Archivio mensile:Marzo 2010

No alla confisca dell’auto


Sono uno studente universitario di Torino, ho 26 anni, prossimamente laureato, incensurato. Ti scrivo per raccontare l’esperienza negativa accadutami alla fine di luglio. Dopo aver cenato a casa di amici per una festa di laurea, mi stavo avviando verso casa a bordo della mia auto. Giunto nei pressi dell’abitazione, sono stato coinvolto in un sinistro a causa di un’altra vettura che mi ha tagliato la strada ad alta velocità e si è eclissata. Per evitarla sono andato a battere contro il bordo del marciapiede. Per fortuna andavo piano e non mi sono fatto nulla, anche la mia auto non ha subito grossi danni se non la rottura del paraurti anteriore e qualche ammaccatura. In vicinanza transitava una volante della polizia in borghese la quale, dopo avermi trovato già fuori dalla mia vettura spenta mentre provavo a chiamare il carroattrezzi, ha sollecitato l’intervento della polizia municipale. Sono stato sottoposto al test dell’etilometro nonostante il mio racconto dell’accaduto ed alla totale assenza di segni di ebbrezza (avevo bevuto qualche bicchiere di vino cenando). L’etilometro è risultato positivo e mi è stato contestato l’articolo 186 comma 2c. Sono stato privato della patente di guida, l’auto mi è stata portata via a forza e trasportata in un autorimessa a pagamento. Mi hanno assegnato un avvocato d’ufficio e la vettura (che ora è sotto sequestro preventivo da parte della polizia giudiziaria) mi verrà CONFISCATA (in quanto intestata a ME) e venduta all’asta. Inoltre sarò sottoposto a processo e mi verrà decretata una sanzione amministrativa sommata ai giorni di arresto convertiti in ammenda, oltre ovviamente a 10 punti sulla patente. Senza considerare il fatto che, non avendo testimoni, non posso dimostrare di essere stato piratato e quindi rischio pure l’aggravante per incidente stradale con pena aumentata secondo comma 2bis. Sono incensurato e ritengo d’essere un cittadino onesto, sono un bevitore molto occasionale, sò di essere stato sciocco ed ingenuo a mettermi alla guida, nonostante fossi solo nel quartier e vicino al mio, ma non credo di meritarmi una punizione così esagerata. Mi sento impotente e oppresso da un governo ed una giustizia autoritaria e forcaiola il cui scopo non è quello di garantire la sicurezza del cittadino, ma di fare cassa ed appropriarsi di un bene privato confiscandolo, atto anticostituzionale tipico non di una democrazia ma di un regime totalitario. Al proprietario inoltre a seguito di confisca, viene interdetta la possibilità di ricomprare all’asta l’auto, che solitamente viene piazzata in pacchetti da 5-10 auto a blocco per favorire i demolitori e i carrozzieri. Sono studente e senza lavoro, una confisca dell’auto mi costa tantissimo umanamente ed economicamente, senza considerare la sospensione della patente che potrebbe compromettermi proposte di lavoro prossime. Molte persone sono nelle mie condizioni o molto peggiori, perdono il lavoro, si vedono confiscato il mezzo magari da 40.000 euro che stanno ancora pagando a rate dal concessionario, che serve alla famiglia, a portare magari qualche malato in ospedale. Al ddl sicurezza del governo questo non importa nulla, importa solo fare cassa per ripianare i debiti dello stato. Per questo ti scrivo, sperando che possa pubblicare la mia lettera e che possa magari aprire una delle tue “battaglie” contro la confisca dell’auto. Molti amici ci stanno provando con una raccolta firme, scrivendo ai parlamentari, fondando gruppi su facebook. Ci serve il tuo ed il vostro aiuto, perchè come è successo a me potrebbe succedere in qualsiasi momento a qualcuno di voi. Non permettiamo che lo stato ci privi dei nostri beni privati, acquistati con sudore, lavoro e sacrifici. Il link per la raccolta firme è il seguente:
NO ALLA CONFISCA DELL’AUTO

Martina

Noi pensiamo all’isola di Robinson Crusoe come i libri che abbiamo letto, mi ricordo che era al largo del Cile e ci si immedesima nell’avventura, a me piace identificarmi nel personaggio e di viverla come un’avventura e ai tempi nostri questa avventura l’ha vissuta una ragazza di nome Martina. Lei ha appena sentito il suo letto vibrare, ma non molto ma quel tanto da farla svegliare, data l’eta’ potrebbe continuare i suoi sogni come del resto stanno facendo tutti gli abitanti dell’isola di Juan Fernandez e non sono pochi.Invece Martina sapete che fa? Scende dal letto, vuole capire che sta succedendo, sveglia suo padre che sta russando e chiede che cosa e’ successo..il padre manco pu cazzo perentorio gli dice di tornare a letto e non rompere i coglioni..Martina non e’ convinta, va alla finestra e vede che le barche ancorate stanno ondeggiando stranamente e lei subito pensa allo tsunami. Corre in piazza e si mette a picchiare sul ferro a triangolo che serve per dare allarmi e sveglia tutti i seicento abitanti che al suono del pericolo si mettono a correre tutti verso l’altura che domina il villaggio, fanno appena in tempo in quanto un’onda gigantesca sommerge il villagio distruggendo tutto quanto e grazie a Martina e alla sua capatosta hanno salvato la pellaccia. Morale.. dobbiamo ricordarci di Martina ogni qualvolta ci rassegniamo alle spiegazioni dateci da chi dovrebbe teoricamente saperne di piu’ di noi e cancelliamo la realta’ per non essere costretti ad affrontarla. Questa ragazza incarna lo spirito di ogni essere umano, com’era al momento della nascita e come dovrebbe essere sempre e invece non lo e’ quasi mai..presente a se stesso, capace di meravigliarsi..in una parola sola..VIVO…

F1 = Trappola


Fate attenzione, se voi usate XP abbinato al browser Internet Explorer, dimenticate il tasto F1,strappatelo dalla tastiera, incollatelo con attak, regalatelo a vostra suocera, fatelo inghiottire dal gatto, portatelo sui monti A 2000 METRI E BUTTATELO NEL BURRONE e mentre cade sparategli 5 o sei colpi. Il tasto F1 non va mai usato, voi non sapete il rischio che correte anche se microsoft ha rilasciato una dichiarazione che troverete qui. Si sta verificando che durante la navigazione vi viene richiesto di premerlo e cascherete nella trappola che intacchera’ la vulnerabilita’ della guida in linea di windows..

Festa delle Donne


Ehi lunedi’ e’ l’otto marzo. Auguri Megere. Avete un giorno all’anno per festeggiarvi. Che dite? Non sara’ un po’ pochino? Dovreste chiedere anche il nove. E magari il dieci… Una bella festa del 10 marzo e lode. Che giornata…non saprete piu’ dove mettere le mimose. Ve le regalaranno tutti.. panettiere, lattaio, giornalaio, verduriere. Tutti tranne lui ovviamente, il vostro minus habens, che non ha avuto il tempo. Lui non ha mai tempo. Ma non importa. L’amore non si conta mica in palline di mimosa. Ci vuole ben altro. Scommetto che state pensando “APPENDIMI QUELLA MENSOLA, SON SEI MESI CHE TE LO CHIEDO, CRETINO INDOMABILE!” Convincetevi maschi. A esse non interessa piu’ l’uomo bello, intelligente o ricco. Vogliono quello che sappia usare il trapano. Ma non il trapano in senso metaforico. Proprio quello con le punte di ferro. Un uomo primitivo che costruisca la capanna per la sua femmina che altro non fa che aspettarlo in una cavernetta con la clava in mano. Invece devono fare i conti con dei maestri bricoleur del borgo che fanno piu’ danni della grandine. Con i vostri hombre la certezza ce l’avete no?. Tutto quel che toccano scassano. Se i mascolini devono piantare un chiodo state pur certe i vostri ometti che non fanno un buco. Scavano proprio la galleria del Frejus. E in molto meno tempo, per altro. Cambiano la lampadina e spaccano il lampadario, prendendo anche una sberla di corrente. Spostano la cassapanca e si fanno scendere l’ernia. Schiacciano una mosca e macchiano il muro, provano a ripulirlo? Lo rimacchiano. Ma di piu’. E allora, siccome sono geni, per coprire il casino combinato, ci appendono sopra un bel quadro. Peccato solo che una natura morta a 15 cm da terra dia un poco nell’occhio. La lavatrice perde l’acqua? E che problema ci sta’? ghe pensi mi’ dice l’ometto maschio. In primis si cucca una scossa da 220 che gli ravviva la permanente e gli scuote il padiglione auricolare, poi va di cacciaviti e svitol e te la smontano tutta. E alla fine non sa piu’ rimontarla. Ghe minga de prublem (non ci sono problemi). E’ tutta colpa di quella vite che manca. Si smonta la radiosveglia, che pero’ funziona, per recuperare quella vite indispensabile. Cosi’ e’ tutto demolito..Lavatrice e radiosveglia. Un danno via l’altro come fa la valanga con le baite in montagna. Ma i maschi non fanno un pieghino. Si credono maghi della sega (nel senso attrezzo) e pontefici del bullone. L’unica in questi casi e’ distrarli. Magari col Lego. O coi cestini di pongo del dido’. Auguri donne per l’otto di marzo e ci siamo sputannati da soli senza che ce lo dite voi, ma siete sicure di diventare come i maschietti ed ottenere l’uguaglianza per poter pisciare sui muri? E vaiiii con ste mimose e mi sorge una domanda..ma lo sapete quando e’ la festa degli uomini? Ve lo dico me..e’ il due di agosto e sapete che in molte zone dell’arco alpino si festeggia la festa dei genitali e quindi anche chi li porta appresso. Si dice che risale all’epoca di napoleone questa usanza, quando i soldati indossavano pantaloni attillatissimi iclassici fuseaux e dovevano per motivi di ordine visivo, metterli a sinistra alias les deux a gauche che col tempo e’ diventato les deux a aout ovvero il due di agosto…che mente sono…. vero? Pero’ questa assonanza non mi convince e nella zona di Torino di usa dire il motto “le due palle di augusto” per dare dell’incredibile a un fatto che ascoltiamo, poiche’ l’Augusto citato altro non e’ che Caio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, che sarebbe il primo imperatore romano vissuto attorno all’anno zero e quindi potrebbe essere collegata questa festa all’Impero Romano, e ad ogni modo, che sia l’Impero romano, che sia l’epoca di Napoleone.. noi maschietti vogliamo al due d’agosto un bel festeggiamento ma senza mimosa ovviamente e al solo pensiero mi do una bella grattata scaramantica per par condicio.