Archivio mensile:Dicembre 2011
Consumismo 2011.
La sua attenzione, poi, si fissa soltanto per una piccola frazione di tempo su un giocattolo particolare, mentre il suo desiderio si rivolge gia’ a qualche novita’ propagandata dall’industria.
L’auto dopo un po’ che la si possiede non soddisfa piu’ la nostra smania di novita’ e il desiderio, plasmato da martellanti spot televisivi, corre gia’ a qualche modello piu’ recente. Il nostro mondo quotidiano e’ saturo di oggetti, spesso superflui. Gli oggetti sono diventati talmente pervasivi nella nostra vita da sostituirsi progressivamente agli affetti e alle relazioni umane.
Si compra piu’ di quanto serva ed e’ demagogia il fatto che l’euro si salvera’ ma nonostante cio’ il popolo italico e’ coraggioso e cosi’ si acquistano oggetti non tanto per la loro necessita’ o per il piacere di adoperarli, il cosiddetto valore d’uso, quanto per quello che rappresentano, perche’ sono degli status symbol, per il loro cosiddetto valore di scambio.
Essi placano le insicurezze dell’uomo moderno, lo confermano nella sua importanza e nel suo valore.
Dal canto loro, gli economisti ci assicurano che soltanto incrementando i consumi, costruiremo un’economia sana e vincente.
I beni, che un tempo quando si rompevano si potevano riparare, oggi vanno sostituiti, perche’ e’ economicamente piu’ conveniente.
Non abbiamo scampo.
Le pagine culturali dei giornali sono quasi ogni mese dominate da nuove quanto futili polemiche. L’importante e’ sfornare a getto continuo inconsistenti novita’ per il lettore e garantire la visibilita’ dei protagonisti.
Si pubblicano ogni anno migliaia di libri di cui nessuno avvertiva la mancanza.
E’ la cosiddetta industria culturale, con i suoi splendori e le sue miserie.
Si tratta di modularlo, di arginarlo. Di trovare un rimedio ai disastri che sta producendo.
Gia’ oggi si avverte la diffusione di una nuova sensibilita’.. l’edilizia piu’ aggiornata si orienta verso materiali biocompatibili, impegnandosi inoltre nella costruzione di edifici funzionanti attraverso forme di energia rinnovabile come quella eolica, idrica e solare.. una parte dei cittadini e’ molto interessata al tema del recupero e del riciclaggio dei rifiuti.. l’industria sta cercando di attingere a fonti energetiche meno inquinanti, alternative al petrolio. La consapevolezza che l’acqua, l’aria e il suolo sono risorse preziose, da rispettare e da proteggere, si sta facendo beneficamente strada un po’ ovunque.
Forse fra qualche decennio useremo auto elettriche e abiteremo case robuste, durevoli e autosufficienti sotto il profilo energetico. E soprattutto salveremo la Terra dalla catastrofe e quindi acquistate tranquillamente questi oggetti con lo spirito natalizio e il portafoglio ristretto dalle manovre tecnicogovernative e se vedrete chi ci governa piangere cercate almeno di pensare ai pianti vostri che farete senza governare.
Metonimia.
Fancazzisti e fanculisti
Fannullone e’ chi timbra il cartellino o il registro di presenza, fa un giro intorno al suo tavolo di lavoro e se ne esce a fare la spesa, a prendersi un caffe’ al bar (cosa che molte sentenze hanno giudicata legittima), a comprarsi il giornale, ad accompagnare il proprio figlio a scuola, a controllare gli operai che stanno ristrutturando una propria casa o stanno facendo lavori in un proprio fondo agricolo, e magari a farsi una scopatina con un/a collega di un altro ufficio piu’ o meno vicino utilizzando macchina blu di servizio con autista incorpored (i VIP vanno d’AV139 o Falcon200).
Responsabili di questi furti all’orario di lavoro sono i dirigenti, che chiudono uno o tutte e due gli occhi per non vedere, o peggio ancora non possono proprio vedere perche’ sono assenti pure loro. Di norma in questi casi, per evitare rischi, si ricorre allo stratagemma di firmare una richiesta di permesso breve, che poi viene strappata al rientro se non e’ successo niente. La durata dell’assenza puo’ andare dai pochi minuti all’intero orario di servizio. Esiste anche la possibilità che a timbrare il cartellino o a firmare, in entrata ed in uscita, sia un collega compiacente, che a suo tempo verra’ ricambiato (la famosa bollatura di scambio). Ma queste cose Brunetta non le sa o non le vede considerata l’altezza.
Per poter svolgere queste attivita’ extra lavoro in orario di sgobbamento e’ necessario che vi sia una qualche intesa tra dirigenti e lavoratori, piu’ o meno palese, piu’ o meno concordata. E qui entra in campo il leccafondismo o propriamente indicato come leccaculismo, ovvero l’arte di adulare i capi per fregarli e incularli a raffica. Ai leccaculi e’ concesso tutto, le malefatte dei leccaculi non vengono mai viste, i leccaculi non verranno mai richiamati, i leccaculi ottengono o si prendono tutti i falsi permessi che vogliono, i leccaculi non hanno bisogno di mettersi in malattia per non stare sul posto di lavoro. I leccaculi risultano sempre presenti e verranno anche premiati. Guai per chi non si adatta a fare il leccaculo, non ha diritto a niente, deve giustificare tutto, deve recuperare anche un solo minuto di ritardo, non ottiene permessi, non puo’ accompagnare la moglie o un figlio o un genitore in ospedale, non puo’ andare a festeggiare un figlio che si laurea. Anche la malattia, vera o falsa che sia, deve sudarsela cara.. e’ immediata la visita fiscale.. i servizi segreti del capo sono spietati per incastrarlo. Ma queste cose rasoterra Brunetta non le sapeva o non le vedeva (eppere era all’altezza del culo,,bah).
Chi non e’ leccaculo, e non ottiene un permesso o ha esaurito i giorni di permesso, per poter fare qualcosa di indifferibile per se o per la sua famiglia deve mettersi in malattia. E con buona pace di tappo Brunetta non puo’ essere definito un fannullone.
Un tipo peggiore di fannullone e’ chi va sul posto di lavoro e col suo comportamento arreca danni agli altri. Di questa categoria fanno parte tanti dirigenti, che provano piacere sadico a massacrare i dipendenti. Questi capi sono la causa di una delle piu’ gravi malattie dei nostri tempi.. lo stress o stalking qualdirsivoglia . Lo stress colpisce buona parte dei lavoratori europeipare uno su cinque e molta parte dei lavoratori italiani e qui siamo uno su 4 e mezzo perche’ noi ci distinguiamo sempre. Se ci si allontanasse di piu’ dal lavoro prima di essere colpiti dallo stress, prendendosi qualche giornata di malattia, anche solo come riposo, si farebbero risparmiare tantissimi soldi allo Stato e quindi a noi contribuenti. Ma queste cose metrogazzosa Brunetta non le capiva o non le vuol capire. Con la consapevolezza di non aver mai inclinato il fondoschiena a novanta gradi al cospetto di nessuno e l’orgoglio di non dovere nulla ad alcun chi e alcunche’, viconsiglio di viaggiare sempre con la schiena contro la parete e di non raccogliere nulla da terra (se merita pero’ ci si puo’ fare un pensiero sopra)..
Natale 2011
Odissea Supercatale e quale.
E’ andata ce l’ho fatta.. sono fuori da questo marasma vado alla macchina e stavolta mi sono ricordato del numero del posto la bippo e butto la roba nel baule mentre comincio un dialogo col marocchino di turno che vuole vendermi nell’ordine.. accendino, spugne, musicassette, ciddi’ musicali, un elefante di legno o fintotale, un cellulare fasullo con seicento musichette diverse preimpostate, un braccialetto della fortuna e un bel paio di bonghi grandi come la mia cucina. Quando ho finalmente finito di riporre il tutto nella macchina, il marocchino non demorde e mi chiede il carrello. Io mi volto a guardare il chioschetto di ferro dove si vanno a posare i carrelli per riprendere le 2 euro. Un chilometro, piu’ o meno, mi divide da lui. Passo il carrello tra le mani del marocchino che ringrazia felice e sono felice anch’io d’aver fatto una buona azione mi spiace solo che anziche’ le mie iniziali 2 € il terradapipa ne prendera’ solo 1 di€ per via di quella confusione di partenza. Ogni volta mi fanno incazzare e ogni volta, quando li vedo andar via tristi mi sento uno stronzo totale. SONO, uno stronzo totale, perche’ l’ho trattato come un rompicoglioni e non e’ un rompicoglioni. I rompicoglioni erano quelli la’ dentro e i loro figli viziati del cazzo. Questo si fa insultare dagli stronzi come me per vendere un elefante di legno e campare anche per oggi. Bah..Infine c’e’ il traffico, ovviamente. Non e’ che si puo’ uscire dal centro commerciale alle otto di sera e sperare di farsi la strada in solitaria. Mi faccio i miei bei due o tre chilometri di coda per via di un trattore che sta all’origine, bastardo maledetto agricoltore stakanovista, e dietro al quale tre impediti autiste della domenica che non sanno sorpassare hanno dato vita a questo meraviglioso serpente di lamiere luminescenti. Poiche’ la ricetta della coda non prevede un coglione soltanto, ma piu’ persone. Un trattore per esempio che da’ il via, poi un coglione che gli arriva dietro ma non se la sente di sorpassare, poi un altro ancora che non se la sente – dioscherziamo? – di sorpassare ben due veicoli in un colpo solo. E cosi’ arriva il terzo, che magari sorpasserebbe pure, poveretto, ma davvero adesso l’ingombro che ha davanti e’ troppo lungo e le macchine provengono anche dall’altra parte… Uno alla volta gli altri si accodano, sempre piu’ motivati a starsene dove sono. Io ho dietro un ubriaco, per giunta. O fumato o flippato per qualche altro motivo. Ogni tanto si porta cosi’ a destra da dare una spuntata alla riva erbosa, mentre poco dopo tiene la sinistra un po’ troppo alla sinistra, facendosi lampeggiare e strombazzare da chi arriva dall’altra parte. Questo e’ il minimo.. tiene anche una distanza dal mio culo decisamente preoccupante. Lo guardo dallo specchietto retrovisore e mi sale il panico, temendo che mi arrivi dritto dritto tra le buste della spesa che stanno nel baule. Passo questa funesta ora di coda imprecando e bestemmiando e insultando questo tipo, aggiungendo segni con le mani e con le dita, ma senza che lui mi presti alcuna attenzione, se ne sbatte altamente le palle. Spero con tutto il cuore che voli fuori di strada. Che alla prossima zigzagata sulla destra la ruota scivoli verso la risaia portandosi lui e la sua macchina del cazzo dritti dritti fra i fiori soffionati del tarassaco e le cacche ben allargate delle mucche della fattoria chiamata cascina cristina parente della missitalia. Alla fine sono tornato, ammazzate che fatica e quando
arrivo a casa, finalmente, poso le borse sul tavolo e inizio a svuotare. Visto che spendo 300 euro ogni volta che vado all’ipermercato, mi aspetto sempre che dalle borse escano degli articoli a sorpresa, che non avevo comprato, ma che la cassiera e’ stata addestrata a far passare sul rullo senza che i clienti se ne accorgano. Se riempio il carrello, trecento euro. Se lo riempio per meta’, sempre trecento euro che occorre scucire come quota fissa o tangente supermercatale. La colpa sara’ delle tessere credo. Quelle tessere merdose che ti fa’ ogni ipermercato. La tessera che ti da’ diritto a dei privilegi. Sconti solo per te, che hai la tessera. Gli altri? Pfui, se ne andassero pure affanculo. Questa e’ una storia tra l’ipermercato e me, che ho la tessera. Sono un vip, un very ipermarket person, e mi prendo il tonno a 2 €, mentre tutti gli altri se lo comprano a 3 €. Fottetevi, bastardi. Io ho la tessera. Ma quando la cassiera passa la tessera sul lettore del codice a barre, ecco che quel codice le trasmette tutto di me. Come mi chiamo, chi sono, cosa compro. E sa’ che ogni volta spendo trecento euro, e allora il computer mi fa’ uscire quella cifra. Hanno tutto scritto. Analizzano, poi dicono ..Questo pirla qui non si e’ mai lamentato delle trecento euro quindi i soldi ce li ha, lasciamogliele di fisso e ogni tanto aumentiamo di qualche euro, finche’ non sbotta…Invece, sempre robetta striminzita, da queste borse. Cazzate. Scatolette, sottaceti, saccottini, biscottini. Trecento carte di ignobili cazzate. E a guardarle bene, cosi’, sparpagliate sul tavolo, mi accorgo che non so’ che minchia mangiare per cena. Non c’e’ niente, li’ in mezzo, per cena. Sempre, sempre cosi’. Giro l’ipermercato e mi metto nel carrello tutte le stronzate e gli stuzzichini e le birre e un dvd per passare la serata e… e poi non ho preso niente per cenare questa sera. Mi cerco un buon cd da ascoltare, toy dolls magari, e mi rimetto in macchina.
Quindi…Pizzeria, cazzo e fanculo all’ipermercato.
SuperMario
La politica dell’usa e getta.
Minestrina.
.. Domenica’ 4 dicembre. Giornata mondiale della minestrina. L’ho istituita io personalmente, io che mangio solo e unicamente carboidrati metto un’ode alla brodaglia sciacquosa. E’ un atto di riconoscenza dovuta, povera Minestrina specialmente dopo le libagioni domenicali (ieri composizione di panzerotti ripieni..all’ottavo ho detto basta per rispetto al biafra). La povera innocente minestrina.. lei si’ che ci fa del bene. Passa autunni interi a scaldarci le budella e nessuno si degna di onorarla e di farle un monumento. E’ una sorta di razzismo culinario. Solo perche’ non e’ un minestrone, di quelli maschi, cazzuti roventi e pesanti. E’ «ina» lei, leggera, sciacquetta, non ti impiccia lo stomaco. Poi ci mettono un amen a prepararla. I mariti e i fidanzati comunque, nonostante l’autunno quasi invernale, preferiscono come dicevo pacanzi le cofanate di spaghetti e le padellate di tortelloni panzerottati. Se tu donna casalinga scodelli sotto il muso del maschietto di turno una ciotola di minestrina, sentirai bofonchiare che gli sembra di stare in una corsia di ospedale, ma poi, un po’ per celia e un po’ per non morire, di fame in questo caso, finira’ con l’ingoiare l’intruglio, magari infilandoci un peperoncino rizzapeli. Fateci caso e dite se non e’ vero..il maschietto di fronte alla minestrina suda e trasuda come una lumaca si o no?. E poi, dopo aver scontato la sua ingiusta pena, ti dira’..E mo’? che minchia c’e’ di primo?… Voi con un filo di voce direte..Prego? ..Ti ho chiesto che cazzo c’e’ di primo (piu’ incisivo cosi’)? Tajarin o pasta al forno?. E’ cosi’. Il maschio la minestrina la trangugia solo per farti un piacere. Perche’ esso ti ama. Ma poi mangiare e’ un’altra cosa. D’altra parte come dargli torto. Mia nonna la minestrina la faceva sulla stufa. Ci scagliava dentro un paio di pugnate di pasta degli angeli quella a forma di fiorellino e la lasciava li’ a cuocere, fin quando la pastina non assumeva forme strane. Ogni chicco di fiorellino si gonfiava a tal punto che rischiavi di confonderlo con una palla da baseball.. santa donna io la vedevo vecchia ma oggi riconsidererei la veduta e la vedrei come una signora di 65 anni e basta. Che dire ancora di quella sciacquatura di budella calda e salatina. Che tu la mangi, ti riscalda, ti vien voglia di far subito una pisciatina e godi come un falco, non senti quel pieno nello stomaco ma senti che si svuota passando dall’attrezzo riproduttivo. Ti da’ l’idea che almeno hai smaltito un po’ di polvere che avevi dentro. Quindi auguri cari minestrina, te lo dovevo questo post e pensa che la prima volta che ti ho assaggiato..mi hai fregato.. mia mamma ebbe detto..Carluccio vuoi la pastina? Azz.. certo mamma.. anche se e’ piccola la mangio lo stesso..e sei arrivata tu cara minestrina ( pastina in lingua leghista )
Ecco come localizzerete un cellulare.
Questo significa che, senza violare alcuna legge e con il benestare dell’intestatario, potrai localizzare il cellulare di un tuo amico semplicemente installando una di queste applicazioni sul telefonino e aggiungendo la persona da localizzare alla lista dei contatti. Tutto quello che ti serve e’ un telefono dotato di GPS, una connessione Wi-Fi attiva e sei a posto senza scucire il centone. Ecco come devi fare.
Appurato che non ci sono procedimenti leciti alla portata di tutti relativi a come localizzare un numero di cellulare, iniziamo a vedere come conoscere la posizione geografica di chi stiamo cercando grazie a delle applicazioni compatibili con tutti i principali smartphone (iPhone, Android, e chi piu’ ne ha piu’ ne metta) che sfruttano Internet e il GPS per segnalare dove ci si trova in un determinato ai propri amici.
La prima applicazione di questo genere potrebbe essere Google Latitude.
Mentre su iPhone e’ distribuito come un’applicazione a se’ stante, nella sua versione per Android Google Latitude e’ incluso in Google Maps e puo’ essere attivato semplicemente premendo il tasto menu del proprio telefono e selezionando la voce Attiva Latitude sullo schermo dello smartphone. Dopo averlo attivato, Latitude mostra una mappa del luogo e la posizione in cui si trova l’utente in quel momento l’utente monitorato.
Per localizzare la posizione del cellulare, occorre che sia inserito a sua volta il Google Latitude e che sia accettata la tua richiesta di amicizia. Se vuoi inviare una richiesta di amicizia su Latitude, non devi far altro che clickare sul pulsante (+) che si trova in basso a sinistra collocato accanto ai nomi degli amici che Google importa automaticamente dal tuo account Gmail/Gtalk. Una volta accettata l’amicizia, potrai localizzare liberamente il cellulare sulla mappa di Google Maps.
Un altro sistema per localizzare un numero di cellulare, o meglio il proprietario del cellulare vuoi che sia figlio, moglie marito genitore in eta’ avanzata, e’ Foursquare, che oltre a condividere la posizione geografica con gli amici della rubrica, di Facebook e di Twitter permette di identificarsi in locali, negozi e luoghi chiave e cuccare promozioni, sconti oppure offerte interessanti.
Per iniziare ad usare Foursquare, non devi far altro che installarlo sul tuo telefonino e avviarlo. A questo punto, devi effettuare una rapida registrazione online usando i dati di Facebook e il tuo indirizzo e-mail e devi selezionare le persone con cui condividere la posizione geografica. L’applicazione rileva automaticamente la lista dei contatti presenti nella rubrica del telefono, su Facebook e su Twitter, quindi tu non devi far altro che inviare la classica richiesta di condivisione e il gioco e’ fatto. Potrai sapere sempre dove sono le persone equipaggiate di smartphone.
nb. la posizione sara’ rilevata col classico scarto di qualche decina di metri e quindi non valida per individuare da un piano all’altro di un caseggiato a meno che non abitiate in un grattacielo, ma se proprio volete soddisfare la vostra curiosita’..cliccate qui.