d’oeil sulla testa.
Farabutto e’ un individuo di poco conto, spregevole. fannullone, cialtrone, mascalzone, tutto cio’ che finisce con one ma letteralmente “ladro di frodo”, persona sleale e senza scrupoli e nel singolare canaglia, filibustiere, figlio di vulvivendola e nipote di bagascia cugino d’androcchia. Farabutto e’ colui che rimane vittima delle sue stesse vittime, (spero presto anche del suocero che l’ha fatto fuori, ovviamente senza augurare male a nessuno).
Farabutto non e’ mai chi dice la verita’, al massimo lo e’ chi la dice quando e’ troppo tardi.
Quando non si puo’ fare piu’ niente che anche se si fanno cose, sono cose da farabutti, da gente che trova il coraggio di farle fuori tempo massimo. E secondo Voi a chi sto dando del Farabutto?
Aspetta che giro lo specchio..dubbio amletico, verso di me o verso di…
vabbuo’ pace all’ananimaccia tua Giuseppe Gregorio e abbrustolisciti per bene.
dito

2035 Il ns futuro.

barcone

Il Post e’ dedicato al mio amico Do’Nato che driverizza al Ministero e per motivi linguaggistici ne approfitto utilizzando un suo concittadino dell’Urbe.. l’Agro Romano di cui condivido il punto di vista sul futuro Italico tra quattro lustri max.
Un barcone pieno zepp de ggente e’ sbarcato ieri sulle coste libbiche.
So tutti Italiani: Longobardi, Veneti, Siciliani, Calabbresi, inzomma de tutte le Reggioni.
Scappano.
E nun se sa si so’ pensionati, cervelli in fuga, clandestini o
esodati (da cui “esodo”).
Quarcuno se vo’ fa’ passà pe’ tedesco e nun se vo’ fa’ pija’
l’impronte diggitali (l’Italiani sono molto orgojosi).
Però li sgamano subbito dar colore della pelle, da come movono le mano e dar fatto che parleno tutti insieme, che ‘n ce se ca-
pisce un cazzo.
Però i Libbici nun se preoccupano piu’ de tanto.
Sanno che la Libbia pe l’Italiani e’ solo de passaggio.
Je danno provviste pe’ du’ o tre settimane e quelli a tappe turistiche, fermannose ‘gni tanto pe’ guarda’ er panorama, raggiungono er Niger, la Nigeria, lo Zambia… indove troveno
lavoro e accoglienza.
Pero’ in quarcuno de quei Paesi nu’ li vonno perche’ dicono che er probblema nun e’ solo loro, “ma de tutta l’Africa ”.
“Sinno’ – dicono – che cazzo d’Unione Africana e’?”.
Er dibbattito se fa’ sempre piu’ acceso, perche’ quelli, l’Italiani, scappeno sempre de piu’, e nun se sa ‘ndo’ metteli.
A certi nun je vie’ nemmeno in mente che, clandestini o no, l’Italiani so’sempre esseri umani e che questo e’ un esodo epocale.
E’ ineluttabbile che ner 2035 l’Africa sara’ quasi tutta bianca e nel Burundi la lingua ufficiale sara’ er romanesco.
Quindi la speranza e’ che, alle prossime elezioni, l’Africani nun se faccino frega’ da li partiti populisti che vorebbero bombarda’ le coste Italiane ‘ndo cojo cojo pe’ nun fa’ parti’ piu’ nessuno.
Nun e’ coi droni che se risorvono sti probblemi, ma andando a parla’ coi capi delle tribbu’ italiane, cercanno de convinceli a mette li campi profughi ner loro paese (pare che le tribbu’ der Nord sieno le piu’ facili da convince).
Ortretutto questo impedira’ d’ora in avanti che quarche mafia equatoriale, in quarche capitale africana, speculi sull’emigranti, sui campi d’accoglienza e se freghi i sordi destinati a loro, lasciando l’Italiani ner degrado, nella miseria piu’ ignobbile e alla merce’ de quarche caporale che, pe’ fame, magari li costringe a fa’ la raccolta de datteri e de noci de cocco 20 ore ar giorno pe’du’ sordi.
Tutte cose che sarebbero ‘na vera vergogna per tutti li Popoli Africani.

Tablet.

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OviDio mi pare dicesse Nec sine te, nec tecum vivere possum, ovvero ne’ con te, ne’ senza di te .
E la conferma e’ stata anche stavolta nei tre mesi marini e mi riferisco ai nostri collegamenti col mondo civile.
Qualcuno ci ha provato, una settimana senza cellulare, senza twitter, facebook e navigatore satellitare, ma poi ha confessato di aver barato, di non essere riuscito a sconnettersi completamente dalle proprie abitudini, cosi’ recenti e gia’ cosi’ radicate e se in spiaggia alzavi l’occhio vedevi gente con i pollici sul tablet agevolati dal wireless costiero .
Non e’ facile anche solo immaginare un mondo e una vita, la propria, senza i punti di riferimento che la tecnologia ci ha messo a disposizione in questi anni rapidi e tumultuosi.
La tecnologia e’ rimasta una delle poche ideologie ancora in circolazione e ha la tendenza a inglobare il tutto fino alle estreme conseguenze, fino alla sovrapposizione completa con la vita stessa.
Non abbiamo il coraggio di “staccare” completamente in quanto abbiamo paura del vuoto. non siamo “tech addict”, ma come la maggioranza viviamo quotidianamente nella tecnologia e con la tecnologia ne facciamo un uso consapevole e non tanto equilibrato.
Accendiamo il computer con la stessa disinvoltura con cui accendiamo il televisore o la luce di casa girando un interruttore, senza chiederci che cosa mette in moto la nostra manovra e perche’.
Vivere scollegati e’ oggi la piu’ straordinaria avventura che l’uomo possa affrontare e come tale mette paura perche’ si tratta di esplorare un universo poco frequentato… e’ la nuova frontiera, la corsa all’ovest, la scoperta della luna, il viaggio iniziatico, un percorso a ritroso alla ricerca di sensazioni perdute, alla ricerca di se’.
Una volta di piu’ mi rendo conto che ci vuole coraggio e stile. disinvoltura ed eleganza ad entrare ed uscire dalla contemporaneita’… e’ intraprendere l’avventura senza scosse e senza impugnare bandiere di un impossibile ritorno al passato, e’ semplicemente interpretare la vita con la propria, irriducibile, irrinunciabile, personalita’ e chiudo col latinorum O rerum naturae obscuritas quantum tegmen est falsitatis che tradotto in Casallordinese indica l’oscurita’ delle cose della natura sono grandi quanto il velo della falsita’.Cin Cin..alla vostra..hich
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Dacci oggi la striscia quotidiana di Nat
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andate in pace…