Archivio della categoria: Dissertazioni

Palle rosse e gialle.

Si aprono le scuole, si accende il lampadario,
si vede il signor Preside che incula il segretario.

Il professor di fisica, soffiando in un cannello,
si rese incandescente la punta dell’uccello;
e quel che ci rimise fu il povero assistente
che si ritrovo’ nel culo un cazzo incandescente!

Il professor di storia studiando storia Antica,
scopri’ che i Romani adoravano la fica;

e quello di disegno, maestro del pennello,
faceva i geroglifici sul culo del bidello!

Il professor di scienze, studiando il corpo umano,
si accorse che le seghe si fanno con la mano
Il professor di musica, studiando come un mulo,
cercava il quarto armonico tra fica, tette e culo.

E quella di francese, in piedi sopra un banco
gridava a squarciagola «La vendo per un franco!»
e quella d’italiano, spietata concorrente,
urlava a tutto spiano: «Io ve la do per niente!»

Il professor di lettere, spiegando geografia,
avea le palle in Africa e il cazzo in Bulgaria;
fu allor che il suo supplente, guardando sull’atlante,
scopri’ nel vasto oceano un cazzo galleggiante.

Il professore d’Algebra spiegando le equazioni
trovo’ per X incognita un paio di coglioni.
Il professor di Fisica, fisica studiando
si accorse che lo stronzo precipita fumando.

E mentre il professore di Greco e di Latino
dalla mamma del preside si fa fare un bocchino
Rinchiuso dentro al bagno, il prof. di Religione
invece di pregare si tira giu’ un rasponel

Il professor d’ Inglese, venuto dall’ Irlanda
ad ogni studentessa sbirciava la mutanda.
E quello di ginnastica, facendo le flessioni,
aveva gia’ riempito di sborra tre bidoni.


Palle, palle, palle rosse e gialle,

ci vogliono le palle per
l’Universita’

(e per voi eccovi la striscia domenicale dello Stefano che illustra la famiglia, gli emigranti e la legittima difesa)

Mamma, mi si e’ ristretta la torta.

Ecco un’altra primavera da aggiungere. 

Sono 15.4 lustri ed e’ evidente che stai invecchiando perche’ ormai le candeline costano piu’ della torta,

solo adesso ti rendi conto di quanto tempo hai sprecato
a pensare cosa fosse giusto o sbagliato fare…
sei tu l’uomo che ho sempre desiderato avere al mio fianco…
cosi’ caro e romantico (insomma)…
con quell’aria da sbarbato che nasconde un cuore cosi’ forte e sincero… (insomma)
il tuo amore cosi’ travolgente da contraddistinguere ogni sorriso… (insomma)
Caro Carluccio Demetrio ..Auguri.. mi raccomando…
ti ho mai detto che… che staremo sempre assieme..
siamo assieme dalla nascita e lo saremo…
lo saremo e basta, finito con basta!!

firmato 

Carluccio Demetrio Viendalcasalcoso.

al secolo Ex togotuentinain

P.S,, ..Al di la’ del calendario il 29 marzo diventa particolare per una ricorrenza a cui non mi potro’ mai rifiutare, nel senso di declinare e non sniffatorio con svuotino..viene considerato giorno di festa..festa che poi non lo e’..e’ solo un giorno da ricordare e il mio pensiero diventa quasi concreto ed appare fino a toccarlo e sentirlo, come puo’ essere l’indefinito cosi’ forte e persistente con i suoi ricordi di quindici lustri virgola quattro, trascorsi e con la visione sempre piu’ vicina della falce fienaria che passera’ senza voler sapere nulla del mio passato e quanto ho dato o preso tentera’ di opporsi continuando a germogliare sulle radici impiantate da chi ha fatto iniziare questo conteggio..

uno due tre ..sino a settantasette primavere or 28.123 giorni e quello che dovrebbe farmi piacere diviene una forzatura e quindi non ricordatemele e svicolate tutta a mancina senza obbligo augurale e dal canto mio finche’ avro’ forza e fiato continuero’ a mettere fiori e frutti alla faccia dell’impdat e dell’ente falciatorio..un abbraccio dal vostro togotuentinain oppsss togoseventiseven..

Megaciclo.

Da Elettronico faccio questo post che capiranno principalmente gli addetti ai lavori.. (si fa per dire)..

Una notte, sentendosi molto caricato, mister Farad decise di invitare miss Amp – un’amica del gruppo elettrogeno con cui era spesso in contatto – a fare un giro sul suo ciclotrone.
Attratto dalla curva caratteristica di miss Amp, mr. Farad passo’ subito a uno stato di eccitazione.. la condusse nei pressi di un flusso di corrente che scorreva in mezzo a un campo magnetico, e, tutto galvanizzato, le disse: “Qui saremo isolati e non ci saranno interferenze”
“Ah! Sei un invertitore!” grido’ miss Amp scandalizzata e delusa.
“Mi hai calamitato. Ogni volta che ti vedo ho degli implusi di tensione.. sento che tra noi c’e’ un flusso di corrente continua”, le disse mr. Farad per diminuire la sua suscettanza
“Ma tu mi comunichi una carica negativa!”, protesto’ miss Amp, che voleva temporizzare
“Andiamo… non opporre riluttanza”, disse mr Farad
“E allora mostrami il tuo potenziale!”, ribatte’ miss Amp
A quel punto mr Farad non ebbe bisogno di raddrizzatori.. dopo averla presa e messa a terra, abbasso’ la sua resistenza, e si inseri’ in parallelo
“Hai il megaciclo?” le chiese
“Non temere.. uso la spira”, disse lei
La frequenza delle vibrazioni aumento’. Miss Amp ebbe degli effluvi. L’intensita’ raggiunse il massimo. Non ci furono ritardi di fase. “Ohm… ohm” gemette miss Amp andando in corto circuito.
Mr Farad ebbe una disrupzione e miss Amp fu satura. L’eccesso di calore li aveva scaricati, e vi fu una caduta di tensione. 

“Siamo una termocoppia perfetta,” disse mr Farad.
Continuarono a scambiarsi i flussi per tutta la notte, provando differenti connessioni. Miss Amp si applico’ anche un oscillatore sul solenoide: “Lo uso spesso quando pratico l’autoinduzione,” spiego’. Continuarono finche’ la barra magnetica di mr Farad non perse la sua forza elettromotrice.
“La prossima volta faremo un triodo”, disse miss Amp, che era tarata ed uscirono a prendersi un solenoide in mezzo a ohms con forte resistenza che si allenavano con in cursori nel circuito stampato.

E adesso la striscia domenicale di Stefano che elettronicamente evidenzia la differenza di potenziale della sindaca romana.

Far a butto.

Tutti segnano sul calendario della macelleria le varie cose da ricordare, scadenze, compleanni, annotazioni che interessano come la mia che recita l’anniversario morte del Farabutto e capita sempre al sesto mese di teleriscaldamento.Il termine Farabutto, non mi capita tra le orecchie di sovente se non per il ricordo da quando e’ morto il pirla ad opera del suo stesso suocero.. per la serie “Rosarno non perdona”.

Se fosse ancora vivo, oggi sarebbe profondamente in crisi sentendosi dare del Farabutto, come vorrebbe la nuova accezione che il piu’ grande linguista degli ultimi 151 anni ha dato al termine.

Per la serie…Sbagliando, ancora e per sempre.

Farabutto e’ un’offesa a cui sono molto affezionato. “farabutto” urlava il pirla davanti alla tv ogni volta che vedeva o veniva nominato il miglior dito medio degli ultimi 154 anni.

Per me Farabutto era il suo sinonimo dal 1994.

Il pirla intui’ subito le potenzialita’ del miglior illusionista degli ultimi 154 anni e per questo non posso evitare questo insieme di rabbia e mentre vado a dare la definizione esatta per conto mio, ovviamente senza avvalermi dei linguisti o dei blowjobbisti e del resto so sbagliare da solo no?

Allora…

Dicesi Farabutto colui che piglia per il culo il prossimo, che luccica oro pataccato, che riempie di stronzate la mente delle persone, colui che ha inventato il trompe d’oeil sulla testa.

Farabutto e’ un individuo di poco conto, spregevole e fannullone, cialtrone, mascalzone, tutto cio’ che finisce con one ma letteralmente “ladro di frodo”, persona sleale e senza scrupoli e nel singolare canaglia, filibustiere, figlio di vulvivendola, nipote di bagascia e cugino d’androcchia.

Farabutto e’ colui che rimane vittima delle sue stesse vittime, (spero presto che possa capitare anche all’andranghetoso suocero che l’ha fatto fuori, ovviamente senza augurare male a nessuno).

Farabutto non e’ mai chi dice la verita’, al massimo lo e’ chi la dice quando e’ troppo tardi.

Quando non si puo’ fare piu’ niente che anche se si fanno cose, sono cose da farabutti, da gente che trova il coraggio di farle fuori tempo massimo.

Secondo Voi a chi sto dando del Farabutto?

Aspetta che giro lo specchio..dubbio amletico, verso di me o verso il defunto Gregorio ?

Amo il prossimo mio come me stesso (azz mi voglio davvero male allora).

E adesso la striscia di Stefano sulla famiglia come quelle di una volta.

Emozioni d’infanzia.

Le emozioni d’infanzia son care,

riaffiorano alla nostra mente

e con piacere ci fanno tornare

a un’eta’ gaia e innocente

nella qual tutto parea bello,

nuovo, candido, gioioso, ameno,

nella quale fungeva da ostello

sicuro un orizzonte sereno.

Le emozioni d’infanzia recano

il bel ricordo di quando bastava

poco per esser felici; pescando

all’indietro, nel tempo che passava

gioioso fra compiti e giochi,

fra una dolce torta ed un dono,

quando ogni giorno la nostra vita

scorreva con un soave tono.

Le emozioni d’infanzia ci fanno

ritornare nel cuor la dolcezza

di giorni trascorsi senza affanno

in una totale spensieratezza,

d’ore in cui leggere si poteva

qualche giornalino d’ avventura;

di anni in cui solo passeggera

era del mondo la nostra paura,

di quel mondo che ancor non ostile

era per noi che bambini eravamo

e che quanta rabbia e quanta bile

ci avrebbe dato.. non sapevamo.

Son belle le emozioni d’infanzia,

di quando eravamo sol virgulti;

e se il tempo oramai le distanzia

da noi, diventati tronchi adulti,

e’ rasserenante il ricordarle:

sono qualcosa che sta dentro di noi,

ed e’ bello e giusto conservarle

nel cassetto del cuore, anche se poi

nel presente noi dobbiamo tornare,

perche’ i nostri ricordi han senso

sol se ci servono ad affrontare

un avvenire d’ostacoli assai denso.

Le emozioni d’infanzia, insomma,

non devono essere un rifugio

in cui poter calcolare la somma

delle nostre fughe, ma un pertugio

sereno in cui poter ritrovare

quell’entusiasmo della giovinezza

che quei ricordi sappiano conservare

e che possa la consapevolezza

di esser forti in noi rafforzare,

per evitarci quella sonnolenza

che sovente porta a ricercare

non la vita ma la sopravvivenza;

solo cosi’ da liberi potremo

ancor lottare,

solo cosi’ da liberi sapremo

quale persona amare.

E come disse il saggio nonno

al verdurier di Sassari

svegliaci da questo sonno

e spacchiamo il culo ai passeri

e dopo la smielata, torno ai giorni nostri e alla vicissitudine delle leggi viste dallo Ste e in particolare quelle della Difesa Personale.

La scorreggia.

Il post odierno e’ dedicato ai Petomani e senza offesa alcuna prendo esempio dal Divino che nell’ultimo verso del canto XXI dell’inferno della sua commedia citava il fatto che il diavolo Barbariccia come segnale di avvio per i suoi accoliti trombettava e precisamente elli avea del cul fatto trombetta.

Detto cio’ mi rimembro una poesia goliardica dedicato alla scorreggia e trascrivo paro paro.

Sin da quando il mondo aveva
ben viventi Adamo ed Eva
era in voga in tutti quanti
di coprirsi il davanti,
mai nessuno penso’, strano,
di coprirsi il deretano.
Le scorregge più discrete
conturbavano la quiete
ed allor i dolci suoni
non urtavano i calzoni
La scorreggia di gran gloria
si e’ coperta nella storia
Sin da quando i sodomiti,
di scorregge assai periti,
per eccesso di misura
si otturavan l’apertura,
i Romani allor sommessi
non frenavan gli eccessi.
Pur Augusto Imperatore
scorreggiava a tutte l’ore
e la corte assai perfetta
scorreggiava in etichetta
e persino in casi gravi
scorreggiavano gli schiavi
Si racconta che Tiberio
scorreggiasse serio serio
che Caligola il tiranno
scorreggiasse tutto l’anno
e più d’una ogni mattina
ne facesse Catilina
Marco Tullio in Campidoglio
le lasciava come l’olio
e non eran certo poche
domandatelo alle oche;
e perfino le Vestali
ci spegnevano i fanali
Cicerone per ore intere
chiacchierava col sedere
quelle poi di Cariolano
si sentivan da lontano
e con schiaffo sulla trippa
scorreggiava pure Agrippa
Muzio Scevola e Porsenna
ne portarono per strenna
alle feste d’Imeneo
ove il console Pompeo
e più ancora il gran Lucullo
scorreggiavan per trastullo
Scorreggiava Roma intera
da mattina sino a sera,
scorreggiava in gran stile
anche il sesso femminile;
mentre invece Cincinnato
le faceva in mezzo al prato
Scorreggio’ Napoleone
anche al rombo del cannone
“La battaglia non si perda”
e Cambrone rispose “merda”,
ch’è la cosa più sicura
se c’è in mezzo la paura.
Scorreggiava come un tuono
fin Cleopatra dal suo trono
in contrasto con Agrippina
che facevale in sordina
e Cornelia ai suoi gioielli
ne faceva dei fardelli
Le faceva senza posa
Messalina silenziosa
scorreggiava assai felice
la dolcissima Beatrice
ed il sommo padre Dante
le annusava tutte quante
Le scorreggie del Boccaccio
ti rendevano di ghiaccio
Scorreggiava pure Tasso
imitando il contrabbasso.
Mentre invece il Machiavelli
sradicava gli Alberelli
Il gran Volta con Pila
le faceva sempre in fila,
di Archimede dir si suole,
che oscurasse pure il sole
mentre a colpi di pennello
le faceva Raffaello
Dopo quanto e’ stato detto
non si può chiamar difetto
se noi pure qualche volta
le facciamo a briglia sciolta
perciò è logico e prescritto
che scorreggi il sottoscritto.

Convivenza.

Nel purgatorio della convivenza il litigio e’ da sempre una delle attivita’ piu’ gettonate.

Ogni tanto la furia degli elementi si scatena e partono delle buriane che rintronano i vicini di casa a due isolati di distanza. Zuffe in cui ci si carica di miserie che si concludono con commiati del tipo.. Vai a spander melega! Oppure… Ma perche’ non vai a dar via qualcosa di tuo? (insomma tradotto sarebbero..vaffanculo o vai a dar via il culo)…

Qualche coppia che ha studiato alla Boston University Arts & Sciences. si inventa anche insulti piu’ coloriti alla romana del tipo.. Ma cagati in mano e poi prenditi a sberle.

Chiedo scusa alle anime candide linkediniane ma per dovere di cronaca ho dovuto riportare la citazione terra terra.

Talvolta pero’ si evita la schermaglia verbale, si fa l’occhio spento e il viso di cemento, e si pratica la vendetta silenziosa. Quella dei piccoli dispetti.

Delle tacite rivalse.

Lui e’ andato a giocare a calcetto per la quarta volta in una settimana? Molto bene. E lei all’indomani gli lascia la macchina in riserva fissa cosi’ impara a mollarla a casa tutte le sere a guardare Uomini e Donne.

Lui la sgrida quando con la forchetta Lei seleziona l’insalata mista e gli mangia tutta la mozzarella? Perfetto. Lei per dispetto gli prepara il caffe’ ma glielo mette nella tazzina piccola, quella che Lui odia, perche’ non gli sta dentro il naso e fa fatica a bere.

Lui stasera di nascosto si e’ finita l’ultima fetta di crostata di mirtilli che lei si era conservata per la colazione di domani? C’est magnifique. Lei aspetto che lui vada a letto, che si addormenti, e poi lo raggiunge cantando a squarcia gola «Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi» possibilmente accendendo la luce da 400 Watt.

In questi casi e’ molto facile che riscatti la rissa verbale.

E nell’abisso di ripicche la frase piu’ ripetuta e’ sempre la stessa: «Non ti piaccio? Non ti vado bene? Allora lasciami. Lasciami pure. Tanto cosa c’e’ meglio di me?».

Pensateci un attimo…

COSA C’E’ MEGLIO DI LEI? Ve lo dico io.

Meglio di lei c’e’ un’alluvione di cose.

Eccovi un elenco parziale:

Le foglie di salvia fritte con la pastella e il ripieno di alici sono meglio di lei, tutti i dischi degli Oasis e tutti i libri di Pennac e poi l’aulin (quello ritirato dal commercio ma che puoi acquistare su Vova) quando hai mal di testa, le ciabatte di pile dopo una giornata di cammino, l’essenza di mughetto, l’apertura di tutti i ciakra da parte di uno che lo sa fare, le maglie dolcevita quando hai il mal di gola e gli occhiali da sole quando hai l’orzaiolo, il profumo di pizza che si sente su per le scale, la fettina d’arancia che sta al fondo dell’aperitivo, le rose antiche della regina Vittoria e la faccia di Belene Rodriguez.

Ecco cosa c’e’ meglio di lei. E se volete aggiungetene altre mentre vi auguro buona domenica e vi lascio alla striscia dello Ste che illustra i poteri priministeriali. 

Ecco la soluzione ai problemi Italiani.

E’ una giornata febbraiola poco solatia (accento sulla i) in quel di Borgaro City, le strade sono deserte e la gente si raffredda col teleriscaldamento a valvole termostatiche, i tempi sono grami, tutti hanno debiti e vivono spartanamente concedendosi solo acquisti durante le saldature.
Ecco.. arriva un turista tedesco attratto dall’anno Leonardesco e si ferma all’Atlantic, albergo a qualche stella sulla via lanzo.
Dice al proprietario che vorrebbe vedere le camere e che forse e dico forse, si ferma per il pernottamento e mette sul bancone della ricezione una banconota da 100 euro come cauzione.
Il proprietario gli consegna alcuni batch per la visione delle camere.
Quando il turista sale le scale, l’albergatore prende la banconota, corre dal suo vicino, il macellaio di Viale dei Martiri e salda i suoi debiti.
Il macellaio prende le 100 euro e corre dal contadino della via per Caselle per pagare il suo debito.
Il contadino prende le 100 euro e corre a pagare la fattura presso la Cooperativa Agricola.
Qui il responsabile prende le 100 euro e corre alla bettola di via 31 Febbraio e paga la fattura delle sue consumazioni.
L’oste consegna la banconota ad una vulvivendola seduta al bancone del bar davanti alla rotonda delle penne a sfera alpine e salda cosi’ il suo debito per le prestazioni ricevute a credito.
La vulviprestandola corre con le 100 euro all’albergo e salda il conto per l’affitto della camera adattata a chiavisterio.
L’albergatore rimette le 100 euro sul bancone della ricezione.

Qui arriva la soluzione ad uovo di colombo…il ciclo si chiude.

In quel momento il turista tedesco scende le scale, riprende i suoi soldi e se ne va dicendo che non gli piacciono le camere e lascia Borgaro City.
– Nessuno ha prodotto qualcosa
– Nessuno ha guadagnato qualcosa
– Tutti hanno liquidato i propri debiti e guardano al futuro con maggiore ottimismo

Basta ..e’ finita..

 

Ed e’ la seconda volta..basta..e’ finita..
Io sono qui ma Lei non c’e’.
Mi guardo intorno. Ma e’ tutto inutile. Ormai e’ finita.
Nulla la puo’ sostituire,,
Sento l’acqua scrosciare ma in questo momento io non posso farcela senza di Lei.
Perche’ non ci sei?
Come ho fatto a sbagliare?
Mi sento un po’ bambino.
Ucciso dalla propria ingenuita’, son proprio un pistola.
Pero’…Non e’ stata colpa mia. Come puo’ un uomo resistere?
La Natura e’ un qualcosa di superiore che l’uomo avra’ solo l’illusione di poter controllare.
L’illusione… Ah, che bella cosa.
La cosa piu’ dolce che puo’ possedere l’uomo e’ l’illusione.
Almeno in questa so’ che ci sei te, profumata tenera e avvolgente.
Si’ nelle mie illusioni ci sei.
E Dio solo sa quanto sarei felice in questo momento se ci fossi anche nella realta’.
Ma e’ questo il brutto di un illusione…che non e’ reale.
Non ti vedo..
Al massimo, si e’ consapevoli che quella cosa esiste solo nella nostra testa, nel magnifico universo di idee che alberga in ognuno di noi.
Oh, quanto mi piacerebbe vivere nelle mie idee, nel mio universo.
Costretto, invece, a vivere in un mondo che non mi appartiene ma che qualcun altro ha creato, schiacciato da regole non mie.
Un mondo dove tu adesso non ci sei.
Ma ormai e’ inutile parlare.
E’ fatta..
Come faccio adesso?
Oh, no… Porc..zozz. no… Oh, no… Lui e’ uscito vestito di marrone. La Cosa ormai e’ fatta, lo sento persino nell’aria.. doloreee.
No, sghinga eva.. non puo’ finire cosi’.
Non ci credo.
Eppure pensavo…Che Lei c’era o ci fosse stata, il verbo non conta piu’ ormai e vengo al sodo..
Pensavo fosse rimasto almeno un rotolo di carta igienica! Ma purtroppo mi sbagliavo.
Chi e’ causa del suo mal pianga se stesso e mi ripetero’ all’infinito per decinaia o centine di volte..
“Cazzo ma guarda prima di andare a cagare..testina di vitello”.

Ciao Bort..r.i.p

Questa settimana se ne e’ andato il mio amico Mario Bortolato in arte Bort.

Per chi non lo conosce di nome conoscera’ le sue vignette che metteva sempre in fondo alla pag.41 della Settimana Enigmistica e per chi non ricorda la vignetta, ricordera’ la frase “ le ultime parole famose”.

Da qualche tempo non vignettava piu’ anche se il giornale e’ andato avanti pubblicando quelle che aveva nei cassetti.

L’avevo conosciuto in un battibecco sorto su un social dell’epoca attorno agli anni 2000.. ICQ e ripreso poi con C6 e nella discussione era entrato anche un suo amico poi diventato pure mio, altro vignettista Cavandoli (el Cava)…quello della linea.

Ora vignetteranno assieme senza problemi di censura ed a a me rimane l’onore di averli conosciuti epistolarmente .. ma i vignettisti continuano e lascio il post allo Ste che reputo uno dei migliori contemporanei che vi illustrera’ il “Diritto diCittadinanza” (dal suo punto di vista)..